SALUTAME 'A SORETA - LA MUSSOLINI TIRA UN PACCO ALLA MELONI - POLLARI TRASCINA RENZI IN TRIBUNALE - PALAZZO CHIGI SPENDE PIU’ SOLDI PER IL “FATTO” CHE PER L’ “UNITA’” - GLI UTILI RECORD DELLA RENZI FAMILY


Franco Bechis per “Libero Quotidiano

 

La Mussolini tira il pacco alla Meloni

alessandra mussolini maria scicolone

L' appuntamento l'aveva chiesto lei, ottenendo di essere ricevuta da tutto il gruppo dirigente di Fratelli d' Italia. Quando Alessandra Mussolini si è trovata davanti a Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Fabio Rampelli, l' entusiasmo è salito a mille.

 

«Sono disponibile a candidarmi con voi se mi fate capolista», disse l' eurodeputata di Forza Italia, trovando non aperte, ma spalancate le porte. Breve riunione tutti insieme, e poi la definizione dei particolari. Innanzitutto l' annuncio: «Quando lo riveliamo?». Il mattino dopo la Mussolini era prevista ospite a L' Aria che tira, la trasmissione di La7 condotta da Mirta Merlino. Ok, «dai tu la notizia alle 12 quando vai in onda».

 

alessandra mussolini maria scicolone

Qualche raccomandazione per non farsi scappare nulla prima: «Alessandra, stacca i telefoni. Non rispondere a nessuno fino a domani, così dai lo scoop a tutti...». Saluti e a domani. Il primo a svegliarsi quel mattino è stato Rampelli. Si è fatto la barba e subito mazzetta dei quotidiani.

ALESSANDRA MUSSOLINI A PORTA A PORTA

 

Toh, parlano della Mussolini. Dicono che potrebbe fare il capolista di Fratelli d' Italia o anche il capolista di Forza Italia. «Pronto, Giorgia? Hai letto? Ma mica ci sta a tirà la sòla, eh?...». «Ma no, dài... pensi sempre male...». Poche ore dopo l' annuncio: Mussolini capolista di Forza Italia. E il dubbio amletico degli amanti traditi: «Alessandra ci avrà usato per ottenere quello che non le avrebbero dato...?».

 

Pollari-premier: sarà duello davanti alla Corte

La decisione è stata presa dal Tar del Lazio l' 8 aprile scorso, e ha del clamoroso. Per la prima volta un ex capo dei servizi segreti italiani, il generale della guardia di Finanza Nicolò Pollari, porterà in giudizio un presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, davanti alla Corte Costituzionale. Questione di soldi, e non di pochissimi.

nicolo pollari

 

Pollari era infatti ricorso al Tar perché non volevano più pagarlo come consigliere di Stato, carica a cui è arrivato proprio per nomina governativa (nel 2007, il premier era Romano Prodi) e a cui era restato anche dopo essere andato in pensione come militare. Tutta colpa del famoso tetto dei 240mila euro stabilito da Renzi dopo essere arrivato al governo.

 

Siccome quel limite era già sfiorato dagli assegni lordi previdenziali percepiti, per il lavoro al Consiglio di Stato a Pollari poteva essere concesso al massimo qualche migliaio di euro. Peggio: della sua situazione reddituale ben oltre il tetto si sono accorti in ritardo, chiedendogli indietro per il 2014 importi già percepiti per avere sfondato il tetto. All' ex capo del Sismi la cosa non è andata giù, e l' ha impugnata appunto davanti al Tar del Lazio.

POLLARI E DE GREGORIO

 

Che gli ha dato ragione, così spiegando: «Egli, attraverso la propria, pregressa esperienza, ha maturato un trattamento pensionistico di ammontare prossimo al tetto di 240.000 euro e, quindi, si troverebbe a dover svolgere una funzione di cruciale importanza e di grande responsabilità - qual è quella di Consigliere di Stato - percependo una retribuzione esigua o addirittura azzerata».

 

Uno scandalo, per di più dubbio sotto il profilo costituzionale. E il Tar ha girato la decisione fra i due litiganti alla Corte Costituzionale che così vedrà Pollari e Renzi l' un contro l' altro armati...

 

Matteo in buvette: macchie di pizza nella calca del Pd

RENZI SI PAPPA LA PIZZA (FOTO DA FB)

Matteo Renzi è apparso alla Camera poco dopo l' ora di pranzo di mercoledì 4 maggio, e nel gruppo Pd è scoppiato un vero e proprio parapiglia. Pochi erano avvisati del fatto che il premier in persona (non lo fa mai) sarebbe venuto a rispondere alle interrogazioni delle opposizioni.

 

Purtroppo molti avevano già fatto il proprio trolley e stavano per imbarcarsi verso casa e la campagna elettorale delle amministrative. Chi lo ha saputo all' ultimo ha fatto tornare indietro il taxi. Così quando alle 14.30 il premier è entrato nella buvette della Camera in cerca di un caffè, una nuvola improvvisata di renziani gli è rovinata addosso in compagnia dei cronisti presenti che non si sono fatti sfuggire la rara occasione.

 

emanuele fiano

Di fronte al parapiglia si è fatta in disparte Maria Elena Boschi, avvolta in un tubino lilla. Ma tutti bramavano quel caffè in compagnia. Renzi ha guardato cheerleader e cavalieri, poi ha scelto la fortunata: Silvia Velo, che è anche sottosegretario all' Ambiente. Gli altri hanno dovuto accontentarsi della visione a distanza.

 

Anche il povero emozionatissimo Emanuele Fiano, che per la ressa ha dovuto fare un passo indietro, in mano il pezzo di pizza rossa che stava sbocconcellando. Franato indelebilmente con il suo carico di pomodoro fresco sulla giacca nuova.

 

Giornali a palazzo: «Il Fatto» costa più de «L' Unità»

Povero Luciano Pizzetti, senatore Pd e sottosegretario al ministero per i rapporti con il Parlamento, dove è il vice di Maria Elena Boschi. Avrebbe voluto dare una mano all' amico Erasmo De Angelis, e fare sostenere la sua Unità anche da un abbonamento del ministero. Ma poi, che reazioni ci sarebbero state?

ERASMO D'ANGELIS

 

Ed ecco l' idea luminosa: per aiutare l' amico, una mano anche al suo nemico per eccellenza. Così insieme all' abbonamento digitale a L' Unità Pizzetti ha fatto sottoscrivere analogo abbonamento digitale al Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. E caro gli è costato: per L' Unità ha speso 153,84 euro ottenendo in cambio 18 mesi di abbonamento. Per il Fatto Quotidiano ha speso 173,07 euro ottenendo però solo 12 mesi...

 

Boom economico per la famiglia del Rottamatore

BENEDETTA RENZI

Gli economisti continuano a discutere sull' efficacia delle politiche fiscali e produttive del governo guidato da Matteo Renzi. In due anni a guardare i dati macroeconomici dell' Italia proprio non hanno funzionato, e il Paese ha perso pure posizioni in quasi tutte le classifiche europee.

 

Ma non bisogna essere così ingenerosi: a macchia di leopardo il miracolo economico renziano si può pure vedere, solo che qualcuno ha saputo coglierne lo spirito e aumentare la propria ricchezza, e altri no. Qualche prova? Basta girare in centro Italia.

ANDREA CONTICINI E MATILDE RENZI

 

Toscana, provincia di Firenze. Ecco una società che al 31 dicembre 2013 - alla fine del governo di Enrico Letta - fatturava 1.965.526 euro e presentava uno striminzito utile di 689 euro. Due anni dopo - al 31 dicembre 2015 - il giro di affari si era moltiplicato di 2,8 volte: 5.589.716 euro. E gli utili addirittura cresciuti di 105 volte, arrivando a 72.627 euro. Di fronte a un successo così evidente, c' è qualche gufo che ancora può contestare i miracoli della Renzinomics? Cosa? Di che società abbiamo parlato? Ma della Eventi 6 srl, controllata dalla mamma e dalle due sorelle di Renzi.

LAURA BOVOLI MAMMA MATTEO RENZI