L’ORLANDO FUMOSO! L’EX MINISTRO ANDREA ORLANDO (CHE GIA’ PERSE LE PRIMARIE CONTRO RENZI) PRONTO A SFIDARE BONACCINI: "CANDIDARMI? NON LO ESCLUDEREI" – IN CORSA ANCHE PAOLETTA DE MICHELI E IL SINDACO DI FIRENZE, DARIO NARDELLA, SPINTO A CANDIDARSI NON SOLO DA FRANCESCHINI, MA GRADITO ANCHE A ENRICO LETTA - IN BILICO LA CANDIDATURA DI ELLY SCHLEIN - SU-DARIO TRATTA CON IL M5S UN ACCORDO SU COPASIR E VIGILANZA RAI...

-

Condividi questo articolo


Carlo Bertini per “la Stampa”

 

ORLANDO GIOCA A CALCIO ORLANDO GIOCA A CALCIO

C'è una svolta dietro l'angolo nel percorso che porta al congresso del Pd: Andrea Orlando sta valutando seriamente di candidarsi alla segreteria. Ci pensa da giorni, ne sta parlando con diverse personalità del mondo degli ex diesse del Pd (e non solo), e punterebbe le sue carte su un ampliamento della base elettorale con il percorso di apertura e porte spalancate annunciato da Enrico Letta. L'ipotesi della sua candidatura rimbalza tra i parlamentari dem di vecchio e nuovo conio assiepati alla Camera per l'assemblea plenaria.

 

E lo stesso ministro pare confermarla, quando passeggiando in Transatlantico risponde sornione «è un'ipotesi, non lo escluderei». Più tardi, contattato in proposito non nega che la postura assunta in questi ultimi giorni (di sfornare una serie di «post» molto impegnati e di lanciare le due proposte di legge sul salario minimo e sui rider come primo atto dell'opposizione dem) abbia l'aria di un posizionamento per la corsa alla leadership.

 

 

enrico letta andrea orlando enrico letta andrea orlando

"Reagire subito all'assedio" Nel suo ultimo post, Orlando dice infatti che «il vero congresso si compie definendo la piattaforma dell'opposizione: bisogna individuare subito le parole d'ordine delle urgenze sociali e delineare una riforma del modello di sviluppo». Poi parla di «una tenaglia, una sorta di assedio anche mediatico, al Pd, con una tentazione di Opa ostile di Calenda e dei 5stelle, un quadro che deve preoccupare, al pari di quello sociale». Discorsi programmatici dunque.

 

ANDREA ORLANDO E FRANCESCA BRIA A CENA ALLA GARBATELLA ANDREA ORLANDO E FRANCESCA BRIA A CENA ALLA GARBATELLA

Del resto, con la sua discesa in campo la geografia congressuale sarebbe più completa: il ministro del Lavoro uscente risulterebbe il candidato della sinistra dem, sfidando così Stefano Bonaccini, sponsorizzato dall'ala liberal, Base Riformista di Lorenzo Guerini. Con un terzo concorrente, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, spinto a candidarsi non solo da Dario Franceschini a cui è molto legato, ma gradito anche a Enrico Letta. Ancora sub judice la candidatura di Elly Schlein, come sub judice sarebbe quella del ministro per l'Europa, Enzo Amendola, mentre la prima in ordine di apparizione, quella di Paola De Micheli, è confermata.

 

Una girandola di nomi che allo stato si concluderà con una sfida a due, ovvero i primi in ordine di arrivo nei congressi di circolo che scremeranno con un voto i diversi candidati alla segreteria: sulla carta potrebbe dunque esserci un duello Orlando-Bonaccini. Su due linee politiche diverse.

 

orlando cingolani orlando cingolani

Con M5s scambio di poltrone Nel Pd c'è però chi pensa agli assetti dell'opposizione in parlamento e quell'uomo è Dario Franceschini. Raccontano i colleghi che il suo schema di gioco prevede un accordo con i 5stelle per le cariche di garanzia, ovvero la presidenza del Copasir, (Lorenzo Guerini o Enrico Borghi in pole) e la commissione di Vigilanza Rai (Stefano Patuanelli o Ettore Licheri). Una voce colta al volo da Matteo Renzi, che tuona contro «una spartizione dei ruoli di garanzia contro il diritto del Terzo polo, creando una lesione istituzionale». I maligni spiegano che al ruolo di presidente della Vigilanza ambirebbe Maria Elena Boschi, il cui nome non sarebbe sgradito a Berlusconi.

 

GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

Ma a queste ipotesi di accordi Pd-M5s si aggiungono quelle che vedrebbero i due maggiori partiti di opposizione pronti a chiedere anche una vicepresidenza della Camera (Nicola Zingaretti in pole) e una del Senato a testa (Graziano Delrio), o in subordine la carica di questore del Senato al Pd, che andrebbe a Bruno Astorre, molto vicino a Franceschini. Il quale a sua volta resterebbe fuori dai ruoli apicali o assumerebbe la presidenza della Giunta per le elezioni e per l'immunità del Senato.

 

E in questo rimestìo di voci, resta quella di due nuove capigruppo, Anna Ascani e Valeria Valente, ma risalgono le quotazioni delle due capigruppo uscenti, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Enrico Letta dirà la sua entro domenica, alla vigilia del voto (segreto) sui capigruppo. Intanto ieri ha chiesto agli eletti «un giuramento: bisogna riporre i gradi di chi ha governato e amministrato il potere e vestire i panni dell'opposizione, sempre presenti. La luna di miele finirà, la maggioranza si sfalderà e noi dobbiamo farci trovare pronti». -

bettini orlando bettini orlando

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...