REDDITO DI CITTADINANZA, QUANTO MI COSTI? – UNA MAZZATA DA 577 EURO A TESTA: È LA PRIMA STIMA DELLE COPERTURE TEORIZZATE PER LA MANOVRA GIALLOVERDE, TUTTE A CARICO DEI CONTRIBUENTI CON UN REDDITO SUPERIORE AI 15MILA EURO LORDI – L’IMPATTO TOTALE DELLA LEGGE DI BILANCIO SARÀ DI 40 MILIARDI. LA MAGGIOR PARTE…

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Gian Maria De Francesco per “il Giornale”

 

soldi buttati

Una mazzata da circa 577 euro e 50 centesimi per soggetto Irpef. È il costo medio stimato delle coperture al momento teorizzate per la manovra gialloverde (13 miliardi di euro) che dovranno sopportare i 22,514 milioni di contribuenti che dichiarano un reddito superiore ai 15mila euro lordi annui.

 

La legge di Bilancio così come si prefigura, infatti, avrà un impatto di circa 40 miliardi di euro che non saranno tutti finanziati dal ricorso al deficit. L' innalzamento dell' asticella del deficit/Pil dallo 0,8% al 2,4% significa che oltre 27 miliardi saranno recuperati aumentando il disavanzo.

 

Restano, per l' appunto, circa 13 miliardi da trovare. Poiché la pace fiscale (3,5 miliardi il gettito minimo previsto) non può considerarsi una copertura data la sua natura temporale e straordinaria, la maggior parte dovrà essere trovata tramite la famosa spending review che è il taglio di spese anche a livello fiscale sotto forma di bonus, incentivi e detrazioni.

reddito cittadinanza di maio

 

Casualmente quei 13 miliardi rappresentano, in buona sostanza, l' ammontare dello stanziamento per il reddito di cittadinanza (10 miliardi) e per i centri per l' impiego.

Considerato che oltre 149 miliardi su 156 di gettito di Irpef netta arrivano dalla fascia di redditi lordi superiori ai 15mila euro annui, la si può ben individuare come la parte di Italia finanzierà le promesse di Di Maio con il proprio reddito da lavoro, con le proprie imposte e con i propri consumi.

 

Gli intenti punitivi a livello fiscale nei confronti di banche, assicurazioni e utility comporterà necessariamente un incremento dei prezzi. Si tratta, in ogni caso, di un trasferimento monstre di ricchezza dai settori produttivi, dal lavoro a chi dal lavoro è fuori perché disoccupato o pensionato.

DI MAIO SALVINI

 

Anche se il vicepremier Di Maio ha ribadito che «non si tratta di pagare chi sta sul sofà» non è al momento possibile stabilire se e come questi percorsi di reinserimento per i disoccupati saranno gestiti: le uniche certezze sono l' impossibilità di rifiutare più di tre offerte di lavoro e l' offerta di almeno otto ore gratuite di lavoro al proprio Comune di residenza.

 

Allo stesso modo, il reddito di cittadinanza funzionerà anche come un complemento al reddito per colmare il poverty gap cioè la differenza tra le proprie entrate e i 780 euro mensili intesi come soglia minima di sussistenza. Solo così la provvidenza «a cinque stelle» può raggiungere una platea di 6,5 milioni di persone senza diventare una semplice mancia da «soli» 128 euro mensili.

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

 

Ovviamente la stangata media da 577 euro non si ripartirà uniformemente tra tutti i contribuenti. Fino a 26.600 euro si sentirà meno perché «attutita» dal bonus renziano di 80 euro scaricando i suoi effetti malefici su coloro che hanno un reddito dai 30mila euro in su. La Uil, ad esempio, ha calcolato l' effetto di un abbassamento dal 19 al 17% della detrazione su alcuni oneri come le spese mediche. Secondo il sindacato, il gettito sarebbe alquanto modesto (583,8 milioni di euro) ma graverebbe per oltre due terzi proprio sui redditi fino a 35mila euro.

 

conte di maio salvini

In particolare il 42,6% delle maggiori entrate (248,8 milioni)sarebbe recuperato nella fascia 20-35mila euro di reddito annuo lordo. Anche i redditi tra i 10mila e i 20mila euro sarebbero interessati in maniera sostanziosa e rappresenterebbero il 22,5% del totale del gettito (131,3 milioni di euro). Oltre i 100mila euro, invece, il gettito si ridurrebbe a 23,5 milioni (4% del totale).

DI MAIO

 

È superfluo affermare che, anziché giocare con la finanza pubblica, sarebbe stato meglio studiare una soluzione «globale» che sapesse conciliare le difficoltà di chi è all' interno del mondo del lavoro con quelle di chi ne è escluso. Hanno prevalso le ragioni di quel 32% di votanti che hanno scelto M5s il 4 marzo. Hanno perso tutti gli altri.