RENZI NON PERDONA - VI RICORDATE DEL VIDEO DI MATTEUCCIO CHE GIOCAVA A PALLAVOLO CON MOGLIE E FIGLI NEL GIARDINO DI CASA DURANTE IL LOCKDOWN? IL VICINO CHE L’HA FILMATO È STATO ASSOLTO E DOVRÀ PAGARE UN RISTORO DI 6.500. MA ALL’EX PREMIER NON BASTA: FARÀ CAUSA CIVILE PER OTTENERE UN RISARCIMENTO…
-Da https://iltirreno.gelocal.it/
Il video finì sui social. Si vedevano lui moglie e figli che giocavano a pallavolo nel giardino della villa. Pieno lockdown. Le immagini rimbalzarono da una chat all’altra su Whatsapp, e alla fine perfino sul suo telefono.
Un’invasione della privacy che Matteo Renzi non gradì per niente, tanto che denunciò il vicino che aveva filmato la scena. Adesso quel vicino ha ottenuto l’assoluzione ed estinto il reato e dunque il processo a suo carico pagando un ristoro di 6. 500 euro, ma non eviterà la causa civile. Renzi non perdona e, dopo il procedimento penale, l’ha citato in giudizio per ottenere un risarcimento.
Nel video, infatti, oltre a costituire una violazione della privacy, si affermavano anche cose false, tra cui la circostanza che nel giardino della villa di Renzi fossero presenti anche degli amici, in violazione delle norme anti Covid.
Il vicino di casa, difeso dall’avvocato Mario Taddeucci Sassolini, oltre a presentare una lettera di scuse ha versato a Renzi, parte civile nel procedimento e assistito dall’avvocato Federico Bagattini, un assegno da 6.500 euro, cifra ritenuta congrua dal giudice per estinguere il reato. Nella sua Enews, tuttavia, il senatore di Italia Viva ha afferma che la settimana prossima lui e la sua famiglia procederanno alla richiesta danni anche in sede civile.
«È scandaloso – scrive Renzi in una lettera inviata al giudice del processo penale – che si possano riprendere dei minorenni, per di più all’interno della loro abitazione o giardino. E forse ancora più scandaloso che si possa affermare che i minorenni violino delle regole stabilite dal governo per tutti i cittadini».
«Mia moglie Agnese – prosegue la lettera – è insegnante ed è stata costretta a spiegare alla cerchia di conoscenti che non vi era alcuna violazione in casa nostra del Dpcm. Ma soprattutto lo ha dovuto fare a scuola, davanti a coetanei dei nostri figli». «I componenti della scorta – aggiunge ancora il senatore – sono stati pesantemente colpiti nella loro professionalità. Sostenere che personale dell’Aisi si possa prestare a accompagnare amici minorenni da una casa all’altra profondamente lesivo della reputazione»..