L’AMERICA LASCIA SOLO ZELENSKY – GLI AIUTI STATUNITENSI ALL’UCRAINA TERMINERANNO ENTRO CAPODANNO, SE AL CONGRESSO NON SI TROVA UN ACCORDO. LA LEGGE STRAORDINARIA CHE DOVEVA STANZIARE PIÙ DI 100 MILIARDI DI RIFORNIMENTI (COMPRESI ISRAELE E TAIWAN) NON È PASSATA PER L’OPPOSIZIONE DEI REPUBBLICANI TRUMPIANI. L’APPELLO DRAMMATICO DI BIDEN, PER ORA, NON È SERVITO A NIENTE: E PUTIN GODE…
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Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per www.corriere.it
I repubblicani al Senato Usa hanno fatto saltare l’avanzamento di una legge straordinaria che avrebbe stanziato circa 111 miliardi di dollari, di cui in larga parte in aiuti all’Ucraina. A favore per l’esame della legge in via d’urgenza hanno votato in 51, contro 49. Sarebbero serviti sessanta voti.
Per il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è uno schiaffo, poche ore dopo il suo appello al Congresso ad approvare lo stanziamento di fondi in un momento critico della guerra tra Ucraina e Russia. Il testo prevedeva anche fondi per Israele e aiuti umanitari a Gaza. Con i repubblicani ha votato il senatore indipendente Bernie Sanders.
Per la Casa Bianca gli aiuti a Israele e Ucraina e il rafforzamento della sicurezza al confine col Messico «sono priorità bipartisan che meritano sostegno bipartisan» e «il voto non cambia il fatto che il Congresso deve agire per rispondere a queste urgenti necessità, anche fornendo i finanziamenti urgentemente necessari per l’Ucraina entro la fine di quest’anno» ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan.
[…] «Non possiamo lasciare la vittoria a Putin. Se prende l’Ucraina non si fermerà lì. E se attacca un Paese della Nato avremo soldati americani che combattono contro soldati russi».
È stato un appello forte e anche sorprendente quello teletrasmesso da Joe Biden dopo un’improvvisa riunione in videoconferenza del G7, a cui ha partecipato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky […]: i senatori — spaccati proprio sulla legge che stanzia 111 miliardi di dollari di aiuti militari ed economici al Paese aggredito dalla Russia, a Israele e ai civili di Gaza — per ora hanno bocciato l’intervento. La Casa Bianca ha annunciato un pacchetto da 175 milioni, l’ultimo dal budget che il presidente può spendere senza passare dal Parlamento.
Il fronte ucraino […] è tornato caldissimo col fallimento della controffensiva, la riorganizzazione dell’esercito russo e l’esaurimento di armi e munizioni fornite soprattutto dagli Usa. Così un Putin dato con le spalle al muro, torna a essere temibile, anche al di là dell’Ucraina: può aspettare un anno nella speranza di un ritorno dell’«amico» Trump alla Casa Bianca, ma se lo scontro a Washington bloccherà gli aiuti, gli ucraini rischiano di non avere le armi con cui difendersi già a gennaio.
Shalanda Young, direttrice del Bilancio federale, ha infatti appena confermato che i fondi per la guerra nell’Europa centrale finiranno entro Capodanno. Guai enormi per Kiev: solo gli Usa sono in grado di fornire armi efficaci rapidamente e in quantità adeguate. Ma in un Congresso sempre più influenzato dalla destra radicale trumpiana far approvare aiuti militari […] è diventato un problema grave, soprattutto dopo la «rissa segreta» di martedì sera al Senato e la cancellazione del videomessaggio del presidente Zelensky al Congresso.
In sostanza i trumpiani […] sostengono che bloccare i clandestini che entrano dal Messico è più urgente del sostegno militare a Paesi lontani. Una riunione di tutti i senatori coi ministri degli Esteri e della Difesa, Tony Blinken e Lloyd Austin, e coi capi dei servizi segreti e delle forze armate, con vincolo di segretezza per discutere l’attuale, grave situazione militare e strategica, è finita in rissa quando diversi senatori repubblicani si sono rifiutati di parlare di Ucraina e Israele in assenza di misure per blindare le frontiere meridionali.
[…] Biden ha, però, anche promesso al Gop aperture sull’immigrazione. Per ora il Senato ha bocciato, m anche se passerà nei prossimi giorni, il provvedimento per Ucraina e Israele avrà, comunque, vita molto difficile alla Camera dove c’è una maggioranza repubblicana e uno speaker della destra radicale, Mike Johnson, per nulla tenero con l’Ucraina