RAZZA VOLPONA - AL GRAN CIRCO DEI VOTAGABBANA IL TRAPEZISTA ALESSANDRO PROFUMO SI ESIBISCE IN UN DOPPIO SALTO MORTALE – IL BANCHIERE (ROSSO) BACIA LA PANTOFOLA (NERA) DELLA MELONI PER TENERE CALDA LA POLTRONA A FINMECCANICA (IN SCADENZA) - “IL GOVERNO DI DESTRA SI FARA’ E DURERA’ PORTANDO UN CONTRIBUTO NUOVO”, DICHIARA L’AMICO RICCO DI GAD LERNER CON IL QUALE AVEVA CONDIVISO UNA “SQUISITA PASSIONE PER LA SINISTRA” E QUEL PATTO GENERAZIONALE IN CUI A 60 ANNI NON SI DOVEVANO PIU’ ASSUMERE INCARICHI PUBBLICI...
-
DAGONOTA
Più che una virata a destra quella del “banchiere rosso” Alessandro Profumo assomiglia a un doppio salto mortale al quale non si era mai assistito.
Forse il numero uno di Leonardo concedendosi al quotidiano “Libero”, che politicamente non è neppure parente alla lontana della stampa benevola (di sinistra), ha voluto stendere una rete di protezione quando al Gran Circo delle nomine pubbliche si alzerà il sipario sotto la direzione dei nuovi impresari.
E lui, recordman delle liquidazioni milionarie (38 milioni solo da Unicredit), vuole esserci tra i clown e i trapezisti a giocarsi una poltrona.
Chissà come l’avrà presa il giornalista Gad Lerner nel leggere che il suo “amico riccone” si è preso una cotta per la prossima premier Giorgia Meloni.
“Io credo che il governo si farà e durerà e che la destra potrà dare un contributo nuovo”, dichiara felice come una pasqua Profumo. Capito? un “contributo nuovo” perché, aggiunge a scanso di equivoci, “l’ordine, il rigore, sono valori tradizionalmente di destra. Oltre a un certo pragmatismo”.
E, al tempo stesso, il nostro rassicura la Meloni che sta per assumere la guida del Paese nel suo momento peggiore: “Ma è anche una grande occasione”, l’incoraggia Profumo di Arrogance. Leader della razza volpina che non vuole finire in pellicceria.
Per il saluto romano (non richiesto) non rimane che aspettare la sua conferma alla guida della Leonardo. Holding che sotto la sua gestione (sei anni per grazia ricevuta dai governi di centro sinistra), secondo alcuni analisti, non sta certo brillando per risultati.
E in piazza Montegrappa, sede dell’ex Finmeccanica, l’interrogativo del giorno è su quale sarà il futuro della pattuglia degli ex Pd chiamati alla sua corte da Profumo e messi a capo di due inutili ed esose fondazioni: Minniti e Violante. Ma nella filiera rossa di Leonardo entra pure l’ex segretario del Pd, Massimo D’Alema, per il pasticciaccio delle armi alla Colombia.
La sua conversione sulla strada romana della Garbatella ha davvero del miracoloso. Che fine ha fatto la sua ambizione di manager con “una passione, questa sì, squisitamente di sinistra”?
E le riunioni sotto l’Ulivo, il voto alle primarie Pd, le trasferte in jet privati per seguire la Champions o le serate in blue jeans dai poveri di don Colmegna, come ci ha raccontato Gad Lerner nel suo libro “L’Infedele” (Feltrinelli).
E che fine ha fatto quel “patto generazionale” con cui Follini, Lerner, Profumo (e altri) “s’impegnavano a far largo ai giovani una volta compiuta l’età di sessant’anni, rinunciando da allora in poi ad assumere incarichi di vertice istituzionali”? Ah saperlo!
Lo scorso 17 febbraio l’amministratore di Leonardo ha festeggiato i 65 anni ma invece di fare largo ai giovani si sta dando un gran d’affare per tenere calda la sua poltrona. Magari per “rettitudine e spirito di servizio” come sostiene Lerner, ma da sole possono giustificare il suo passo dell’oca ambiziosa a destra?
Oppure, dando credito ancora al ritratto dell’Infedele, Profumo di Arrogance “non si staccherà dal potere fin quando sentirà il bisogno di esserne riconosciuto e risarcito”. Risarcito de’ che? Non gli bastano già il bonus di 38 milioni incassati da Unicredit e le liquidazioni di Eni e Monte Paschi di Siena?
Forse Lerner si è fidato troppo del suo “amico ricco” e della sua condotta morale nel campo del capitalismo. Per dirla con il poeta Walt Whitman a volte: “Gli scommettitori sanno che il cavallo chiamato ‘Condotta’ raramente va oltre il palo, laddove il ronzino chiamato ‘Proprio Interesse’ corre sempre una buona gara.