PER RIFORNIRE ZELENSKY E ACCONTENTARE GLI AMERICANI, RIMARREMO SENZA ARMI? – IL MINISTRO DELLA DIFESA, GUIDO CROSETTO, SMENTISCE CHE L’ARSENALE ITALIANO SI STIA SVUOTANDO DOPO IL NUOVO PACCHETTO DI AIUTI ALL’UCRAINA. SARÀ, MA IERI AL COPASIR HA RIBADITO LA PROPOSTA, FATTA DALL'ITALIA IN UE, DI ESCLUDERE GLI INVESTIMENTI MILITARI DAL PATTO DI STABILITÀ, PERCHÉ “SERVE RIFORNIRE LE SCORTE”. PER QUALE MOTIVO VANNO RIFORNITE SE LA SOGLIA DI RISCHIO NON È STATA RAGGIUNTA, NÉ LO SARÀ?
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1. “PUTIN STA PER LANCIARE L’ATTACCO FINALE: VA FERMATO E COSTRETTO A NEGOZIARE”
Estratto dell’intervista rilasciata da Guido Crosetto a Francesco Olivo, per “La Stampa”
[…] Esiste il rischio che, a forza di consegnare armi all'Ucraina, l'Italia resti sguarnita da un punto di vista militare?
«[…] non si andrà mai oltre una soglia di rischio che possa intaccare la capacità militare di difendere l'Italia».
2. QUEI DRONI «FUORI SACCO» E I SISTEMI SATELLITARI L’AIUTO VISIBILE (E INVISIBILE) CHE ARRIVA DALL’ITALIA
Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
[…] Ieri Crosetto ha lasciato intendere che è stato dato fondo all’arsenale italiano. In Europa il fondo Epf è nelle stesse condizioni: lo strumento con cui vengono compensati i Paesi che forniscono armi all’Ucraina, andrà rifinanziato. In un anno i sette miliardi fuori bilancio messi a disposizione da Bruxelles sono quasi terminati. […]
3. MELONI AL VERTICE-LAMPO: ASSISTENZA A 360 GRADI, TRA GLI ALLEATI GRANDE UNITÀ
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
[…] Ma visto che si annuncia una guerra lunga, nel corso del confronto si discute anche dei prossimi passi. Gli Stati Uniti hanno deciso di inviare 31 carri armati che però devono ancora essere costruiti. Noi inviamo uno dei pezzi più pregiati della nostra Difesa. Insomma, c’è anche la condivisione di un altro concetto: al momento nessuno può permettersi di ragionare in termini di risorse finanziarie disponibili.
Per questo, anche di fonte al Copasir, il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, ribadisce che è sul tavolo dell’Europa la proposta italiana (ma non solo) di escludere gli investimenti militari dal Patto di stabilità Ue, anche perché «serve rifornire le scorte nazionali dopo gli invii di armi a Kiev».
Anche se l’ultimo decreto che definisce la sesta fornitura di aiuti militari italiani è ancora in fase di preparazione («mancano una decina di giorni», dicono nel governo), le forniture già effettuate e quella delle prossime settimane rischiano di lasciare troppo spazio vuoto nei magazzini militari italiani e serviranno nuovi finanziamenti per tornare a riempirli.
Crosetto rilancia l’obiettivo di raggiungere, per le spese militari italiane, il 2% rispetto al Pil nel giro di pochi anni seguendo quanto chiede la Nato, ma anche di poter uscire dai vincoli degli accordi europei sul bilancio: «Oggi nessun Paese è in grado di tagliare gli investimenti sulla Difesa. Anche perché l’aiuto che abbiamo dato in questi mesi all’Ucraina ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale, per cui le due cose sono collegate, anche il ministro Giorgetti condivide».