“ROMA È FERMA E I CITTADINI SONO SCORAGGIATI” – RUTELLI: “BISOGNA DARE TEMPO AI GRILLINI DI DIMOSTRARE COSA SANNO FARE. ASPETTARE CHE LA RAGGI SI IMPANTANI SAREBBE UN ERRORE PEGGIORE DEI GUAI ATTUALI. GENTILONI? SPERO RIMANGA A LUNGO. IL PAESE VUOLE SERENITÀ E NON UN NUOVO TORNEO ELETTORALE”
Elena G. Polidori per http://www.quotidiano.net
Se lo disturbi, ti fa capire che è impegnato da altro. La presidenza dell’Anica, varie iniziative, tra gli Usa e la Cina, volontariato per il patrimonio culturale (la mostra fatta con sole risorse private al Colosseo sulle ricostruzioni dell’arte distrutta dall’Isis – racconta – ha avuto oltre 300mila visitatori). Tutt’intorno, però, c’è il caos di Roma.
Francesco Rutelli, che effetto le fa, oggi, vedere la Capitale lasciata a se stessa?
«L’aspetto più deprimente è lo scoraggiamento tra i cittadini. Che non si riesca a fare cose banali – pulire o riasfaltare una strada – o quelle ambiziose, senza queste la città regredisce rapidamente».
Pensava che i 5 stelle fossero così impreparati?
«Guardi, ho detto e ribadisco che occorre dare loro il tempo di dimostrare quello che sono in grado di fare. Non faccio polemiche con la giunta Raggi. Ce lo impone il senso di responsabilità, altrimenti la politica diventa irreversibilmente come il Grande Fratello: una nomination, un’eliminazione dietro l’altra».
Qual è l’errore più grave che ha commesso Virginia Raggi in questi primi sei mesi?
«L’inesperienza era scontata, gli elettori l’hanno anzi preferita a precedenti esperienze deludenti. Ma era stata promessa una squadra di governo e preoccupa che dopo sei mesi sia già cambiata mezza giunta e non ci sia in carica un capo di Gabinetto: quello è lo snodo operativo tra giunta, aziende, municipi. E lo Stato».
Il debito di Roma è il macigno. Fosse al posto della Raggi, avrebbe già chiesto aiuto al governo? Altrimenti come se ne esce?
«Dal 2009 il debito ha una garanzia e supervisione governativa. Il punto è che le partite correnti devono essere in pareggio: è il disavanzo che è fuori controllo, soprattutto c’è un disastro nelle aziende, Atac in testa. L’aiuto del governo sarebbe arrivato, per gli investimenti, con la candidatura Olimpica. Ma lei sa com’è finita».
Secondo lei, il governo vuole aiutare Roma o stanno solo aspettando che i 5 stelle s’impantanino definitivamente?
«Sarebbe un errore peggiore dei guai attuali. Al governo ho sempre suggerito collaborazione leale e trasparente con Roma. Del resto, il premier Gentiloni ha a lungo servito la città, collaborando con governi di ogni segno politico».
A proposito: secondo lei quanto dura il governo Gentiloni?
«Io spero che non si tratti di una breve avventura, ma solo perché il Paese ha bisogno di rasserenarsi e di non rientrare nel vortice di un torneo elettorale all’ultimo sangue».
All’epoca della sua consiliatura, aveva accanto una specie di dream team (Gentiloni, Giachetti) e ‘rutellava’ Roma con centinaia di miliardi di lavori pubblici. Senza mai finire nel mirino dei magistrati. Che cosa è cambiato?
«La sua domanda mi permette di chiarire tre punti: se un sindaco ottiene risorse per la sua città, non è uno che vince la lotteria, ma che sa raccogliere frutti di un duro lavoro. Secondo: le risorse per Roma furono tutt’altro che favolose; le diffuse trasformazioni per il Giubileo 2000 (quasi 800 cantieri, conclusi in tempo, e senza una vittima) con meno di 200 milioni all’anno. E, soprattutto, controlli capillari, che affidammo al Prefetto e a un’Agenzia tecnica indipendente. Risultato: neanche un avviso di garanzia».
Si sta per laureare in Pianificazione e progettazione del paesaggio e dell’ambiente. Come ha intenzione di mettere a frutto il suo prossimo titolo di studio?
«È la conclusione di un percorso interrotto da ragazzo. Ho studiato due anni, solo per la soddisfazione di mettere in ordine tecnico-scientifico molte cose che ho fatto nella mia vita politica. Niente di più, ma per me vale molto: era un desiderio di mio padre che posso realizzare».
Lo rifarebbe il sindaco di Roma?
«No. Non. Nein. Niet. Aggiungo: grazie, già fatto. Ora tocca ad altri. Però potrò dare una mano per formare qualche nuova covata».