L’OPPOSIZIONE ALLE EUROPEE SCEGLIERÀ IL “TUTTI PER UNO” O IL SOLITO “TUTTI CONTRO TUTTI”? – IL CENTROSINISTRA HA SETTE “LEADER” E IN UN ANNO DI GOVERNO MELONI NON È MAI RIUSCITO AD AVERE UNA SOLA VOCE: SOLTANTO SUL SALARIO MINIMO SCHLEIN, CONTE, CALENDA E COMPAGNIA HANNO MARCIATO UNITI – LE LEZIONI DALL’ESTERO (POLONIA E SPAGNA) E IL CASO RENZI, SEMPRE PRONTO A FLIRTARE CON LA DUCETTA CON IL SUO 2,5%…

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Estratto dell’articolo di Federico Geremicca per “La Stampa”

 

GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN - MEME BY USBERGO

I più generosi l’hanno definita l’opposizione che non c’è. Altri, invece, sono andati più per le spicce: armata Brancaleone. O addirittura: i migliori alleati della Meloni. Parliamo del centrosinistra […] e del chimerico “campo largo”, morto in culla. E parliamo dei loro leader: ad un anno esatto dall’«ora più buia», la foto d’insieme li ritrae ancora tutti lì – tutti meno uno, in verità – come se la catastrofe elettorale non ci fosse mai stata.

 

È pensabile che il primo segnale di rinnovamento che gli elettori si attendevano – dopo la suicida spaccatura pre-elettorale che nel settembre scorso consegnò il Paese al centrodestra – fosse l’inevitabile ricambio delle leadership sconfitte: del resto, avviene così in ogni parte del mondo.

 

GIORGIA MELONI, ELLY SCHLEIN E L ARMOCROMIA - MEME BY USBERGO

[…] solo il Partito democratico ha ritenuto di dover marciare in quella direzione. E il verbo marciare pare davvero il più appropriato, visto che ci sono voluti quasi cinque mesi per salutare Enrico Letta e dare il benvenuto – si fa per dire – ad Elly Schlein. […]

 

[…]  L’unico sommovimento veramente rivoluzionario si è sviluppato appunto nel corpaccione deluso degli elettori Pd, che hanno imposto alla guida del partito una donna che non era nemmeno iscritta e che per cultura politica e profilo personale è quanto di più distante si possa immaginare dai segretari (rigorosamente maschi) cui si era abituati.

CONTE ANNUNZIATA CALENDA LANDINI SCHLEIN FRATOIANNI rimini cgil

 

[…]  L’accoglienza, all’inizio, è stata di curiosità ed interesse, la stampa grande e piccola ha vissuto per mesi sul dualismo tra Giorgia ed Elly, ma da un po’ anche il cammino della coraggiosa neo-segretaria è parso farsi in salita.

 

Giuseppe Conte, invece, è al suo posto, nonostante alle ultime elezioni i Cinquestelle – con lui prima premier e poi capo politico – abbiano più che dimezzato i consensi. Anche Calenda è lì dov’era: di nuovo leader di Azione, dopo il sabotaggio dell’alleanza di centrosinistra alla vigilia del voto e l’esito deludente, diciamo così, dell’esperimento “terzo polo” e della sua intesa con Renzi.

 

angelo bonelli e nicola fratoianni parlano di soumahoro a mezzora in piu

Pure l’ex premier – quando è in Italia – è al suo posto, appena riconfermato capo di Italia viva: è ridotto al 2,5 per cento ma continua a coltivare grandissimi progetti, camminando sulla linea di confine tra destra e sinistra, sempre attento a cogliere l’opportunità migliore.

 

E sono dov’erano anche Bonelli, Magi e Fratoianni. Sette leader, nel centrosinistra: come i colli di Roma o i nani della favola. Dall’altra parte ce ne sono al massimo un paio, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. E chissà che anche questo non significhi qualcosa...

 

MEME SULLO SPOT DI ESSELUNGA - BOSCHI, RENZI E CALENDA

È vero che, messa così, la foto non è entusiasmante. Ma nemmeno dalle parti del governo, evidentemente, le cose girano come dovrebbero, almeno a giudizio degli elettori: altrimenti non si spiegherebbe il fatto che, a poco più di un anno di distanza dal voto del 25 settembre, gli ultimi sondaggi elettorali collocano il centrosinistra precisamente lì dov’era, oltre il 48 per cento, con un calo di appena lo 0,3%. Numericamente la si direbbe una partita che resta aperta: ovviamente a condizione che, vigendo un sistema elettorale maggioritario, i sette leader – o qualcuno di loro – non continuino il gioco del “no, con te non ci sto” .

 

I tempi sono quelli che sono, e la riscossa – naturalmente – non è semplice. […] Ma segnali piccoli e a volte lontani dicono che qualcosa comincia forse a cambiare; e che qualcos’altro potrebbe progredire più rapidamente, se fatto oggetto di una campagna politica chiara e coerente.

 

ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE IN VERSIONE BARBIE E KEN - MEME BY GRANDE FLAGELLO

Segnali dall’estero, dalla Spagna e dalla Polonia, per dire, dove la corsa delle destre sovraniste ed antieurpee si è fermata. E segnali dall’interno, dove l’unica battaglia comune messa in campo in un anno dal centrosinistra – intendiamo quella sul salario minimo – è riuscita comunque a costringere il governo sulla difensiva. Ma si è trattato dell’unica iniziativa unitaria in 12 mesi.

 

Per il resto, il copione è stato quello noto: personalismi, distinguo e smarcamenti sempre più pericolosi. Perché dividersi sul sostegno all’Ucraina, per esempio (e vedremo cosa accadrà circa la guerra in Medio Oriente), è questione capace di pregiudicare qualsiasi alleanza di governo.

 

Con una sintesi un po’ azzardata, insomma, si potrebbe dire che in quest’anno non tutto il tempo è andato sprecato: ma la gran parte sì. E si potrebbe aggiungere che tra qualche mese si torna al voto per le Europee. Decidano loro, i sette leader, che segnale intendano mandare. Nessuno pretende il “tutti per uno”: ci si accontenterebbe di evitare almeno il “tutti contro tutti”...

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI
GIORGIA MELONI INCONTRA LE OPPOSIZIONI PER IL SALARIO MINIMO
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GIORGIA MELONI VS ELLY SCHLEIN
GIORGIA MELONI ELLY SCHLEIN - SISTER ACT - BY MACONDO
ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI
giuseppe conte elly schlein 2