L’AIUTINO DI CONTE A GIORGIA MELONI, SULLA RAI, È TALMENTE EVIDENTE CHE LO AMMETTE PERSINO “IL FATTO” – IL NUOVO AD ROBERTO SERGIO POTREBBE INCASSARE ADDIRITTURA CINQUE VOTI IN CDA: CONTRARI SOLO BRIA (PD) E LAGANÀ (DIPENDENTI) – SCRIVE IL GIORNALE DI TRAVAGLIO: “DOVREBBE ESSERCI ANCHE IL SÌ DEL M5S. CONTE AVREBBE DATO IL SUO VIA LIBERA A CHIOCCI AL TG1 IN CAMBIO DI UN INCARICO A GIUSEPPE CARBONI, CHE PERÒ ‘NON POTRÀ ESSERE RAI PARLAMENTO’, MENTRE UN PROGRAMMA È IN ARRIVO PER LA COSTAMAGNA, IL SABATO POMERIGGIO SU RAI2…”
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Estratto dell’articolo di Gianluca Roselli e Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
[…] Sulla Rai, invece, la nomina di Sergio si è sbloccata mercoledì sera in una riunione tra Meloni, il nuovo Ad e il futuro dg Giampaolo Rossi. Non c’era Giorgetti. Martedì ci sarà il voto in Cda per eleggerlo e poi sarà lui a nominare (atto che non passa dal cda) Rossi come dg.
Un accordo – ribattezzato “patto del cappuccino” (perché stipulato nei bar intorno a Mazzini) – che tra un anno porterà Rossi a diventare Ad e Sergio presidente. “La Rai è lottizzata, ma una cosa del genere non si era mai vista…”, notano da sinistra.
E i voti a Sergio non mancheranno: potrebbe incassarne addirittura 5, con contrari solo Francesca Bria e Riccardo Laganà. Per lui si esprimerà anche la presidente Marinella Soldi, renziana, o al massimo si asterrà. A Renzi un uomo come Sergio, grande amico di Casini, va un gran bene.
E dovrebbe esserci anche il sì del M5S. Conte avrebbe dato il suo via libera a Chiocci al Tg1 in cambio di un incarico di rilievo a Giuseppe Carboni, che però “non potrà essere Rai Parlamento”, mentre un programma è in arrivo per Luisella Costamagna, il sabato pomeriggio su Rai2.
Chi invece si sta mettendo di traverso è Salvini che non vuol restare senza un tg nazionale. Il vicepremier sta facendo la guerra a Chiocci per spuntare il Tg2, sottraendolo a FI, che lì vuole Antonio Preziosi. E sta facendo muro su Marcello Ciannamea, destinato al prime time, posto ambito pure dai meloniani. Avrebbe addirittura minacciato di non votare Sergio in Cdm. Ma Meloni, molto irritata per le continue prese di distanza e per l’incontro coi sindacati, ha risposto a brutto muso: “Adesso basta...”.