C’È UN PRESIDENTE A ROMA! – NON SI ERA MAI VISTO UN INTERVENTO COSÌ POLITICO DI MATTARELLA! DALLA MACEDONIA DEL NORD, LA “MUMMIA SICULA” HA TUONATO CONTRO L’IMMOBILISMO EUROPEO SUL “PRICE CAP”: “È URGENTISSIMO INTRODURLO” – IN ASSENZA DI UN GOVERNO NELLA PIENEZZA DELLE SUE FUNZIONI, SUPER-SERGIO HA PRESO IN MANO LA SITUAZIONE E HA FATTO UN DISCORSO POLITICO. QUELLO CHE AVREBBE DOVUTO FARE DRAGHI SE NON FOSSE STATO AZZOPPATO DAI PARTITI – PUTIN HA MANDATO AVANTI IL SOLITO CAVALLO DI TROIA ORBAN, POI ANCHE OLANDA E GERMANIA HANNO DECISO DI BLOCCARE IL TETTO AL PREZZO DEL GAS. MA SE NON RESISTE AI RICATTI DI PUTIN, L’UE RISCHIA DI DISINGTEGRARSI…

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sergio mattarella in macedonia del nord 2

DAGONOTA

C’è un Presidente a Roma! Non si era mai visto un intervento così “politico” in una visita di un Capo dello Stato italiano. Sergio Mattarella, impegnato in un viaggio nei Balcani, ha voluto far capire alle cancellerie europee che l’Italia, anche se Draghi è stato depotenziato dai partiti, non ha intenzione di rimanere passiva di fronte alle mancate decisioni di Bruxelles sul “price cap”.

 

vladimir putin viktor orban 4

La mummia sicula, in assenza di un governo nella pienezza delle sue funzioni, ha deciso di prendere una posizione politica, facendo le veci del premier dimissionario. “Mariopio” da mesi insiste sul tetto al prezzo del gas, trovando l’opposizione dei tedeschi e degli olandesi: i primi terrorizzati da un’eventuale stop dei flussi di gas russo, che metterebbe in ginocchio l’industria della Germania. I secondi preoccupati per le ripercussioni sul mercato Ttf di Amsterdam, dove si fa il prezzo del metano, con ricche speculazioni sui “future”.

 

sergio mattarella mario draghi

Come al solito, è stato Orban a togliere le castagne dal fuoco. Il “Viktator” ungherese, vero cavallo di troia di Putin in Ue, è stato mandato avanti da “Mad Vlad” per bloccare l’intesa al Consiglio europeo (dove serve l’unanimità). A quel punto, la Germania si è coperta e accodata, insieme al fedele Mark Rutte.

 

Senza un accordo sul “price cap”, l’Ue rischia grosso: Mosca minaccia e ricatta, e ha deciso di bluffare fermando comunque il gasdotto Nord Stream. La scommessa da pokerista di Putin è quella di convincere con le cattive gli europei a capitolare. I 27 stati membri hanno davanti due opzioni: cedere, portando il continente alla disintegrazione, o resistere, e sconfiggere una volta per tutte lo Zar del Cremlino. TErtium non datur: la guerra la vince chi resiste di più.

mario draghi olaf scholz emmanuel macron 2

 

 

L'AFFONDO DI MATTARELLA IL MONITO DI VISCO "LA CRISI NON PESI SU GIOVANI E FRAGILI"

Ugo Magri per “La Stampa”

 

Gli attacchi di Mosca sulle sanzioni, che fanno leva sul nostro malessere sociale e si aggiungono a quel tanto di confusione che la campagna elettorale porta con sé, rischiano di seminare dubbi circa le linee guida della nostra politica internazionale. È un rischio che Sergio Mattarella vuole scongiurare sul nascere.

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Per il secondo giorno consecutivo il presidente è intervenuto a mettervi riparo, profittando anche della visita che l'ha condotto giovedì in Albania e ieri nella Macedonia del Nord. L'obiettivo del viaggio è rafforzare i sentimenti filo-europei che nei Balcani occidentali si sono un po' affievoliti: colpa dei ritardi con cui procedono le domande di adesione all'Ue.

 

Mattarella ha garantito il massimo dell'appoggio italiano che coincide del resto col nostro interesse nazionale, dal momento che la penisola balcanica è solcata da gravi tensioni (in Bosnia Erzegovina, tra Serbia e Kosovo) sempre sul punto di esplodere a un'ora di volo dalle nostre coste.

 

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La propaganda russa soffia sul fuoco del malcontento; e sarà un caso, ma la visita di Mattarella si è svolta in parallelo con l'altra del presidente turco Erdogan in Croazia, Bosnia e Serbia: dove è facile cogliervi i bagliori di un espansionismo neo-ottomano proprio alle porte dell'Europa.

 

Chissà se Mattarella aveva in mente lo Zar e il Sultano quando, prendendo la parola nell'Assemblea macedone, ha segnalato che «singoli attori e potenze esterne desiderano assumere influenza nei Balcani, portatori di una vocazione di potenza in contrapposizione alla scelta europea che orgogliosamente rifiuta la logica delle zone di influenza». Tradotto: noi ci comportiamo diversamente.

 

Ma il nocciolo degli interventi presidenziali ha riguardato la sfida energetica che «sta mettendo grave preoccupazione alle famiglie e le imprese a fronte di questo impensabile e sconsiderato aumento dei prezzi».

 

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Qui non si tratta più di libero mercato: il gas è diventato ormai «strumento di pressione politica e di speculazione». Reagire è «urgentissimo», lancia l'allarme Mattarella con lo sguardo rivolto a Bruxelles. Occorre superare «le ultime resistenze che vi sono nell'Unione europea» per quanto riguarda il tetto al prezzo del gas. L'Italia ne è stata fin dall'inizio paladina, e finalmente «adesso alcuni altri Paesi cominciano a comprendere quanto sia necessario». Se il price cap fosse stato adottato quando Mario Draghi l'aveva proposto, quattro mesi fa, avremmo evitato molti rincari. Sia come sia, è sul piano europeo che occorre anzitutto agire; e poi con l'adozione di misure che possano «alleviare i costi che le nostre economie dovranno sopportare». C'è una coesione interna da garantire sapendo che «la resistenza nei confronti del disegno imperialista» russo «richiederà un impegno di lunga durata». Vietato spargere illusioni. –

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