"Sono molto preoccupato". Se c'è una dote incontestabile in Romano Prodi, è l'esperienza sul piano geopolitico dei mercati internazionali. E in collegamento con Piazzapulita su La7, incalzato da Corrado Formigli sugli scenari e le prospettive di Fca, va dritto al punto sulla questione della fusione di Fiat Chrysler e Psa in un nuovo colosso dell'automotive, Stellantis.
"Dal punto di vista strategico era necessario, Fca era troppo piccola e dunque ha una sua logica. Ma è totalmente in mani francesi". Di fatto, uno degli ultimi "regalini" di Giuseppe Conte a Emmanuel Macron, visto che il governo uscente non ha speso una parola sulla vicenda, a differenza di quello francese che ha preso fin da subito in mano il dossier per garantire la propria fetta di mercato e gli equilibri occupazionali interni.
"La maggioranza del consigliere d'amministrazione e il consigliere delegato sono francesi, il potere decisionale non è più in Italia e spero che il governo Draghi faccia presente la questione - spiega l'ex premier -. In Italia abbiamo salari che sono molto inferiori a quelli francesi e moltissimo inferiori a quelli tedeschi. C'è proprio il problema di riportare il Paese tra quelli che attirano, di rianimarlo. Dal punto di vista economico, è chiaro che sarebbe più conveniente produrre a Pomigliano che a Parigi, ma c'è questo problema dei francesi, che controllano come in molte altre situazioni. Allora la domanda è: ritorniamo o no a essere un Paese che decide dei propri destini?".