RAUTI INDIGESTI PER LA MELONI – LA SOTTOSEGRETERIA ALLA DIFESA, ISABELLA RAUTI, CELEBRA SU TWITTER IL 76ESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DEL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO, TRA I CUI FONDATORI C’È IL PADRE PINO: “ONORE AI FONDATORI E AI MILITANTI MISSINI. LE RADICI PROFONDE NON GELANO”. SI È DIMENTICATA DI AGGIUNGERE FASCISTI, MA LA POLEMICA È COMUNQUE SERVITA SU UN PIATTO D’ARGENTO PER L’OPPOSIZIONE: “CI ATTENDIAMO PAROLE CHIARE DELLA PRESIDENTE MELONI"
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Oggi voglio ricordare il 26 dicembre di 76 anni quando, a Roma, nasceva il Movimento Sociale Italiano (M.S.I.).
— Isabella Rauti (@isabellarauti) December 26, 2022
Onore ai fondatori ed ai militanti missini. ???#26dicembre #msi #FDG #leradiciprofondenongelano pic.twitter.com/KbxOevB0lr
Stefano Baldolini per www.repubblica.it
Un omaggio destinato a far discutere. Un foto di un vecchio poster con la fiamma tricolore, un'altra con la scritta 'Viva il Msi", altre due foto del padre e fondatore del Movimento Pino Rauti. Così la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti ha voluto celebrare su Twitter il 76esimo anniversario della nascita del Movimento sociale Italiano, fondato il 26 dicembre del 1946. "Oggi voglio ricordare il 26 dicembre di 76 anni quando, a Roma, nasceva il Movimento Sociale Italiano - scrive il sottosegretario - Onore ai fondatori ed ai militanti missini".
"Le radici profonde non gelano", conclude Isabella Rauti, che cita una delle frasi iconiche della destra italiana, tratte da Il Signore degli Anelli di Tolkien. La frase è stata anche il titolo di un convegno in memoria di Pino Rauti a un anno dalla morte, il 3 novembre 2013. "Il tema più profondo che è il filo rosso di tanti ricordi è quello delle radici, - rievocò allora la figlia alla fondazione Nuova Italia - quello dell'identità, dell'appartenenza, del radicamento". "Tra radici e nostalgismo" è anche il titolo di un articolo del fondatore di Msi.
Nato in provincia di Catanzaro il 19 novembre 1926, Giuseppe Umberto Rauti a 16 anni si arruolò volontario nella Repubblica sociale italiana e nel 1946 partecipò appunto alla fondazione del Movimento Sociale. Ne fu segretario dal 1990 al 1991. Dopo il congresso di Fiuggi del 1995 che criticò con vigore e che trasformò, sotto la guida di Gianfranco Fini, il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale, Rauti fondò il Movimento Sociale Fiamma Tricolore.
Le parole di Isabella Rauti, membro del governo di Giorgia Meloni, non sono passate inosservate dall'opposizione che attacca.
"Comprendo l'orgoglio e gli affetti famigliari che legano l'onorevole Isabella Rauti alla storia del Msi. Comprendo, ma non posso giustificarlo, come italiano e come democratico. Quelle remote radici sono un problema per la destra, perché il partito nato 76 anni fa aveva un orizzonte di valori e di ideali che erano, e sono, una minaccia per la democrazia liberale finita soffocata nei vent'anni di regime fascista". Lo dichiara Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione.
"La sottosegretaria alla difesa Isabella Rauti ha tolto anche l'ultimo velo di ipocrisia e nel giorno dell'anniversario della fondazione del movimento sociale italiano, su iniziativa di esponenti del vecchio regime e della Repubblica sociale italiana nel 1946, ha scritto che le radici profonde non gelano e che occorre rendere onore ai fondatori di quel partito".
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, dell'ufficio di presidenza alla Camera del gruppo Pd Italia Democratica e Progressista. "Isabella Rauti si è già dimenticato di aver giurato qualche settimana fa sulla costituzione italiana vera grande eredità della resistenza antifascista. Quelle sono le radici di cui essere orgogliosi e da ricordare come democratici e come italiani. Sulla vicenda ci attendiamo parole chiare della presidente Meloni".
La questione delle origini di Fratelli d'Italia, partito della premier, torna ciclicamente alla ribalta. Nei giorni precedenti alle elezioni del 25 settembre, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, e il Pd, chiesero a Giorgia Meloni di togliere la fiamma dal simbolo. "Non ha a che fare con il fascismo - fu la risposta di Meloni - ma è il riconoscimento del percorso fatto da una destra democratica nella nostra storia repubblicana. Ne andiamo fieri".