RENZI, TI VA BENE IL 18 RITARDANTE? - I BERSANIANI PROVANO A MEDIARE SULLA RIFORMA DEL LAVORO CHIEDENDO LE TUTELE DELL’ART. 18 PER I NEOASSUNTI DOPO I PRIMI TRE ANNI
Giusy Franzese per “il Messaggero”
Articolo 18 ma anche mansioni e controlli a distanza. E poi sfoltimento delle forme contrattuali e risorse certe per attuare l’estensione degli ammortizzatori sociali e il potenziamento delle politiche attive. Sono questi gli argomenti dei sette emendamenti principali alla delega sul lavoro presentati da folti gruppi di senatori del Pd che non condividono la linea Renzi-Poletti.
Se dovessero ottenere l’ok dell’aula, cambierebbero profondamente l’architettura del nuovo mercato del lavoro disegnata dal governo. Ma c’è ancora tempo per nuove mediazioni e compromessi: l’esame del provvedimento in aula non partirà prima di martedì 30 settembre, il giorno dopo la riunione della direzione Pd.
All’interno della forze di maggioranza anche Scelta civica ha presentato alcune proposte di modifica: non toccano il tema bollente dell’articolo 18 ma quello (altrettanto scottante) della rappresentanza sindacale. Nessun emendamento da Ncd. Una valanga, invece, le proposte presentate dalle opposizioni: sfiorano quota 750, di cui svariate centinaia di Sel e altrettante del Movimento cinque stelle.
REINTEGRO SOLO CONGELATO
«Pieno godimento delle tutele a partire dal quarto anno di assunzione»: eccole le parole chiave dell’emendamento sottoscritto da 29 senatori Pd (primo firmatario Federico Fornaro) che punta a mettere paletti precisi ai decreti attuativi che regoleranno il futuro articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Si chiede, quindi, che il nuovo contratto a tutele crescenti per i neoassunti non cancelli per sempre la tutela reale del reintegro in caso di licenziamento illegittimo, ma la sospenda per i primi tre anni (durante i quali ci sarà solo un indennizzo crescente in relazione all’anzianità di servizio). Poi tornerà tutto come è ora. È in pratica la stessa proposta contro la quale si era schierata Ncd e che aveva provocato l’impasse in commissione Lavoro.
LIMITI AL DEMANSIONAMENTO
Paletti più stretti anche per le altre due modifiche allo Statuto dei lavoratori previste dal testo approvato in commissione: demansionamento e controlli a distanza. Un emendamento sottoscritto da 28 senatori dem prevede che la possibilità di cambiare le mansioni di un lavoratore, in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale, va definita sulla base di «parametri oggettivi» e comunque necessita di un accordo tra le parti.
Per quanto riguarda la possibilità di controlli a distanza (attualmente vietati) si chiede che tali controlli possano essere fatti solo sugli impianti. Altri emendamenti chiedono un deciso sfoltimento delle attuali tipologie contrattuali, il limite di 5.000 euro l’anno di reddito per l’utilizzo dei voucher, una maggiore convenienza «in termini di oneri diretti e indiretti» del contratto a tempo indeterminato rispetto alle altre forme di assunzione.
PRIMA LE POLITICHE ATTIVE
Sono giorni che Renzi e i suoi fedelissimi dicono che le loro intenzioni sono quelle di estendere tutele a protezioni a chi ora ne è escluso. Ed ecco la sfida della minoranza del suo partito messa nero su bianco da 38 firmatari: il governo faccia prima la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, e solo dopo (o contestualmente) introduca il contratto a tutele crescenti.