IL ROTTAM’ATTORE, DALLE STELLE ALLO STALLO – LA MELINA DI ALFANO, LE RESISTENZE DI UN PEZZO DI PD, IL REBUS ECONOMIA E I NO DI BARICCO E GUERRA: NEANCHE IL TEMPO DI ARRIVARE A PALAZZO CHIGI CHE RENZI È GIA’ FINITO NEL SOLITO PANTANO DE’ NOANTRI


Federico Geremicca per ‘La Stampa'

RENZI E LETTA

Per Matteo Renzi, com'è ormai stranoto, la velocità nel modo di agire e di pensare è tutto, quasi un mito, un obbligo, un aspetto costitutivo della sua personalità (politica e non solo). Ed è per questo, prima di tutto per questo, che il sindaco-segretario - nonchè premier in divenire - comincia in queste ore a manifestare una qualche insofferenza per uno sfilacciamento dei tempi che non prevedeva e non immaginava.

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

Eppure, la situazione è quella che è: problemi ancora irrisolti nella formazione della squadra e un lavoro non semplice (e tutto da fare) sul fronte di un programma che, assieme alla composizione dell'esecutivo, dovrà riuscire a dare un senso ad un'operazione politica - la si chiami staffetta o come si vuole - che resta ancora largamente incompresa fuori e dentro il Pd.

ALFANO LETTA CETRIOLO
renzi fonzie

Ieri, alle sei della sera, con un messaggino ai fedelissimi, il premier incaricato ha provato a dissipare dubbi e disperdere stati d'animo depressivi: «Nessun problema serio, al momento. Anzi». Giusto, naturalmente, rincuorare le truppe; soprattutto se si ha chiaro che a partire da oggi - e nelle prossime 48 ore - va in gioco qualcosa di più e di diverso dalla semplice formazione di un governo: vanno alla prova dei fatti - questo è il punto - una favola, una speranza e una promessa alla quale hanno creduto milioni di cittadini, fuori e dentro il Pd, che attendono ora conferma di non essersi sbagliati.

In qualche modo, e suo malgrado, Matteo Renzi è insomma finito in quel pantano (le liturgie, i bizantinismi, le "pratiche da prima Repubblica"...) che ha sempre contemporaneamente - temuto e denunciato: la "melina" di Angelino Alfano, le resistenze di un pezzo di Pd, i veti ed i consigli sui ministeri-chiave (quello dell'Economia innanzitutto) ed alcuni no ricevuti dal suo mondo, sono lì a dimostrarlo.

LETTA E ALFANO FESTEGGIANO IN SENATO

Un "politico romano", avrebbe considerato tutto questo prevedibile e normale, a fronte della posta in palio (la nascita di un nuovo governo): per Renzi, abituato a fare e disfare a Firenze a suo piacimento, invece non è così.

andrea guerra luxottica jpeg

E invece, qualche giorno di lavoro in più prima del varo di governo e programma, potrebbe esser assai utile al premier incaricato per far quadrare il cerchio e - soprattutto - rispondere in maniera convincente all'interrogativo di fondo che aleggia negativamente sul suo tentativo: e cioè, perchè con la stessa maggioranza e quasi gli stessi ministri Renzi dovrebbe riuscire dove non è riuscito Letta? La domanda non è oziosa, naturalmente: e le primissime risposte - squadra e programma - condizioneranno in maniera decisiva un giudizio che, poi, sarà assai difficile rimuovere...

ALESSANDRO BARICCO

Non è che Matteo Renzi tutto questo non lo sappia: ma certo si aspettava qualche difficoltà in meno nel lavoro che lo attendeva. Non aveva messo nel conto, per esempio, alcuni "no" a scendere in campo al suo fianco arrivati da vere e proprie "icone" dell'universo renziano (da Andrea Guerra ad Alessandro Baricco); è forse stato troppo ottimista circa il sì di altre personalità che avrebbero dato (darebbero) lustro alla sua compagine, come Lucrezia Reichlin e Montezemolo; ed ha forse sottovalutato la complessità della trattativa con Alfano, che dal programma alle alleanze, fino (e soprattutto) ai ministeri, pone al premier incaricato un problema ogni mezz'ora...

lucrezia reichlin

Ma così è: e l'esperienza dice che entrare nel cosiddetto pantano è semplicissimo, mentre uscirne è un'altra storia... E' oggi, insomma, in queste ore, che non bisogna sbagliare mossa. E quanto ai tempi, gli uomini a lui più vicini consigliano prudenza e ottimismo: due mesi fa, il sindaco non era ancora nemmeno segretario. Ci ha messo un amen a liquidare Letta: ora prenda il tempo necessario per dimostrare, a chi è scettico e turbato, che non è stato un errore, che l'operazione aveva un senso e che la "rivoluzione" annunciata, come promesso, arriverà...

MARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN