L’INDAGINE SU DELMASTRO È UNA MINA PIAZZATA SOTTO PALAZZO CHIGI: GIORGIA MELONI E IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, HANNO DIFESO PUBBLICAMENTE IL SOTTOSEGRETARIO (ED EX AVVOCATO DELLA DUCETTA), SOSTENENDO CHE I DOCUMENTI CHE HA GIRATO AL COINQUILINO DONZELLI ERANO “A DIFFUSIONE LIMITATA”, MA NON SECRETATI E NEMMENO CLASSIFICATI. LA PROCURA DI ROMA LA PENSA DIVERSAMENTE, E POTREBBE AVERE ABBASTANZA ELEMENTI PER PROVARE IL CONTRARIO – PER ORA FRATELLI D’ITALIA DIFENDE DELMASTRO, CHE NON SI DIMETTE, NELLA SPERANZA CHE TUTTO SI RISOLVA IN UNA BOLLA DI SAPONE. MA GLI ALLEATI MUGUGNANO – “REPUBBLICA”: “CARLO NORDIO CI HA DUNQUE RACCONTATO UNA FROTTOLA, IN VIA ARENULA C'È UN VENTRILOQUO”
1. PALAZZO CHIGI ESCLUDE L’OPZIONE DIMISSIONI LA LINEA NON CAMBIA FDI: TUTTO SARÀ CHIARITO
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Andrea Delmastro delle Vedove non si muove di un millimetro. Convinto di non aver commesso alcun reato, il sottosegretario indagato si dice «tranquillo», ha fiducia nei magistrati e non ha la minima intenzione di fare un passo indietro. D’altronde, anche per Palazzo Chigi deve restare incollato alla poltrona di via Arenula.
Giorgia Meloni lo ha detto nei giorni della bufera politica sul caso Cospito e lo ripete in queste ore di febbre alta: «Non vedo ragioni per cui Delmastro debba dare le dimissioni». Nell’entourage della premier il fulmine se lo aspettavano, ma non per questo ha innescato meno fiamme. «È una cosa vergognosa, grottesca e ridicola», attacca un fedelissimo di alto rango e osserva come «questi qua», i magistrati della Procura di Roma, abbiano lasciato fuggire la notizia dal palazzo, «il che la dice lunga sulla loro serietà».
La tensione è così alta che c’è chi accredita scintille tra Delmastro e il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, che mercoledì, alla vigilia dell’avviso di garanzia, si erano visti ai piani alti per parlare. […]
Delmastro non è un esponente qualunque del governo, è l’ex legale di Meloni ed è il punto di riferimento di Fratelli d’Italia in fatto di giustizia. Il giorno del chiarimento tra Meloni e Nordio c’era anche lui al tavolo con la premier: una presenza che conferma quanto sia delicata per il governo la posizione del sottosegretario e avvocato di Vercelli.
L’apertura di un’indagine per rivelazione del segreto d’ufficio a carico del sottosegretario con delega al Dap non era scontata. Eppure i colleghi di Fratelli d’Italia assicurano che la decisione dei magistrati di ascoltare Delmastro «a sua tutela» sia la cosa più normale del mondo. È il tentativo di ridimensionare, anche per stemperare l’imbarazzo.
[…] Il problema è che a chiarire la posizione del sottosegretario Delmastro e di Giovanni Donzelli — il coordinatore di FdI che aveva attaccato il Pd in Aula diffondendo il senso degli scambi tra l’anarchico e i mafiosi — aveva provveduto appena due giorni fa il ministro della Giustizia. Per il Guardasigilli i documenti rivelati non sono secretati e i suoi colleghi di governo ritengono lo abbia affermato con «solide argomentazioni», ma i magistrati di Roma non sembrano altrettanto convinti.
I dubbi ovviamente serpeggiano anche a destra, tanto che gli stessi capigruppo provano a spostare l’attenzione sul fatto che dai palazzi di giustizia sia uscita la notizia dell’indagine a carico di Delmastro. E dentro FdI c’è il timore che possa finire indagato anche Donzelli. […]
2. MELONI IN TRINCEA
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Francesco Olivo per “La Stampa”
Blindare Delmastro per mettere al riparo il governo. Sì, ma per quanto? L'ordine di Giorgia Meloni è chiaro: erigere un muro a difesa del sottosegretario, mischiando garantismo di maniera – «l'avviso di garanzia non è una condanna, è un atto dovuto» – a opportunità politica. La linea prevede di affidarsi alla mezza assoluzione arrivata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, autore di una nota nella quale i documenti girati da Andrea Delmastro al suo collega di partito Giovanni Donzelli venivano definiti «a diffusione limitata» ma non secretati e nemmeno classificati. Una trincea che però, potrebbe cedere «se arrivassero nuovi elementi», spiegano fonti dell'esecutivo. Una precisazione ovvia solo all'apparenza.
Malata e chiusa in casa, Giorgia Meloni riceve la notizia che temeva. Un duro colpo, anche perché Delmastro è uno dei dirigenti di più stretta osservanza meloniana. Da giorni a Palazzo Chigi si ripeteva «il caso è chiuso», ma il timore di brutte notizie dalla procura è stato sempre presente e lo stesso Delmastro non lo ha mai nascosto ai suoi interlocutori. L'avviso di garanzia è arrivato mercoledì. Al ministero si presenta la polizia giudiziaria. Dopo momenti descritti come «concitati», gli agenti vengono fatti entrare anche in assenza del sottosegretario. A dare il via libera è il ministro.[…]
3. MELONI (PER ORA) LO DIFENDE MA SPERA SI SGONFI PRESTO
Val.Pac. e Gia.Sal. per “il Fatto quotidiano”
Giorgia Meloni lo temeva. Dopo la crisi diplomatica provocata dalle parole di Silvio Berlusconi contro Volodymyr Zelensky, ora per la premier è arrivata un’altra grana.
Ancor più pesante visto che coinvolge uno dei suoi fedelissimi, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, indagato per rivelazione di segreto.
Il peggior modo per concludere una settimana già complicata, condita da una febbre che le ha fatto annullare tutti gli impegni, compresa la missione a Monaco dove Meloni doveva incontrare diversi capi di Stato.
[…] se l’inchiesta prenderà una piega più complicata niente è escluso, dice una fonte di governo, ma si vedrà più avanti. Insomma, il problema viene rimandato sperando che l’inchiesta si chiuda in fretta con un’archiviazione del sottosegretario. Che la linea sia questa lo ha spiegato ieri sera il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in conferenza stampa: “L’iscrizione nel registro degli indagati non è una condanna e non c’è nulla di diverso rispetto a quanto già detto da Meloni”.
[…] Freddi gli alleati: “Per noi il garantismo non è a corrente alternata, vale sempre e per tutti” dicono da Forza Italia. Ma fonti di maggioranza ricordano di quando la premier aveva messo un veto – ma per altre questioni politiche – su Giuseppe Mangialavori e Giuseppe Valentino: come a dire due pesi, due misure. Intanto la reazione a caldo di FdI è quella di attaccare i pm: “I documenti secondo il ministero non sarebbero secretati, mentre è coperta dal segreto l’indagine a suo carico, che invece sta sui giornali. Un bel cortocircuito!” dicono i capigruppo Foti e Malan. […]
4. SE IN VIA ARENULA SIEDE UN MINISTRO MAGGIORDOMO
Estratto dell'articolo di Carlo Bonini per "la Repubblica"
Nella solennità dell’aula di Montecitorio il ministro di Giustizia Carlo Nordio ci ha dunque raccontato una frottola. La relazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) sulle conversazioni in carcere di Cospito, utilizzata dal suo sottosegretario Delmastro come un manganello da spaccare sulla testa del Pd, era coperta da segreto di ufficio. Dunque, non divulgabile. E per questo, ora, Delmastro è chiamato a risponderne formalmente di fronte alla Procura di Roma.
[...] Ma per comprenderlo e trarne le conseguenze – vale a dire pretendere le dimissioni immediate di Delmastro [...] – Nordio avrebbe dovuto tenere la schiena dritta, fare appello alla propria dignità e onestà intellettuale, risparmiare a se stesso e al Parlamento l’umiliazione della verità e della sua persona che gli ha al contrario imposto la presidente del Consiglio Meloni.
Ha scelto altrimenti, adeguandosi allo stile di una casa dove comandano tipi come Delmastro e Donzelli. Fino a farsene maggiordomo. [...] Con il silenzio complice di Forza Italia, [...] Nordio ha dimostrato ancora una volta che in via Arenula sulla poltrona di guardasigilli è assiso un ventriloquo. Prendiamone atto e, consegnandolo all’irrilevanza, restiamo in attesa di conoscere il nome del vero ministro della Giustizia.