"SI E' STRAVOLTA LA COSTITUZIONE, INVITIAMO ALLA MOBILITAZIONE E ALLA RESISTENZA” - L’ANPI TORNA AL 1943 E SI SCHIERA CONTRO IL DECRETO SICUREZZA APPROVATO IN PARLAMENTO: “L’ITALIA ENTRA NELL’INCUBO DELL’APERTHEID GIURIDICO” – ALLA CAMERA LA LEGGE PASSA CON 396 SÌ: 14 GRILLINI NON SI PRESENTANO, MA ARRIVANO I VOTI DI FORZA ITALIA E FDI. ECCO COSA C’È NEL DECRETO
-1 – DL SICUREZZA: ANPI, STRAVOLTA COSTITUZIONE, RESISTENZA
(ANSA) - "Con l'approvazione del decreto sicurezza si stravolge di fatto la Costituzione e l'Italia entra nell'incubo dell'apartheid giuridico. È davvero incredibile che sia accaduto un fatto simile, che sia stato sferrato un colpo così pesante al diritto di asilo, all'accoglienza, all'integrazione.
A un modello che ha portato ricchezza e convivenza civile a quelle comunità che hanno avuto la responsabilità e il coraggio di sperimentarlo". Preoccupata dal dl Sicurezza, l'Anpi, l'associazione dei partigiani, invita alla 'mobilitazione e alla resistenza'.
"Facciamo appello alle forze politiche democratiche: basta divisioni, discussioni stucchevoli, rese dei conti. È ora di una straordinaria assunzione di responsabilità. Di organizzare una resistenza civile e culturale larga, diffusa, unitaria", dice la presidente Carla Nespolo.
"Questa legge, oltretutto, non risolve affatto il problema del controllo dell'immigrazione clandestina, bensì l'aggrava - come stanno denunciando in queste ore non pochi Sindaci, anche del M5s - con un carico di lavoro per i Comuni insopportabile. Non si può restare inerti. Non ci si può rassegnare a questo declino, alle pratiche ignobili contro la vita e la dignità dei migranti cui dovremo assistere.
Facciamo appello alle coscienze delle cittadine e dei cittadini: che l'indignazione sia permanente, che non manchi occasione di riempire piazze e strade per un'Italia autenticamente umana", aggiunge Nespolo.
2 – IL DL SICUREZZA È LEGGE 14 GRILLINI NON VOTANO DONNE, ECCO IL CODICE
Sara Menafra per “il Messaggero”
Via libera alla legge di conversione del decreto sicurezza. La Camera ha votato ieri sera, dando l' ok al provvedimento più atteso dalla Lega, con 396 sì e 99 no. Con la maggioranza hanno votato anche Forza Italia e Fratelli d' Italia, sulle barricate il Pd. I 5Stelle però sono spaccati: in ben 14, nonostante la fiducia votata martedì, ieri non si sono presentati in aula. Di questi, nove secondo il Movimento non erano assenti giustificati. Uno strappo evidente, che dimostra come la questione migranti resti una ferita non sanata per la coalizione giallo-verde dopo la battaglia di palazzo Madama. Dai banchi 5Stelle nessun applauso finale.
GIORNATA MEMORABILE
«Sono contento, è una giornata memorabile. Sono felice e soddisfatto», esulta però a sera Matteo Salvini, che in questi ultimi giorni non si è mai mosso dall' aula di Montecitorio per blindare il testo e garantirne l' arrivo in porto nei tempi dovuti. «Un altro pezzo del contratto di governo è stato realizzato.
Abbiamo assunto precisi impegni di fronte agli italiani e continueremo a rispettarli. Proseguiamo così», gli fa eco via twitter il premier Conte. Tra le principali novità, si abroga il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito da permessi speciali temporanei. La durata massima del trattenimento degli stranieri nei Centri di permanenza per il rimpatrio passa da 90 a 180 giorni.
Si introduce la possibilità di trattenere i migranti in attesa di espulsione in altre strutture di Ps, in mancanza di posti nei Cpr, e la possibilità di trattenere i richiedenti asilo negli hotspot. Si amplia inoltre la platea di reati che comportano la negazione o revoca della protezione internazionale, e la cittadinanza inoltre viene revocata ai condannati per reati di terrorismo.
Ma ieri il governo ha battuto un colpo anche sul tema della violenza alle donne. Il Cdm ha infatti varato il cosiddetto Codice rosso, particolarmente voluto dal ministro Giulia Bongiorno. Tra le misure: una corsia preferenziale per le denunce, indagini più rapide sui casi di violenza alle donne e l' obbligo per i pm di ascoltare le vittime entro tre giorni. E ancora: corsi di formazione ad hoc per le forze di polizia perchè sappiano rapportarsi nel modo migliore alle donne che denunciano.
3 – COSA C’È NEL DECRETO SICUREZZA
Simone Fontana per www.wired.it
Mercoledì 28 novembre la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva – con 396 sì e 99 no – il decreto Sicurezza fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che adesso è legge dello stato. A favore del provvedimento si sono schierati, oltre alla Lega, anche Forza Italia e Fratelli d’Italia – ricompattando così di fatto il fronte del centrodestra – oltre all’altro partner di governo, il Movimento 5 stelle, che temeva inizialmente il voto contrario di alcuni dissidenti, ma che alla fine ha serrato i ranghi, registrando le defezioni degli appena 14 deputati usciti dall’aula durante il voto finale.
Durante le dichiarazioni di voto, i deputati del Partito democratico hanno messo in scena una protesta, indossando delle maschere bianche per sottolineare come il provvedimento influirà sulle vite di migliaia di persone, “creando degli invisibili senza volto”. Questa è solo una delle critiche che da più parti vengono mosse al dispositivo, considerato da molti controproducente, dal momento che potrebbe creare una situazione di irregolarità più diffusa di quella attuale, quando non apertamente incostituzionale. Da parte sua Matteo Salvini rassicura, sostenendo che il decreto influirà positivamente sulla sicurezza dei cittadini.
Cosa c’è nel decreto
Un primo importante articolo del decreto – che per facilitare l’iter di approvazione ha finito con l’inglobare due differenti provvedimenti, uno relativo alla sicurezza e l’altro all’immigrazione – è quello che riguarda il restringimento dei casi in cui sarà possibile concedere la protezione umanitaria, abolendo di fatto questo tipo di tutela.
La protezione umanitaria esiste in Italia dal 1998 ed è una delle tre forme di protezione che lo stato accordava agli stranieri in condizione di bisogno. Questa, nello specifico, concedeva un permesso di soggiorno – tra i sei mesi e i due anni, rinnovabile – a cittadini non appartenenti all’Unione europea che presentavano motivazioni “risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, che fuggivano da conflitti o calamità naturali, ma anche da persecuzioni e sfruttamenti.
Con il decreto voluto da Salvini una forma molto simile di tutela verrà concessa solo a vittime di violenza domestica, grave sfruttamento lavorativo, oppure a chi dimostri gravi problemi di salute. Chi scappa dal proprio paese dovrà assicurarsi che questo sia in uno stato di “contingente ed eccezionale calamità”, mentre è previsto un permesso di soggiorno premio a chi si distinguerà per “atti di particolare valore civile”.
La protezione umanitaria non sarà l’unica forma di protezione a subire una stretta: le cause di ritiro della protezione internazionale includerà anche violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi o gravissime, mutilazione dei genitali femminili, furto in abitazione e furto con strappo. Anche la cittadinanza italiana potrà essere ritirata – e questo è il punto su cui si concentrano le maggiori critiche di incostituzionalità – per persone considerate un pericolo per lo stato.
Più debole anche lo Sprar
Il decreto si occupa anche del tempo di permanenza – a tutti gli effetti un trattenimento obbligatorio – dei migranti stranieri nei Cpr (Centri di permanenza e rimpatrio), che da oggi sarà esteso dagli attuali 90 a 180 giorni. La misura nelle intenzioni del governo dovrebbe aumentare l’efficacia dei ripatri e a tal fine saranno stanziati 3,5 milioni di euro in tre anni. In compenso l’esecutivo ha introdotto una norma che depotenzia il sistema Sprar, l’accoglienza diffusa nata a Parma nel 1993 da un’idea di Emilio Rossi e considerato un modello virtuoso di accoglienza gestito dai comuni. Da oggi il sistema, che fornisce corsi di lingue e percorsi di avviamento al lavoro, non sarà più aperto ai richiedenti, ma potranno accedervi solo i destinatari di protezione internazionale.