ROBERTA LOMBARDI, PROFESSIONE: SILURARE COMPAGNI DI PARTITO - ''IMPOSSIBILE FARE IL VICEPREMIER E IL CAPO. LUIGI VALUTI SE LASCIARE IL RUOLO''. LA ROMANA È UNA DEI POCHI ATTIVISTI DEL MOVIMENTO CON UN PO' DI ESPERIENZA POLITICA ''VERA''. CHE SI È SEMPRE OPPOSTA ALLA RAGGI E AGLI AVATAR DI CARTONE IMPOSTI DALLA CASALEGGIO
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Annalisa Cuzzocrea per ''la Repubblica''
Roberta Lombardi è chiusa in un consiglio regionale straordinario per contestare a Nicola Zingaretti i numeri sulla sanità nel Lazio e l'impossibilità di uscire dal commissariamento. Ma la capogruppo M5S in Regione Lazio fa parte del comitato di garanzia del Movimento, è stata la prima capogruppo alla Camera e ha una granitica certezza: organizzarsi va bene, l'importante è come.
Cominciamo dalle europee. Luigi Di Maio sceglierà i capilista aprendo alla società civile. È d'accordo?
"È una procedura già avviata con le politiche, ma è importante ascoltare anche quel che chiedono tanti attivisti: la possibilità che i gruppi locali facciano un primo filtro sulle candidature. Serve essere riconosciuti e riconoscibili per le battaglie fatte, gli impegni presi sul territorio".
Sono in vista novità anche a livello nazionale. Serve una segreteria politica?
"Vengo dal mondo dei meet up, sono un'attivista dal 2007, prima della nascita del Movimento, e mi rendo conto che le esigenze di una forza di governo sono diverse. Le segreterie politiche dei vecchi partiti erano formate o da portatori di pacchetti di voti o da fiduciari del capo. Noi non dobbiamo ripetere quegli errori, perseverare è diabolico".
Cosa propone?
"Serve un progetto di rete che metta insieme, sui temi, eletti di tutti i livelli, esperti e attivisti che hanno voglia di dire la loro. Rousseau porrebbe essere usato come un pensatoio diviso in stanze tematiche, oltre che come strumento di democrazia diretta. Poi servono momenti di incontro fisico".
Aprire alle liste civiche è un rischio?
"Più rischio di prendersi il governo del Paese! Nel 2008, la possibilità di correre con liste che condividevano le nostre battaglie c'era. Poi abbiamo pensato di fare da soli, ma può accadere, ora che siamo nelle istituzioni, di esser percepiti come establishment. Dialogare con liste civiche vere può essere salutare. Anche perché abbiamo visto che andare soli alle amministrative e soprattutto alle regionali è una lotta improba".
Può il capo politico avviare questa riorganizzazione e fare anche il vicepremier guidando due ministeri?
"Ho detto in tempi non sospetti che tenere insieme tutte queste attività sarebbe proibitivo per chiunque. Per quanto Luigi (Di Maio, ndr) sia in gamba, veloce, brillante, è comunque un essere umano e la giornata è di 24 ore. Gli consiglio di valutare, tra le varie proposte che metterà in discussione, di ridimensionare questo suo sovraccarico".
Fare un passo indietro?
"Può essere che gli iscritti gli dicano continua tu, ma una valutazione fossi in lui la farei".
Cosa pensa della sconfitta in Abruzzo?
"Non sono stata colpita per il passaggio dal 40 per cento delle politiche al 20,2 di adesso, perché sappiamo come funziona. Quello che mi ha colpito è non aver fatto meglio di 5 anni fa, nonostante il gran lavoro di Sara Marcozzi e degli altri consiglieri regionali. Le persone con un minimo di intelligenza capiscono che degli errori sono stati fatti per forza".
Caso Diciotti, cosa deve fare il Movimento?
"Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Di Maio e Danilo Toninelli hanno fatto bene ad assumersi la responsabilità collegiale della scelta di Salvini. Ma i 5 Stelle devono votare sì all'autorizzazione. L'Associazione nazionale magistrati ha rivendicato la separazione tra i poteri dello Stato garantita dalla Costituzione. Votando sì legittimeremmo sia l'operato dei giudici che quello del ministro dell'Interno, che potrà dimostrare di aver agito nel rispetto delle sue prerogative".