1.RENZI, ABBIAMO UN PROBLEMA.ANZI 2! I GENITORI DEL 'DUCETTO' INDAGATI PER FALSE FATTURE
2. OLTRE ALL' INTERROGATORIO A ROMA PER IL CASO CONSIP, BABBO TIZIANO SARA' MESSO SOTTO TORCHIO ANCHE A FIRENZE – NEL 2017 LA FINANZA SI PRESENTO' ALLA "EVENTI 6", L' AZIENDA DELLE DONNE DELLA FAMIGLIA E LUI AVREBBE DETTO: "MIA MOGLIE NON C' ENTRA"
3. I GENITORI DI RENZI HANNO OTTENUTO DI RINVIARE IL CONFRONTO CHE AVVERRA’ DURANTE LE TRATTATIVE PER I PRESIDENTI DELLE CAMERE- I RAPPORTI CON L'IMPRENDITORE DAGOSTINO
Giacomo Amadori per la Verità
Se il pentolone dell' inchiesta Consip bolle in modo vivace, quello delle inchieste fiorentine sui genitori di Matteo Renzi, Tiziano e Laura, sta per far saltare il coperchio. Ieri abbiamo scritto che il prossimo 26 marzo Renzi senior dovrebbe essere ascoltato dai magistrati di Roma in un decisivo interrogatorio riguardante le accuse di traffico di influenze illecite nell' ambito del fascicolo Consip.
Oggi possiamo aggiungere che Tiziano sarà presto messo sotto torchio anche a Firenze, dove è indagato per bancarotta e false fatture, e questo avverrà, a quanto risulta alla Verità, prima dell' appuntamento romano, cioè la prossima settimana, in concomitanza con i lavori per l' elezione dei presidenti di Camera e Senato. Insieme con Tiziano è stata convocata pure la moglie, coinvolta in quanto presidente e rappresentante legale della Eventi 6, l' azienda di proprietà delle donne di casa Renzi (Laura 8%, Matilde 56% e l' altra figlia Benedetta 36%). L' audizione dei due genitori era prevista per l' altro ieri, ma il loro avvocato Federico Bagattini ha chiesto di rinviare l' appuntamento di qualche giorno per un impedimento.
Un doppio interrogatorio che rischia di costringere Matteo Renzi a giocarsi la partita delle nomine per le due importanti cariche istituzionali con in testa preoccupazioni di ben altro genere.
I fascicoli in cui sono coinvolti i genitori del neo senatore piddino sono due, e La Verità ne ha già scritto a novembre, quando l' avvocato dei Renzi, Bagattini, e alcuni esponenti del Partito democratico parlarono di «fake news»: un procedimento, portato avanti dal procuratore aggiunto Luca Turco, riguarda il fallimento della coop Delivery service Italia, l' altro un giro di fatture per operazioni inesistenti. Quest' ultimo dossier è in mano alla pm Christine von Borries, nata a Barcellona da padre tedesco e madre torinese. Il prossimo 28 marzo uscirà il suo quarto romanzo («gialli amati da Andrea Camilleri» ci informa Giorgio Dell' Arti, con protagonista una vicedirettrice dei servizi segreti), dal titolo quasi programmatico: A noi donne basta uno sguardo.
Un' intestazione che non può non non destare qualche preoccupazione negli indagati.
Il filone sulle false fatture è quello in fase più avanzata, tanto che, come conferma il viavai di ufficiali della finanza in Procura, oltre agli interrogatori sono attesi altri colpi di scena e un disvelamento delle indagini ormai in dirittura di arrivo, quasi sicuramente ad aprile.
Il gong suonerà non appena sul tavolo della von Borries giungeranno i risultati degli ultimi accertamenti investigativi, destinati a chiudere il cerchio.
L' inchiesta della pm italotedesca ha preso il via da un altro fascicolo, istruito nei confronti di un gruppo di imprenditori in rapporti di affari con Tiziano Renzi e accusati di aver presentato dichiarazioni fraudolente mediante l' uso di fatture per operazioni inesistenti. Per raggiungere lo scopo avrebbero utilizzato come cartiere una decina di società, tra le quali la Tramor srl e l' immobiliare Nikila invest srl di Luigi Dagostino e Ilaria Niccolai, ex soci di Tiziano Renzi nella Party srl. Dagostino, costruttore barlettano impegnato nel settore degli outlet del lusso, è una di quelle amicizie di Tiziano che susciterebbero in Matteo Renzi (parole sue) conati di vomito. Nei mesi scorsi l' imprenditore con i magistrati ha ammesso di aver prodotto false fatture e ha pagato circa 3 milioni all' erario garantendosi il cosiddetto ravvedimento operoso. Ma l' altro ieri, convocato in Procura per rispondere delle nuove accuse che coinvolgono i Renzi, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Von Borries ha puntato la sua attenzione su due fatture pagate da Dagostino ai coniugi Renzi: una da 20.000 euro e una da 140.000. La più piccola, come abbiamo già scritto a novembre, è stata pagata dalla Tramor srl (all' epoca riconducibile a Dagostino e oggi di proprietà del gruppo Kering) ed emessa dalla Party srl, società già amministrata da Laura Bovoli e fondata nel 2014 da babbo Renzi (40% di quote), dalla Nikila invest (di proprietà di Dagostino e della Niccolai).
Il 6 ottobre scorso gli uomini della Guardia di Finanza, con in mano un ordine di esibizione, hanno chiesto a Dagostino, liquidatore della Party, la contabilità della società.
La fattura da 140.000 euro è stata, invece, saldata dalla Tramor alla Eventi 6. Sul nostro giornale ne avevamo parlato per la prima volta a luglio, spiegando che Tiziano aveva ricevuto da Dagostino un incarico di consulenza per un studio di fattibilità legato alla ristorazione dentro agli outlet «che non vide la luce, ma venne profumatamente pagato».
Sempre il 6 ottobre 2017 le Fiamme gialle di Firenze si sono presentate alla Eventi 6 con un ordine di esibizione di atti e hanno chiesto conto di questa fattura. Una fonte interna al Giglio magico ci ha confidato che, alla vista dei militari, Renzi senior avrebbe esclamato: «Mia moglie deve andare a casa, lei non c' entra niente () qui chi decide strategie e politiche di marketing sono solo io, quindi il responsabile sono io e non lei». Tiziano con una nostra fonte avrebbe ricostruito la genesi delle due parcelle, in particolare di quella da 140.000 euro:
«C' era un fornitore che aveva bisogno di fare delle fatture un po' più alte e io gliele ho pagate, poi lui mi ha restituito la differenza così... quindi avevo questi soldi e non sapevo come fare... in azienda c' era bisogno».
Renzi senior con i militari avrebbe provato a giustificare quel pagamento, elencando le attività per cui sarebbe stato corrisposto. Nell' occasione avrebbe rilasciato spontanee dichiarazioni e nel breve verbale avrebbe sottolineato gli ottimi rapporti con Dagostino e la stima nei confronti dell' uomo che in passato lo aveva ingaggiato come consulente per la logistica dei clienti degli outlet di Reggello, Sanremo e Fasano.
Pochi giorni dopo babbo Renzi aveva confidato al nostro informatore di essere preoccupato per il possibile coinvolgimento della moglie nell' inchiesta. Purtroppo per lui, non è riuscito a tenere la signora Lalla fuori dai guai.