1. RENZI E MADAMA BOSCHI FINISCONO IN UN CUL DE SAC: L’AVVOCATO PAOLA SEVERINO SCONSIGLIA DI QUERELARE DE BORTOLI (GHIZZONI POTREBBE ‘CANTARE’ E MARIA ‘ETRURIA’ PERDERE IL PROCESSO) E GENTILONI NON VUOLE LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE BANCHE
2. QUELLA COMMISSIONE CHE E' LA CONDIZIONE POSTA DA GHIZZONI PER VUOTARE IL SACCO
3. MIGUEL GOTOR LA DICE TUTTA: “E’ COME NEL CASO CONSIP, DOVE TRA LOTTI E MARRONI UNO DEI DUE MENTE TUTTAVIA SONO RIMASTI ENTRAMBI AL LORO POSTO, ANCHE IN QUESTO CASO QUALCUNO NON HA DETTO LA VERITÀ”. LA LEGA: “VEDRETE CHE L'AUDIZIONE DI GHIZZONI, CON MILLE SCUSE, VERRÀ RIMANDATA IN AUTUNNO, QUANDO SARÀ GIÀ STATA VARATA LA LEGGE DI STABILITÀ LACRIME E SANGUE E NON SARÀ PIÙ POSSIBILE ANDARE AL VOTO ANTICIPATO...”
 


1 - ETRURIA, GELO GENTILONI I DUBBI DEL PREMIER SULLA COMMISSIONE

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

boschi ghizzoni

«Qui la politica si è occupata di One Belt One Road, cioè la Via della Seta». Passo e chiudo. Una settimana dopo la nascita del caso, Paolo Gentiloni affronta ancora con il silenzio, tradotto in una risposta evasiva pronunciata nella hall di un albergo di Pechino, la vicenda sollevata dal libro di de Bortoli sui rapporti tra l'ex ad di Unicredit Ghizzoni e Maria Elena Boschi. Da Palazzo Chigi fino adesso è filtrato solo un «pieno sostegno» ufficioso alla ex ministra ma niente di più.

 

GENTILONI XI JINPING

E se Ghizzoni dice che è la politica a doversi occupare di una materia, Banca Etruria, che investe il governo al suo massimo livello (Boschi è la sottosegretaria alla Presidenza), Gentiloni sceglie una linea diversa da quella di Matteo Renzi: non contrattaccare ma attendere lo sviluppo degli eventi.

 

E' imbarazzo? Comunque, è una condotta alternativa a quella del segretario del Pd. L'impressione è che il premier stia cercando di proteggere il suo governo da una tempesta che è già abbastanza forte così. Una parola in più, da una parte o dall'altra, e l'equilibrio delicato su cui si muove l'esecutivo può saltare. Allontanare i riflettori dal caso serve anche a mettere in sicurezza l' appuntamento del G7 a Taormina.

 

boschi ghizzoni

Ma il silenzio è fin dall'inizio la strada scelta da Gentiloni per risolvere il dualismo con Renzi, dominus del Pd prima e ora segretario rilegittimato dalle primarie. Il tacere in pubblico ha aiutato il premier a non ingaggiare un duello con il suo predecessore sulle elezioni anticipate. Con il risultato che adesso l'orizzonte del 2018 è praticamente scontato. La posizione di Palazzo Chigi è sempre stata quella di far convincere da solo (e con i suoi tempi), il segretario dem sulle priorità da affrontare. Le elezioni non rientravano in questa categoria e l'argomento, usato spesso in privato, era che insistere sul voto rischiava solo di portare il Pd «a farsi male».

 

gentiloni e renzi

Con il silenzio stavolta si vuole probabilmente indurre Renzi a rinunciare o a glissare sulla commissione d'inchiesta sulle banche. Un'idea che non entusiasma Gentiloni. E non solo lui. Secondo una parte del Partito democratico può rivelarsi un boomerang vista la coincidenza con la campagna elettorale. In fondo, Ghizzoni, con le sue parole a Repubblica, ha dato una mano agli scettici della commissione d'inchiesta.

 

«Parlerò solo davanti al Parlamento», la sua frase, è un buon motivo per lasciar perdere. Eppure il leader del Pd insiste. Anche ieri ha rilanciato l'idea di un'indagine sulla storia dei rapporti politica- banche come elemento di verità e di chiarezza. Una linea che non è quella del premier. Anche stavolta i due viaggiano su binari paralleli, sebbene la materia sia strettamente parlamentare e il governo non abbia voce in capitolo.

boschi ghizzoni

 

Il silenzio di Gentiloni viene aiutato anche dal lungo giro all' estero che oggi lo porta dalla Cina a Sochi dove domani mattina vedrà Putin. Una risposta evasiva si può giustificare quindi se l' intento è quello di non "sporcare" una visita di Stato dagli aspetti per certi versi sorprendenti.

 

Domenica sera Gentiloni e la moglie Manù erano in prima fila ad assistere allo spettacolo offerto dal presidente della Repubblica popolare Xi Jinping in occasione del forum sulla via della Seta. Dietro di loro leader apparentemente più importanti sullo scacchiere internazionale. Oggi, unico tra i capi di governo presenti al super summit, il premier italiano, dopo i bilaterali con Xi Jinping e il primo ministro Li Keqiang, avrà il pranzo con il presidente.

GENTILONI

 

Pesa naturalmente il fatto che Gentiloni sia il solo rappresentante del G7 presente al forum e che la prossima settimana presiederà la riunione di Taormina. È dunque un riguardo interessato quello cinese. Ma non basta a spiegare certe accortezze del gigante asiatico.

 

Gli esperti dicono che ha contato anche la memoria lunga di questo paese dalla storia millenaria. A settembre Gentiloni, titolare della Farnesina, fu tra i pochissimi leader europei presenti in Cina alle solenni commemorazioni del 70° anniversario della fine della guerra mondiale in Asia. Trasferta passata sotto traccia in Italia. Ma i gesti compiuti in silenzio a volte funzionano.

 

PAOLA SEVERINO

2 - L'AVVOCATO SCONSIGLIA DI QUERELARE DE BORTOLI

Elisa Calessi per “Libero quotidiano”

 

È stato l' avvocato Paola Severino, suo legale, a consigliare a Maria Elena Boschi di non querelare Ferruccio de Bortoli per le rilevazioni contenute nel libro Poteri forti. Per una ragione molto semplice: se lo avesse fatto, Federico Ghizzoni sarebbe stato convocato dal giudice come testimone. E non avrebbe potuto sottrarsi.

FERRUCCIO DE BORTOLI POTERI FORTI

 

A quel punto si sarebbe arrivati per forza al chiarimento che per ora non c' è: Ghizzoni conferma quanto ha detto a de Bortoli (smentendo Boschi), cioè che l' ex ministro gli avrebbe chiesto di interessarsi di Banca Etruria per una possibile acquisizione, oppure no? Senza contare che quanto scritto dall'ex direttore del Corriere della Sera, per quanto politicamente pesante, è dubbio che possa essere considerato diffamatorio. Quindi, rischierebbe di perdere l' eventuale processo.

 

de bortoli

Il caso, però, continua a tener banco. Ieri Ghizzoni ha rotto il silenzio in un colloquio con Repubblica, dicendo di essere disposto a parlare, ma solo davanti alla commissione di inchiesta sulle banche (che peraltro ha poteri equiparati a quelli della magistratura). «Se mi convocheranno», ha detto a Repubblica, «parlerò alla commissione d'inchiesta: in Parlamento, non sui giornali, risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno», spiegando che «adesso non parlo, perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo».

 

federico ghizzoni

E poi, ha aggiunto, «è un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolverlo». Parole che suonano quasi come un invito a essere ascoltato. Solo che la commissione d'inchiesta sulle banche non esiste ancora. Ma dovrebbe vedere la luce a breve.

 

Il 24 maggio è previsto che l'Aula della Camera dei deputati la istituisca. Dopo di che i gruppi dovranno indicare i componenti, dovrà essere eletto un presidente. Solo allora verrà formato un calendario dei lavori, con l'elenco delle audizioni. A quel punto, se l' opposizione lo chiede, Ghizzoni verrà sentito? Non è detto, perché ogni richiesta va votata.

 

anna cinzia bonfrisco

Se la maggioranza volesse, potrebbe bocciare la proposta. Per quanto, si dice tra i dem, sarebbe politicamente complicato rifiutarsi di sentire l'ad di Unicredit. Ci sarebbe un'altra via, più veloce, indicata ieri dalla senatrice Cinzia Bonfrisco: che Ghizzoni venga ascoltato dalla Commissione Finanze del Senato. La senatrice, che fa parte della commissione, ha detto che lo chiederà formalmente. Anche se la commissione Finanze non ha gli stessi poteri di quella d'inchiesta.

 

Paolo Gentiloni, che si trova a Pechino, non ha voluto commentare. Interpellato dai cronisti, ha risposto che «qui la politica si è occupata di One Belt One Road, cioè la Via della Seta».

 

A Roma, però, la bufera infuria. «Siamo sicuri», accusa Paolo Grimoldi della Lega Nord, «che l'audizione di Ghizzoni, con le solite mille scuse, verrà rimandata a tardo autunno, quando sarà già stata varata la legge di stabilità lacrime e sangue e non sarà più possibile cambiare la rotta attraverso il voto anticipato». Va all'attacco Mdp, con Roberto Speranza: «La posizione di Boschi è indifendibile. Se ha mentito al Parlamento deve dimettersi».

 

GOTOR

E a Otto e Mezzo Miguel Gotor fa sapere che chiederanno «chiarimenti a Gentiloni»: «Come nel caso Consip, dove tra Lotti e Marroni uno dei due mente e tuttavia sono rimasti entrambi al proprio posto», anche in questo caso «qualcuno non ha detto la verità». Intanto de Bortoli dice di «non aver ricevuto finora alcuna querela» da parte della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio.

 

Beppe Grillo, sul blog, accusa: «Senza querela è evidente che la magistratura non potrà indagare e l'eventuale verità giudiziaria non verrà a galla: no querela, no party!». Matteo Renzi, però, difende Boschi, sfidando il M5S e invitando a fare presto la commissione d'inchiesta sulle banche: «Boschi», ha scritto ieri nella e-news, «ha risposto con un post e ha confermato "dalla a alla zeta" ciò che ha già detto in Parlamento, affidando la pratica agli avvocati».

MARIA ELENA BOSCHI E LE BALLE SU ETRURIA

 

Dopodiché, aggiunge, quando si comporrà la commissione d' inchiesta, per la quale il Pd «ha votato a favore e M5S contro», allora «si capirà finalmente di cosa parliamo, quando si tratta di banche e delle responsabilità della classe dirigente». Il M5S replica: «Renzi bluffa, prima ha perso oltre un anno di tempo al Senato e poi ha fatto in modo di spuntare le unghie all' organismo su capitoli chiave».

 

In realtà, dietro alla linea di far quadrato attorno Boschi, al Nazareno sono preoccupati dalla piega che può prendere la vicenda. Il timore non è tanto che possa emergere qualcosa di penalmente rilevante, quanto che, se i grillini tengono alta la polemica e Ghizzoni parla, si ponga prima o poi un problema di opportunità politica. Categoria che lo stesso Renzi, in passato, ha più volte usato sia con esponenti di altri partiti, vedi il ministro Cancellieri, sia con quelli del Pd.

RISPARMIATORI ETRURIA