L’AMICHETTISMO MELONIANO – LA MOSTRA SUL FUTURISMO IN PROGRAMMA ALLA GNAM DI ROMA A DICEMBRE È UN ESEMPIO LAMPANTE DI COME FUNZIONA LA CULTURA SECONDO LA DUCETTA – PRIMA PENSATA DA ALESSANDRO GIULI QUANDO ERA PRESIDENTE DEL MAXXI, E POI SFILATAGLI DA SANGIULIANO SULLA BASE DEL PRESUPPOSTO “VA FATTA DA NOI”, L’ESPOSIZIONE È STATA POI RIVOLUZIONATA PER LA GNAM – COMMISSARIATI I CURATORI, NEL COMITATO SCIENTIFICO VENGONO INSERITO NIENTEMENO CHE IL CAMERATA "OSHO" (CHE C’AZZECCA CON IL FUTURISMO?). E CI SAREBBERO STATE PRESSIONI PER ESPORRE LE OPERE DI FABRIZIO RUSSO, GRANDE AMICO DEL PRESIDENTE DI FDI DELLA COMMISSIONE CULTURA, FEDERICO MOLLICONE… - L'ANTICIPAZIONE DI "REPORT" - VIDEO

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1. E IL GALLERISTA AMICO DI MOLLICONE SCALZÒ L’ESPERTO DI FUTURISMO

Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

 

IL TEMPO DEL FUTURISMO - MOSTRA GNAM

È una storia che dice molto sulla gestione della cultura ai tempi della destra. Parla dell’amichettismo meloniano e del solito maldestro tentativo di imporre un’egemonia che affonda le radici nel nostalgismo per il Ventennio.

 

A raccontarla è […] Report, che svela come la politica abbia messo le mani persino sull’organizzazione della mostra sul Futurismo, in programma a dicembre a Roma, alla Galleria d’arte moderna. Commissariata per ragioni ideologiche e, anche, per favorire un gallerista di provata fede meloniana.

 

GENNARO SANGIULIANO E ALESSANDRO GIULI COME AMICI MIEI - MEME BY EDOARDO BARALDI

La vicenda è complessa, ma la trasmissione d’inchiesta in onda domenica su Rai3 ne ripercorre passo passo ogni tappa. Partendo dall’inizio. Quando cioè Gennaro Sangiuliano, appena nominato ministro, annuncia di voler organizzare una grande esposizione sul movimento artistico fondato da Marinetti. In quel periodo il prestigioso Kroller museum in Olanda stava per inaugurarne una fra le più importanti e innovative degli ultimi vent’anni.

 

FABIO BENZI

Curata tra l’altro da un italiano, Fabio Benzi, fra i massimi esperti di Futurismo. Alessandro Giuli, allora presidente del Maxxi, propone al professore di portarla nel “suo” museo.

 

Quello si mette al lavoro, […] finché però Giuli non va a parlare con Sangiuliano, che «mette un veto totale», rivela Benzi. «Va fatta da noi», gli dice. Da quelli «della sua parte politica, immagino», insiste lo storico dell’arte.

 

Il progetto resta, ma cambia. Come curatori vengono incaricati Alberto Dambruoso, autore di un libro su Boccioni, e il giornalista del Il Tempo Gabriele Simongini. Il ministro però si fida fino a un certo punto. E di fatto li commissaria. Inserisce nel comitato scientifico nuovi membri chiaramente orientati a destra come il vignettista Osho e crea un comitato organizzatore — di cui fa parte pure Giuli — che prende tutte le decisioni.

 

FABRIZIO RUSSO

Nel frattempo, mentre vengono tagliate circa 300 opere sulle 650 previste, cominciano le pressioni per esporre i quadri di un gallerista romano, Fabrizio Russo, amico di FdI (Report lo mostra mentre fa il saluto romano) e in particolare del presidente della commissione Cultura Federico Mollicone.

 

Anche se quelle tele, che una volta esposte aumenteranno di valore, non sarebbero adatte perché risalenti agli anni ‘50 anziché ai ‘20 del ‘900. Ma Simongini in chat avverte tutti: «Chi non si adegua rischia, perché loro sono lo Stato ». Il licenziamento, è il sottotesto.

 

Alberto Dambruoso

Come poi accadrà. Il curatore Dambruoso viene convocato al Collegio romano: lì il capo-segreteria di Sangiuliano, Emanuele Merlino, dirigente di FdI e figlio di Mario Merlino, esponente dell’organizzazione neofascista Avanguardia nazionale, gli comunica lo stop alla collaborazione.

 

«La mia situazione non è molto dissimile da quella di Maria Rosaria Boccia», commenta lui con Report: «Anch’io ho ricevuto un incarico che non è stato poi formalizzato ». Più di un anno di lavoro, durante il quale per conto del ministero ha avuto rapporti con musei e collezionisti di mezzo mondo, buttato al vento. E neppure retribuito. Per ragioni di ortodossia, «come neanche Mussolini ha mai fatto». Ma soprattutto per favorire gli amici.

 

2. RANUCCI DI REPORT: "MOSTREREMO COME HA GESTITO IL MUSEO, MA LA FONTE NON È SANGIULIANO"

Estratto dell’articolo di Irene Famà per “La Stampa”

 

federico mollicone al premio strega 1

Militanza in organizzazioni neonaziste e saluti romani, incarichi ai familiari, sgambetti per favorire gli amici degli amici. «La vicenda Spano è una piccola parte di quello che racconteremo domenica a Report». Il giornalista Sigfrido Ranucci a "Un Giorno da Pecora" lo dice chiaro: «C'è un altro caso che riguarda il ministro Giuli». E in vista della trasmissione su RaiTre annuncia un'inchiesta a 360 gradi sul ministero della Cultura. Questioni di eleganza, di opportunità politica. E non solo.

 

 

Proprio la gestione del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, sembra essere al centro della puntata che stila un bilancio dei due anni di presidenza di Alessandro Giuli. «Il problema è: in base a quali requisiti è stato nominato ministro della Cultura? Mostreremo alcune cose che ha fatto in passato e come ha gestito il Maxxi», annuncia Ranucci.

 

Gabriele Simongini

Si parlerà del crollo dei biglietti delle sponsorizzazioni, della gestione dei progetti lasciati in eredità dalla precedente amministrazione, di un finanziamento da due milioni e mezzo di euro per un progetto di rigenerazione urbana con la Sony rimandato indietro per organizzare una mostra sul Vittoriale degli Italiani.

 

[…] «Sveleremo un nuovo caso Boccia», dice il conduttore. Che aggiunge: «Sangiuliano non c'entra, non è una nostra fonte». E ancora. «Forse chi non ama Giuli in Fratelli d'Italia, ora lo amerà ancora meno. .. Mostreremo alcuni episodi in cui ha avuto anche un certo ruolo all'interno di questo secondo caso Boccia».

 

federico mollicone

E c'è un altro evento, in cui il ministro Giuli sembra aver ricoperto una posizione centrale. Si tratta della mostra sul Futurismo, in programma a dicembre alla Galleria nazionale d'arte moderna (Gnam) di Roma e al centro delle polemiche da più di un mese.

 

Avrebbe dovuto essere il più grande evento culturale del governo Meloni, per ora pare caratterizzato da rivalità e interessi interni. C'era un curatore, Gabriele Simongini, a cui nel 2022 diede l'incarico l'allora ministro Gennaro Sangiuliano. Insieme al co-curatore Alberto Dambruoso e al comitato scientifico, si mise subito al lavoro.

 

Poi venne esautorato. Perché? Il suo curriculum, pare, non era considerato all'altezza. Secondo l'inchiesta di Report, dietro questa scelta ci sarebbero in realtà forti pressioni da parte di alti dirigenti di Fratelli d'Italia che avrebbero favorito un famoso gallerista molto vicino al partito.

gennaro sangiuliano alessandro giuli

 

Visto in alcune occasioni, così raccontano, a fare il saluto romano. L'attuale ministro della Cultura ha sempre difeso il suo «pedigree di destra, con nonno monarchico che andò a Salò». Parole sue. E la puntata di Report ricostruisce anche la sua militanza giovanile nell'organizzazione neonazista Meridiano zero con un'intervista al fondatore Rainaldo Graziani, figlio dell'esponente di Ordine Nuovo Clemente Graziani. Al centro dell'inchiesta, poi, l'ormai nota vicenda di Francesco Spano […]

fedeerico molliconee
fabrizio russo vittorio sgarbi foto di bacco

ALESSANDRO GIULI E IL CASO BOCCIA SANGIULIANO - POSTER BY MACONDO