SALVARE IL CULO - L’ASSOLUZIONE DI PIERSILVIO FA SPERARE IL BANANA: LA “DISTENSIONE” CON LE TOGHE STA PORTANDO FRUTTI A MEDIASET E FAMIGLIA - ORA L’EX CAV SPERA IN UNA CAREZZA DEI GIUDICI PER L’APPELLO DEL PROCESSO RUBY


Ugo Magri per “la Stampa

 

mediaset presentazione palinsesti piersilvio berlusconi

Fino alle quattro di ieri pomeriggio, Berlusconi era di un umore che più nero non si potrebbe. A chiunque lo interpellasse regalava la stessa lugubre profezia: «Vedrete, mio figlio Pier Silvio verrà condannato, idem Confalonieri... Gli avvocati mi dicono che l’hanno saputo con certezza». Per cui lunghe accorate lamentazioni su una famiglia intera finita nel mirino, con il pensiero rivolto a se stesso e alla sentenza che attende l’ex Cavaliere il 18 luglio prossimo per le famose feste eleganti e l’annessa vicenda Ruby.

 

Insomma: prima che le previsioni berlusconiane venissero seccamente smentite dalla sentenza Mediatrade, ad Arcore si respirava un’aria da tregenda. Tale da spiegare almeno in parte un certo zigzagare politico, le titubanze di Berlusconi sulle riforme, il dubbio che da un giorno all’altro lui potesse rimangiarsi i patti con Renzi.


Non che l’assoluzione di Pier Silvio e dell’amico «Fidel» sia sufficiente a rasserenare il clima di casa Berlusconi. Però lui subito ha telefonato al figlio davvero felice, «mi cade dal cuore un grande peso», gli ha detto. E tutti i frequentatori concordano che un incantesimo ieri si è spezzato, la sentenza riaccende il lume delle speranze per i destini dell’azienda e per quelli di Silvio medesimo. Ora «finalmente la gente può rendersi conto di quanto sia stata ingiusta quella condanna a 4 anni per le stesse vicende su cui gli amministratori di Mediaset sono stati giustamente assolti», osserva il consigliere politico Toti.

 

SILVIO BERLUSCONI ALLUSCITA DALLA SACRA FAMIGLIA DI CESANO BOSCONE

Al tempo stesso, è constatazione comune che la linea moderata sta pagando. Tanto nei confronti dei magistrati quanto nei confronti delle istituzioni in genere. O, se si preferisce, è vero il contrario: che loro costante delegittimazione dei giudici non crea le premesse di verdetti equilibrati, visto che sotto le toghe albergano pur sempre esseri umani.

 

Pier Silvio si è comportato in modo esemplare, ha frequentato le udienze, zero scatti di nervi, niente polemiche. E ha dato di sé un’immagine costruttiva nei confronti del governo oltre che del Paese in genere, mostrandosi anzitutto tifoso dell’Italia... Tatticamente ha funzionato.

 

PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI

Per cui è chiaro che al babbo, sebbene mai lo confesserebbe, sia rinata in queste ore la speranza che un atteggiamento altrettanto generoso sulla nuova Costituzione e finalmente in linea con i moniti di Napolitano possa meritargli un trattamento meno inflessibile tra 9 giorni in sede di appello.

 

Il professor Coppi, che lo difenderà in aula, gli ha acceso qualche barlume di speranza in proposito, cui l’ex premier s’è aggrappato come il naufrago a una cima. Di sicuro, fino a quando una Corte qualunque, in Italia o a Strasburgo, terrà aperto uno spiraglio di assoluzione, Berlusconi non avrà interesse a vestire i panni del dinamitardo che punta sul flop delle riforme.


In queste ore sta lavorando per recuperare a uno a uno i dissidenti. Ha rinviato di nuovo l’assemblea dei gruppi, che secondo certe voci si sarebbe tenuta oggi, perché lo slittamento dei tempi a Palazzo Madama gli dà più agio per ammorbidire i «ribelli».

 

Sa che la vera partita non è più la composizione del Senato, semmai la futura legge elettorale. E ha perfettamente chiaro come, qualunque sia il modello, decisivo sarà recuperare i rapporti con Alfano, con la Lega, con i Fratelli d’Italia. Non è un caso che stamane una delegazione «azzurra» guidata da Toti e dalla Gelmini sia attesa al banchetto promosso dalla Meloni per sostenere le primarie di coalizione. Sarà il primo passo del disgelo. Ed ecco il secondo: una Consulta permanente del centrodestra che Toti proporrà per ricominciare a parlarsi da alleati e non più da nemici. 

RENZI RIDE