RABBIA A 5 STELLE - GRILLO: “L’ITALICUM? UNA LEGGE GIÀ FINITA FATTA DA GENTE LOSCA - RENZI È UN PO’ BORIOSETTO, CI DÀ IL COMPITINO” – PENTITO DELLA SCELTA PRE-ELETTORALE DI ANDARE IN TV - DI BATTISTA ATTACCA MONTI: “CI PARLI DEL BILDEBERG”


1. GRILLO APRE: “ITALICUM FATTO DA GENTE LOSCA, MA SPERO CHE IL NUOVO INCONTRO CON RENZI VADA BENE”

Francesca Schianchi per “La Stampa

 

RENZI E GRILLO BARBIERE

Poco dopo le tre del pomeriggio, al primo piano della Camera, Berlusconi attraversa un corridoio col suo staff. Pochi secondi e si sarebbe trovato faccia a faccia con Beppe Grillo, che di lì a qualche istante esce dall’ufficio del vicepresidente pentastellato Di Maio accompagnato da alcuni parlamentari.
 

E’ la giornata dell’incontro del premier con l’ex Cavaliere, di quelle due ore di appuntamento criticate dal M5S («Renzi sta incontrando a Palazzo Chigi il Noto Pregiudicato», attacca il blog di Grillo), e dell’attesa per avere pure loro, il M5S, una data fissata per reincontrare il Pd: «Renzi nonostante i ripetuti solleciti della delegazione del M5S non ha ancora fatto sapere quando li incontrerà per discutere della legge elettorale», il commento infastidito che si legge sul blog. Alla fine la data viene fissata per lunedì, e, dopo le insistenze, i pentastellati ostentano nonchalance, «nessun rancore per l’incontro mancato di oggi», ripete Di Maio.
 

grillo

Lunedì si presenterà in streaming la stessa squadra, salvo il capogruppo alla Camera che nel frattempo è cambiato (ora è Paola Carinelli): anche stavolta non ci sarà Grillo («sono un emotivo», scherza), che però ieri incontra i «suoi» parlamentari, prima a Montecitorio e poi al Senato, e in serata partecipa alla festa del 4 luglio dall’ambasciatore americano. «La nostra legge elettorale è costituzionale, quella fatta dai loschi no. Noi vogliamo ragionare, ma la loro legge è già finita», dice.

 

Beppe Grillo con Alessandro Di Battista, candidato alla Camera dei Deputati con il Movimento 5 stelle

E però questa non è una chiusura, visto che aggiunge come «con le preferenze e con un premio di maggioranza più basso potrebbe esserci un accordo», certo passando poi tutto al vaglio della rete, «non decido né io né Di Maio, mettiamo ai voti e decide la maggioranza». La legge pentastellata, insiste però - il Democratellum secondo loro e il Complicatellum secondo Renzi - il premier «non l’ha neanche letta» se dice «che con la nostra proposta chi vince non governa».

 

Tuttavia, spera che «l’incontro con Renzi lunedì vada bene. Parleremo della legge elettorale, poi se avremo dei riscontri parleremo anche di altre cose. Non abbiamo preconcetti se una legge viene dal Pd o dal Pdl. Se è una legge giusta noi la sosteniamo».

SELFIE A PORTA A PORTA GRILLO VESPA

 

Principio che già aveva ribadito qualche ora prima in un post sul blog, in cui approfitta anche per rammaricarsi della scelta pre-elettorale di andare in tv, «ci ha tolto voti perché ha omologato i nostri parlamentari alla Bonafé o alla Picierno», scrive, «è stato un errore andarci che non sarà più ripetuto».
 

Del M5S e della strategia da seguire parla anche con i parlamentari, «ci siamo divisi in otto gruppi, uno contro l’altro», scherza per smentire spaccature e tensioni. «Noi abbiamo sempre gestito le cose in piena autonomia, con Beppe Grillo ci coordiniamo spesso», assicura Di Maio. Ora si torna al tavolo del Pd, «cerchiamo di capire se i giochi sono già fatti tra Renzi e Berlusconi o se stiamo impiegando tempo utilmente», sospira il capogruppo al Senato Buccarella.

PINA PICIERNO

 

Il comico genovese verso Renzi resta diffidente, «è un po’ boriosetto», lo definisce e, colto in un video fuorionda del Corriere.it, senza rendersi conto di essere ripreso, aggiunge che «adesso rappresenta dieci milioni quindi ci colloquiamo», ma «fa il presuntuoso, fa il bambino» nel dare «il compitino» (cioè la lettera con dieci punti a cui chiede al M5S di rispondere). Epperò, garantisce in serata, «spero che l’incontro vada bene».

 

 

2. STIPENDI E BILDEBERG: DI BATTISTA CONTRO MONTI

Da “La Stampa

 

mario monti intervistato da alan friedman 3

Un siparietto inaspettato. Da un lato gli euroscettici dei 5Stelle dall’altro il tecnocrate Mario Monti. Nel mezzo l’economia e il Bilderberg. La prima mossa la fanno proprio i grillini, «presidente vorremmo un incontro con lei...», che incalzano l’ex premier sul Bilderberg e la Trilaterale. «Ma io ho smesso di andarci» ribatte il senatore a vita, «da quando ero commissario europeo perché non mi sembrava opportuno...». Una replica che scatena il parlamentare Alessandro Di Battista che posta subito: «32 mila euro di stipendio al mese (7000 euro di vitalizio dalla Ue, 20 mila come senatore e altro da università)...». Ma soprattutto, pare sottolineare: «93% di assenze al Senato».