SAGGI AI QUATTRO FORMAGGI - SARTORI: “MA DOVE VANNO? NON SERVONO E ALLA FINE CI TERREMO IL PORCELLUM” – ‘’ZAGREBELSKY SBAGLIA SUL PRESIDENZIALISMO’’


Mattia Feltri per "la Stampa"

Professor Sartori, ha fiducia nei trentacinque saggi?
«Sono troppi, non combineranno nulla. Trentacinque persone sono già un parlamentino e infatti questi trentacinque saggi sono stati scelti in rappresentanza dei partiti e dei loro interessi».

Giovanni Sartori firma il libro degli ospiti

Bisogna presupporre che sia interesse dei partiti fare le riforme.
«No, guardi, ai partiti delle riforme costituzionali interessa poco o nulla, tanto è vero che potevano cominciare con la legge elettorale e non l'hanno fatto».

GIOVANNI SARTORI

Sostengono che la legge elettorale va rivista in base a come è stata riformata la Costituzione.
«Questa è una stupidaggine alla grande. Che c'entra il tipo di assetto istituzionale che ti dài con la legge elettorale che scegli? Io, lo sanno tutti, l'ho scritto mille volte, sono per il doppio turno alla francese, e anche per il semipresidenzialismo. Ma le due cose sono disgiunte. A proposito, vorrei dire una cosa su Gustavo Zagrebelsky».

Il quale, al Corriere, ha detto che il presidenzialismo ha fatto danni alle democrazie immature, e che succederà anche in Italia.
«Per la precisione ha detto che il presidenzialismo e il semipresidenzialismo in America latina hanno favorito l'ascesa dei colonnelli. Ma il semipresidenzialismo non esiste nel Sud America. Che c'entra con Augusto Pinochet o con Jorge Videla? Possibile che non sappia distinguere tra le due cose?

veltroni01 gustavo zagrebelsky
GIOVANNI SARTORI

Zagrebelsky fa anche il caso della Russia ma, come ho scritto nel mio libro sulla ingegneria costituzionale, la Russia ha una legge elettorale di facciata ma falsa nella sostanza. Il problema è molto semplice: prendi il doppio turno francese, applicalo in Italia e funzionerà come funziona in Francia».

Sono in molti a pensarla come Zagrebelsky.
«Purtroppo. Ma i nostri giuristi spesso conoscono soltanto il diritto italiano. E questo argomento è il modo migliore per non fare nulla e tenersi il porcellum».

Vede anche questo rischio?
«Ma certo. Questo parlamentino non concluderà nulla. Non mi stupirei se tornassimo a votare col porcellum. Scusate, ma la Costituzione non c'entra con i partiti. Che senso ha riunire trentacinque saggi in rappresentanza dei partiti e delle loro interessate aspirazioni? E poi c'è la presenza dei berlusconiani che è deformante».

Gustavo Zagrebelsky foto La Presse
letta

Addirittura.
«Sì perché i berlusconiani sono alla ricerca di una soluzione che garantisca un salvacondotto a Berlusconi: per esempio mandarlo al Quirinale. Su queste premesse non si va da nessuna parte o si va verso una pessima Costituzione».

Che alternativa propone?
«La riforma della Costituzione francese l'ha scritta uno solo, Michel Debré. E anche la Costituzione di Weimar, che fu spazzata via dalla grande crisi economica del 1929, ma nonostante questo era un'ottima Costituzione, è opera di Hugo Preuss...».

Però la nostra Costituzione del 1948 è figlia di un'Assemblea ampia.
«Ma la nostra era una situazione assolutamente eccezionale, si usciva dalla guerra e da vent'anni di fascismo e c'era non soltanto l'esigenza ma anche il desiderio di ricostruire il Paese, il che andava fatto col coinvolgimento di tutte le forze. Ne nacque una Carta basata sulla preoccupazione che uno dei due grandi blocchi, quello democristiano o quello comunista, conquistasse tutto il potere. Ne risultò una costituzione forse troppo garantista, piena di contrappesi. Ma è una Costituzione che, con qualche ritocco, andrebbe bene anche oggi».

giorgio napolitano

Se si fosse deciso di volare basso?
«Direi che se si fosse scelta una via minimalista, limitata a sei o sette ritocchi, allora la commissione avrebbe potuto fare bene».

SILVIO BERLUSCONI

Il ritocco più urgente?
«Dare più poteri al premier, per esempio quello di sostituire i ministri e il voto, come in Germania, di sfiducia costruttiva».

Professore, se l'avessero chiamata a far parte dei Trentacinque, avrebbe accettato?
«Non credo, sono troppo vecchio e stanco per contribuire a un'impresa che oltretutto mi pare disperata. Comunque nessuno, proprio mi ha interpellato. Una bella fortuna».