E ROMA SAREBBE LA CAPITALE DELLA MAFIA? 113 ARCHIVIATI E 90 A PROCESSO – CADUTE LE ACCUSE CONTRO ALEMANNO E MOKBEL PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA - CARMINATI E BUZZI ASPETTANO E SPERANO – TUTTI PULITI: A DESTRA ED A SINISTRA, TRANNE LUCA GRAMAZIO (FORZA ITALIA)


 

1. MAFIETTA CAPITALE

Mattia Feltri per la Stampa

 

ALEMANNO

Gianni Alemanno non era un buon sindaco, ma non era neanche mafioso. Purtroppo. È stato prosciolto e resta indagato per corruzione, ma non per mafia. Non sono mafiosi neanche un paio di suoi collaboratori: prosciolti ieri insieme ad altri 113 da varie imputazioni. E prosciogli qui, prosciogli là, l' unico politico ancora in ballo con l' accusa di mafia è Luca Gramazio di Forza Italia. Cadute nel frattempo le piste nere e quelle di un patto con la mafia siciliana, purtroppo.

 

Rosi Bindi

Purtroppo, perché la Piovra che stritolò Roma, senza politici, fasci e siculi non è una piovra, è un moscardino. Purtroppo per Rosi Bindi, che dalle sommità della commissione antimafia aveva certificato che «a Roma è mafia», e zitti. Purtroppo per Alessandro Di Battista, che incitava gli onesti del Pd e di Fi a dire quello che sapevano, «vi garantiamo l' anonimato, ci pensiamo noi a ripulire», e infatti i cinque stelle si sono presi il Campidoglio (per le pulizie un po' di pazienza).

 

PROCESSO MAFIA CAPITALE

Purtroppo anche per la tambureggiante narrativa della Suburra, che si appoggiava sulle carte della procura e con le carte del giudice perde un tanto del suo realismo (ma guadagna in realismo magico). Purtroppo per i corrispondenti esteri, che avevano affollato la prima udienza del processo (ancora in corso) per raccontare lo show di Giulio Cesare in coppola. Purtroppo, perché a una città sporca, stremata e disonesta si era riuscito ad aggiungere, e diffondere nel mondo, il titolo di mafiosa. Ma in fondo sono tutte parole al vento: continueranno a chiamarla Mafia capitale.

 

2. MAFIA, 113 ARCHIVIATI, 90 A PROCESSO

 

Ilaria Sacchettoni per Corriere della Sera - Roma

 

MAFIA CAPITALE PROCESSO

Di qua i 113 archiviati. Di là i 46 a processo più gli altri 24 fra cui diversi amministratori pubblici per i quali c' è una richiesta di rinvio a giudizio. Più ancora altri 8 stralciati per un episodio che vede danneggiata la Marina militare (la truffa del gasolio) e gli imputati con riti abbreviati: 12 in tutto. E siamo a novanta. Ai quali bisognerebbe aggiungere la terza tranche di Mafia Capitale, cioè la corruzione sui campi rom, con 25 persone per le quali c' è già il rinvio a giudizio. Numeri che di per sé, dunque, non sembrano segnare una sconfitta dell' accusa.

 

Due anni e due mesi dopo la maxi retata che deflagrò nella capitale con il suo carico di sconcerto e quel sostantivo all' epoca impensabile - «Mafia Capitale» - la scommessa processuale è ancora aperta. Reggeranno le accuse di mafia e intimidazione nei confronti dell' ex Nar Massimo Carminati e del fondatore delle coop Salvatore Buzzi? Oppure per dirla con il penalista Cesare Placanica, difensore del neo-prosciolto Gennaro Mokbel, l' archiviazione «toglie acqua all' accusa di mafiosità»?

BUZZI CARMINATI

 

Diventa importante entrare nel merito del provvedimento e leggere i ruoli che ricoprivano all' epoca molti indagati. I politici e in primis l' ex sindaco Gianni Alemanno ai quali la decisione, dice lui, «restituisce onorabilità» sono vari, a destra come a sinistra: c' è Luca Gramazio già a processo nel filone ordinario e ci sono Vincenzo Piso, Marco Pomarici, Giovanni Quarzo, Alfredo Antoniozzi per il centrodestra. Ma ci sono anche Eugenio Patané, Maurizio Venafro, Sabrina Alfonsi e Daniele Leodori per il centrosinistra.

 

GENNARO MOKBEL

Per la procura che intende dimostrare come l' associazione mafiosa disponesse anche di politici sono sufficienti anche quelli già a processo fra i quali lo stesso Gramazio più, per fare un esempio, Giordano Tredicine (destra) e Daniele Ozzimo (sinistra) . Ma secondo Placanica ne sono venuti meno troppi: «In un' accusa di mafia il politico al servizio dell' associazione criminale è fondamentale. Va a comporre quell' Antistato di cui la mafia si nutre e che contribuisce a definirla. Ma a questo punto molti sono stati archiviati e diventa più complicato sostenere il presupposto».

LUCA GRAMAZIO AL PROCESSO

 

Stesso discorso per i funzionari pubblici al servizio del Mondo di Mezzo. Per un Franco Panzironi a processo per corruzione aggravata c' è un Antonio Lucarelli - capo segreteria di Alemanno - che finisce in archivio. Come pure Elisabetta Longo, la funzionaria del centro unico di prenotazione della sanità regionale che era stata accusata in un primo momento di aver concorso alla turbativa d' asta di Salvatore Buzzi. Mentre oggi si legge che «la Longo risulta aver agito su indicazione di Venafro seppure all' interno di discutibili prassi dell' amministrazione regionale e ciò rende inidonei gli elementi acquisiti a sostenere l' accusa in giudizio soprattutto riguardo all' elemento soggettivo del reato».

 

Nicola Zingaretti

In archivio anche Italo Politano, dirigente del Comune: «Non emergono elementi sufficienti e idonei a sostenere l' accusa nei confronti di Politano in ordine al reato di 416 bis (associazione mafiosa, ndr.) tenuto conto di quanto sopra esposto», scrive la gip. Deludenti anche i riscontri sulla presunta corruzione per il palazzo della Provincia (episodio che sarebbe avvenuto una decina d' anni fa e che dunque sarebbe in ogni caso coperto dalla prescrizione).

 

Per questa vicenda erano stati indagati sia Nicola Zingaretti sia Venafro più l' ex braccio destro dell' attuale governatore regionale, Giuseppe Cionci, e il costruttore Luca Parnasi: secondo le dichiarazioni di Buzzi proprio Cionci avrebbe ricevuto soldi da Parnasi per l' operazione connessa al trasferimento della sede della Provincia. Le dichiarazioni però sono minate dalla «grave inimicizia» di Buzzi nei confronti di Cionci e «anche in tal caso - si legge nell' ordinanza - non risultano specifici riscontri».

SALVATORE BUZZI - GIULIANO POLETTI

 

Nessun elemento anche sulla corruzione dei due ex assessori al patrimonio della giunta Alemanno, Alfredo Antoniozzi e Lucia Funari. Buzzi disse che avrebbero ricevuto diecimila euro mensili «per prorogare i servizi connessi all' emergenza alloggiativa al suo gruppo imprenditoriale» ma dalle indagini non è emerso nulla. In archivio finisce anche il nucleo di professionisti - dal commercialista Luigi Lausi agli avvocati Pierpaolo Dell' Anno, Michelangelo Curti e Domenico Leto - che erano accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.

 

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO

Durante una delle ultime udienze del processo Placanica ha parlato di «aspettative processuali» e ha paragonato l' inchiesta al Mondo di Mezzo con quella sul delitto Kercher (Meredith, il delitto di Perugia del 2007): «Allora il processo mediatico aveva creato una tale aspettativa che quando furono assolti la Knox e Sollecito il pubblico insultò i giudici» dice l' avvocato che su questo ha lanciato una sorta di provocazione. Più diplomatico il difensore di Buzzi, Alessandro Diddi: «L' archiviazione è ininfluente sul piano delle accuse. Quanto alla contestazione di mafia il mio cliente dirà la sua quando sarà sentito».