"SULLE SPESE MILITARI SCHLEIN FINIRÀ PER RICREDERSI". FASSINO BOMBARDA ELLY: “ERA CONTRO L'INVIO DI ARMI IN UCRAINA POI HA CAPITO DI ESSERE L'UNICA TRA I SOCIALISTI EUROPEI E CI HA RIPENSATO" – I TENTENNAMENTI DELLA SEGRETARIA MULTIGENDER DEM SULL'INNALZAMENTO DELLE SPESE MILITARI DEL NOSTRO PAESE AL 2%, COME CHIEDE LA NATO: “DECIDEREMO QUANDO SAREMO AL GOVERNO” (AVEVA DETTO DALLA GRUBER SUSCITANDO IL CORO DI DISAPPROVAZIONE DI LILLI E GIANNINI)
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Letizia Tortello per “la Stampa” - Estratti
Barletta dice Alfa, Torino risponde Beta. Chi volesse capire cosa pensa il Pd dell'innalzamento delle spese militari del nostro Paese al 2%, come chiede la Nato, ieri si trovava certo un po' spiazzato, ascoltando la segretaria del partito democratico Elly Schlein nella piazza pugliese, ospite della festa di Sinistra italiana, e poco prima l'ex sindaco Fassino, intervenuto ad un dibattito sulla guerra in Ucraina e le vie della pace, dal palco della Festa dell'Unità di Torino.
«Sono favorevole a sostenere Kiev, anche militarmente – ha detto la leader dem –, ma pensano di raccontarci che la difesa comune si fa aumentando in modo lineare la spesa dei singoli Paesi europei? È il contrario. Se ci fosse una difesa comune, le spese si potrebbero ridurre, razionalizzare», sentenziava Schlein. Un conto, quello degli investimenti in difesa, che ammonterebbe a 13 miliardi di euro in più da destinare ogni anno al comparto militare. «Mezza manovra buona per altro», rispondeva Fratoianni, la sinistra-padrona di casa.
Un passo avanti nella direzione della concretezza, quello di Elly Schlein, che fa seguito ai tentennamenti sul tema degli scorsi giorni: «Sul 2% decideremo quando saremo al governo». Un posizionamento che sembra piuttosto lontano, però, dalla chiarezza delle risposte che il suo compagno di partito stava dando alla festa del Pd nel capoluogo piemontese: «Non si può volere essere sovrani rispetto alla Nato e pensare che le spese militari diminuiscano, non sta in piedi. Non si può fare la difesa europea con i fichi secchi», punge Fassino.
E racconta un aneddoto, per spiegare che quello della segretaria non è il primo ripensamento: «Quando Elly Schlein è arrivata, ha detto che lei non era favorevole all'invio delle armi in Ucraina. Poi, dopo qualche giorno è andata alla riunione del Partito socialista europeo, non una riunione di reazionari, partito di cui noi siamo parte e siamo stati fondatori (sull'atto di fondazione c'è la mia firma, 1993). Schlein si è accorta che era l'unica a pensarla così. Subito, si è riposizionata. Ha fatto bene. Ora, non vorrebbe investire il 2% del Pil nella Difesa? Se ne assume lei la responsabilità», dice l'ex sindaco, prendendo distanza. Subito aggiunge: «Ho l'impressione che anche sul 2% del Pil si ricrederà presto».
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