NELLA RETE DI EVA – DAI VOTI CON IL PPE AI LEGAMI CON PANZERI, L'EX VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, EVA KAILI, AVEVA TESSUTO UNA FITTA TRAMA DI CONTATTI IN AUTONOMIA RISPETTO AL SUO PARTITO, PASOK (CHE INFATTI AVEVA DECISO DI NON RICANDIDARLA NEL 2024) – NEGLI ULTIMI MESI SI ERA DATA MOLTO DA FARE NELL'INDAGINE A BRUXELLES SULLO SCANDALO “PEGASUS”, LO SPYWARE UTILIZZATO DA ALCUNI GOVERNI, COMPRESO IL MAROCCO, PER SPIARE GIORNALISTI E OPPOSITORI POLITICI…
-Marco Bresolin per “La Stampa”
«E comunque vorrei che una cosa fosse chiara: io e il mio partito non avevamo sostenuto la candidatura a vice-presidente di Eva Kaili. Iratxe era stata informata di questo». Strasburgo, 12 dicembre 2022, pochi minuti prima delle 17. Gli eurodeputati del gruppo dei socialisti-democratici sono in una sala del Parlamento di Strasburgo per un vertice a porte chiuse. Non ci sono nemmeno gli assistenti.
È la prima riunione dopo gli arresti che hanno sconvolto l'Eurocamera e portato in carcere una vice-presidente. La tensione nella stanza è palpabile. Lo sfogo è di Nikos Androulakis, che oltre a essere uno dei due eurodeputati del Pasok è anche il presidente del partito socialdemocratico greco. A gennaio Eva Kaili era stata candidata alla vicepresidenza dell'Aula contro la volontà del suo stesso partito: una cosa piuttosto inedita.
Gli altri eurodeputati, compresi quelli del Pd, cadono dalle nuvole. Non Iratxe Garcia Perez, la capogruppo spagnola, che effettivamente era al corrente. Tutti si aspettano una spiegazione, ma suona la campanella: bisogna entrare in Aula perché Roberta Metsola sta per aprire una delle sedute più difficili del Parlamento europeo. La risposta ancora deve arrivare, ma ieri il gruppo dei socialisti-democratici ha deciso di avviare un'indagine interna su tutti i fatti anomali che si sono registrati quest'anno tra plenaria, commissioni e gruppi di lavoro.
Al centro dell'attenzione ci sono soprattutto le mosse di Eva Kaili, che specialmente nell'ultimo anno ha tessuto una rete di relazioni totalmente autonoma dal Pasok, il suo partito. «Lei era il Cavallo di Troia di Nuova Democrazia»: così l'ha definita lo stesso Androulakis, riferendosi al partito di centrodestra che governa ad Atene. Tanto che a settembre aveva comunicato a Iratxe Garcia Perez la volontà di non ricandidarla alle Europee del 2024.
Lei però stava già lavorando a un piano B: diventare sindaco di Salonicco con l'appoggio del centrodestra. Del resto, in occasione della sua elezione a vice-presidente, con lei si erano congratulate pubblicamente alcune figure del governo di Atene. E il quotidiano filo-governativo «Proto Thema» aveva rivelato che il premier Kyriakos Mitsotakis si era battuto in prima persona per la sua nomina. Il Pasok, invece, l'aveva subita. Kaili aveva un ottimo rapporto con Margaritis Schinas, ex portavoce della Commissione Juncker e attuale vice-presidente dell'esecutivo Ursula von der Leyen, anche lui esponente di Nuova Democrazia.
Il 18 novembre scorso Kaili e Schinas si erano incontrati ad Abu Dhabi in occasione del viaggio in Qatar del commissario per il match inaugurale dei Mondiali (con loro c'era anche un viceministro di Atene). «Abbiamo preso soltanto un caffè, greco» si è giustificato di recente il commissario. Pochi giorni dopo, il 21 novembre, lei ha pronunciato l'ormai celebre intervento in Aula in difesa di Doha e si è astenuta sulla risoluzione che definiva la Russia «uno Stato terrorista». Ieri l'Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, ha avuto il primo contatto diplomatico con il governo qatarino dall'inizio dello scandalo: in Giordania ha incontrato il ministro degli Esteri Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. «È necessario che le indagini in corso facciano piena chiarezza».
Negli ultimi mesi Kaili si è data molto da fare anche all'interno delle attività del Parlamento per far luce sullo scandalo Pegasus, lo spyware utilizzato da alcuni governi per spiare giornalisti e oppositori politici. Un'attività sulla quale oggi si concentra l'attenzione della procura belga proprio perché la commissione d'inchiesta dovrà indagare anche sul Marocco.
La greca, molto attiva sul fronte delle criptovalute, lo scorso anno era stata relatrice ombra del provvedimento. E quest'estate si era nuovamente scontrata con il collega Androulakis, vittima di spionaggio da parte del governo di Atene. Lei aveva cercato di frenare l'attività investigativa del Parlamento Ue, dicendo che si trattava di un software diverso da Pegasus.
A settembre Kaili aveva fatto andare su tutte le furie il suo gruppo per aver votato a favore della nomina di Alessandro Chiocchetti a segretario generale del Parlamento Ue, proposto da Roberta Metsola e sostenuto dal centrodestra. Gli altri tre vicepresidenti socialisti, come da indicazioni, si erano astenuti, mentre il Pd aveva comunicato che Pina Picierno avrebbe votato a favore di Chiocchetti «in quanto italiano». Kaili, invece, aveva giustificato il suo sì dicendo che «tanto avrebbe vinto lo stesso».
L'ultimo episodio sotto la lente risale al 1° dicembre, quando Kaili si è imbucata nell'ormai famosa seduta della commissione Libe, facendo figurare un voto in più. Si votava la liberalizzazione dei visti per i cittadini del Qatar. E il video della sessione si conclude con lei che corre dal collega Marc Tarabella per un caloroso abbraccio di sollievo.