paolo cirino pomicino foto di bacco
Paolo Cirino Pomicino per Dagospia
La storia di Scarpinato è lunga. Dopo il processo Andreotti, Scarpinato ha sfiorato il processo Mannino e poi la famosa trattativa Stato- mafia, processi entrambi risoltisi con una sconfitta della procura di Palermo che ha speso soldi e tempo per indagare sostanzialmente innocenti e che ha dovuto subire, in qualche caso, anche parole sprezzanti da diversi collegi giudicanti ed in particolare dalla suprema corte di cassazione. Eppure, insieme a Nino di Matteo, oggi che è a riposo Roberto Scarpinato continua a parlare ancora di mandanti oscuri, di ombre potenti che avrebbero coltivato questa fantomatica trattativa tra lo Stato e la Mafia.
Il mondo di Scarpinato ieri attaccava Giovanni Falcone, qualche volta anche in diretta televisiva, mentre oggi ne esalta la memoria così come fanno i rappresentanti del vecchio PCI che ricordano con enfasi Falcone e Borsellino mentre in Parlamento votavano contro tutti i provvedimenti adottati dal governo Andreotti per sconfiggere la mafia suggeriti proprio da Falcone. La disastrosa politica politicante.
SERGIO MATTARELLA PAOLO CIRINO POMICINO
La curiosità, però, non si limita alla figura di Roberto Scarpinato ma si estende anche alla sua gentile consorte, Teresa Principato, anch’essa PM nella più autorevole procura d’Italia secondo i mafiologi di turno. La trasmissione “Report” evidenziò qualche tempo fa una strana vicenda. La Principato aveva chiuso nella sua cassaforte un computer in cui erano registrati tutti i file sulle indagini a carico di Matteo Messina Denaro, comprese le registrazioni dei pentiti e le intercettazioni.
Insomma l’intero patrimonio di notizie che, presumiamo, non avessero copie, per proseguire le indagini sul capo mafioso latitante da decenni. La cassaforte aveva due sole chiavi, una in possesso della Principato e l’altra del suo assistente il finanziere Pulici. Quest’ultimo fu processato ed assolto mentre nessuno si permise neanche di pensare ad una distrazione della Principato. Una sorta, insomma, di “noblesse oblige”. Ed allora chi prese tutto quel ben di Dio di notizie su Matteo Messina Denaro?
Forse la fata turchina o forse quelli che hanno, diciamo, occultato i rapporti tra Scarpinato e Antonello Montante (condannato a 8 anni in appello per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione), rapporti puntualmente registrati da quest’ultimo e custoditi in una sua villa poi perquisita e oggi in possesso della procura di Palermo (Renzi lo ha ricordato).
Capita a tutti qualche distrazione, qualche amicizia pericolosa ed in molti casi arriva appunto la fata turchina con sembianze umane che provvede a far scomparire tutto. In qualche caso anche la memoria! Potremmo aggiungere ancora qualcosa sulla famiglia Scarpinato ma scadremmo nel pettegolezzo mentre registriamo che in aggiunta al PD è arrivato anche Conte ed il suo Movimento che hanno cominciato a reclutare pubblici ministeri a riposo mentre noi aspettiamo da tempo e con indomita speranza che ci sia qualcuno che volendo reclutare un magistrato tra i propri parlamentari scelga finalmente un magistrato giudicante. Come si vede il peggio non ha mai fine.
Teresa Principato PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTI