I RAZZI DI CICCIO KIM NON CADONO SOLO IN MARE - IL SENATORE TORNA IN COREA DEL NORD E SI OFFRE COME MEDIATORE: “SONO PRONTO A TRASFERIRE I MESSAGGI CHE TRUMP VORRA’ FAR ARRIVARE AL MIO AMICO KIM” - NON CREDE ALLA STORIA DEL MISSILE: POTEVANO ABBATTERLO PRIMA, E ANNUNCIA IL LANCIO. DI UN LIBRO AUTOBIOGRAFICO
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Massimiliano Lenzi ad Antonio Razzi su Il Tempo
Razzi.... ma per la pace. Stavolta i Razzi non sono i missili lanciati verso il Giappone con cui il leader nordcoreano Kim Jong-Un sta allarmando il mondo bensì il cognome del senatore italiano, di Forza Italia, Antonio Razzi che in queste ore si è offerto nuovamente (lo aveva già fatto in aprile, in un colloquio con Il Tempo, quando le tensioni tra Corea del Nord ed Usa erano alle stelle) di fare da "mediatore di pace tra Donald Trump e Kim Jong-Un". Proprio su questo lo abbiamo intervistato.
Senatore Razzi, ci risiamo. La Corea del Nord manda in allarme il mondo per il lancio di missili e lei si offre come paladino del dialogo e della pace. Perché?
"Guardi, come lei sa mi sono offerto già da molto tempo di fare da mediatore, perché la forza della politica sta sempre nel dialogo. E poi mi chiedo...".
Cosa si chiede?
"Io mi chiedo e mi domando, al giorno di oggi tutto nel mondo è controllato, persino al bagno siamo controllati. Come mai questo ultimo missile allora ha fatto 2800 km e nessuno lo ha abbattuto e lo hanno visto solo quando è caduto in mare? Potrebbe essere anche un bluff".
Vuol dire che secondo lei potrebbe non essere stato lanciato? Via, non scherziamo...
"Dico solo che ci dobbiamo pure chiedere questo. Con un'altra annotazione: altrimenti vuol dire che l'antimissile non funziona".
Il che non sarebbe molto rassicurante. O no?
"Le ripeto, io sono e resto a disposizione per il dialogo. Il 20 settembre partirò per la Corea del Nord e dal 21 al 26 settembre sarò là, dove sono invitato alle manifestazioni che si terranno a Pyongyang".
Che manifestazioni?
"Esercitazioni militari e giornate di festa, con spettacoli per il pubblico. Mi hanno invitato ed io vado. Se non mi invita, per farle un esempio, non vado neppure da mia sorella".
Ma come, torna in Corea del Nord, con la tensione alle stelle?
"Io non ho paura. Ho fiducia in quella gente ed in quel popolo ed è reciproca. E quindi perché dovrei aver paura di persone che mi hanno dato la loro fiducia? Per i nordcoreani noi italiani siamo i number one al mondo".
E in quei giorni vuol cercare di riportare la pace? Non le sembra una missione impossibile?
"In quei giorni in cui sarò in Corea del Nord, io sarò a disposizione per comunicare, a voce o per iscritto, messaggi al governo nordcoreano da parte di Donald Trump o del nostro premier Gentiloni, se Trump e Gentiloni decideranno di inviare dei messaggi e di consegnarli a me come messaggero di pace. Sono convinto che bisogna parlare perché la bocca è fatta per parlare e per trovare soluzioni pacifiche".
Ma non le pare che Kim Jong-Un stavolta abbia passato tutti i limiti?
"La diplomazia è la via migliore e noi italiani siamo i migliori nelle vie diplomatiche, perché non intraprendere questo strada su cui siamo forti? E poi non ho paura di nessuno, la diplomazia serve proprio a far ragionare persone che si credono feroci. Con quelli buoni e bravi son buoni tutti ad andare d'accordo".
La Corea del Nord deve proprio piacerle, quante volte ci è andato?
"Mi pare undici o dodici. Consideri che dal 2007 sono sempre andato, era il 15 gennaio 2007 e da allora, sono tornato tutti gli anni ed ho visto cambiamenti in positivo, progressi. Vede Pyongyang è la New York della Corea del Nord, ha teatri e scuole bellissime. Magari ce l'avessimo noi in Italia, dove abbiamo edifici scolastici che a volte cadono a pezzi".
Senatore è proprio sicuro di ripartire ? Ci pensi bene?
"Non me lo chieda più, non cambio idea. Sono pronto a fare da tramite e da mediatore tra le parti. Per il bene del Pianeta. E dico ancora una volta a Trump, dialoghiamo".
A parte tornare in Corea del Nord, che altre sorprese sta preparando l'autunno?
"Glielo dico da amico, ma lo può anche scrivere. A metà ottobre uscirà in libreria il mio nuovo libro, 'Un senatore possibile'".
Di che si tratta?
"È la mia biografia, la storia della mia famiglia, la mia storia ma si parla anche di avvenimenti politici importanti e pure dei miei incontri con le personalità del mondo contemporaneo, tra cui Kim Jong-Un. Insomma un racconto della mia vita politica".
Ancora Kim Jong-Un?
"Stia tranquillo il libro lo presenterò nelle Americhe, ovvero in Canada e Stati Uniti dove sarò dal 1 al 7 novembre prossimi. Toronto, Washington, New York e Philadelphia - città dove vivono molti italiani. Sarà il mio regalo...".
Un Regalo? In che senso senatore?
"Andrò girando con il mio libro, di città in città, in America, per cercare di pacificare il mondo poche settimane prima del Natale. Un dono di pace".