SALVINI CONDANNA MARONI ALL’OBLÌO E FA ECO A BERLUSCONI: O PIRELLONE O NIENTE, “NON AVRAI PIU’ RUOLI POLITICI” – MONTA L’INCAZZATURA NELLA LEGA PER LA MOSSA DI BOBO. BRACCIO DI FERRO CON SILVIO SUL NOME DEL “CARNEADE” FONTANA – E DALLA LOMBARDIA LA BATTAGLIA SI SPOSTA SUL FRIULI
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Fabio Rubini per Libero Quotidiano
Il giorno dopo la rinuncia di Maroni a ricandidarsi alla guida di Regione Lombardia, gli umori nel Carroccio si dividono tra il fatalismo dei pochissimi che da tempo sapevano della scelta del governatore e l' incazzatura non ancora sbollita di chi si è trovato di fronte al fatto (quasi) compiuto. Una dicotomia riscontrabile anche tra i militanti che, fin dal mattino, hanno preso d' assalto i centralini di RadioPadania, dividendosi tra chi comunque giustifica il forfait di Maroni e chi, al contrario, pretende maggiori spiegazioni da Bobo.
Ieri però è stata anche giornata di resa dei conti interna alla coalizione di centrodestra: da un lato Silvio Berlusconi (chissà se per calcolo o per reale convinzione) e i leader della Lega e dall' altra Roberto Maroni. Ad andare di traverso ai primi deve essere stata la lettura mattutina dei giornali, zeppi d' indiscrezioni sul possibile premierato di Maroni in accordo col Cav. «Escludo questa ipotesi nella maniera più assoluta» si è affrettato a chiarire Berlusconi -. Se Maroni ha questi motivi personali, queste ragioni familiari che lo hanno spinto a scegliere di non candidarsi, è impensabile che si possano ipotizzare per lui dei ruoli politici e tantomeno nel governo futuro».
Passano pochi minuti ed è Matteo Salvini a cannoneggiare. Intanto mette il cappello su Attilio Fontana: «L' ho scelto io». Poi rivolto a Maroni spara: «Se lasci il tuo incarico in Regione Lombardia che vale molto di più di tanti ministeri, evidentemente in politica non puoi più fare altro - spiega ai microfoni di Radio24 -. La Lombardia è il terzo motore d' Europa, conta più di 10 milioni di abitanti, è la capitale italiana dell' impresa, dell' innovazione, della ricerca. Quindi è chiaro che se sei soddisfatto e ti senti arrivato per quello che hai fatto, evidentemente non puoi fare altro».
Una posizione ribadita anche dall' altro big della Lega, il vice segretario Giancarlo Giorgetti a Radio Anch' io: «Maroni si mette a disposizione evidentemente non della Lega, e nemmeno di Berlusconi. Capisco che in Italia sia difficile concepire che un uomo politico faccia un passo indietro ma è cosi. Non vedo come possa cambiare idea tra una settimana. Né posso credere che si prepari a fare il presidente del Consiglio o il ministro. Offenderebbe la serietà del suo ragionamento».
Sollecitato da tutti questi commenti, Maroni prima prova a smorzare ringraziando via social i suoi sostenitori: «Continuo a ricevere centinaia di messaggi di persone che mi ringraziano per quello che ho fatto alla guida della Regione Lombardia. Sono felice e lusingato, mando a tutti un abbraccio commosso. Ora per me inizia una vita nuova». Poi, forse piccato, tuona: «L' unico accordo che ho con Berlusconi è per fare il presidente del Milan se lo ricompra».
Per il resto «dico grazie a Silvio Berlusconi e ad Umberto Bossi» (non a Salvini che lunedì aveva citato, ndr) «ho fatto cose straordinarie nella mia vita politica, sono felice e ritengo sia il momento di cambiare vita». Chiude Maroni: «Mi auguro solo che Berlusconi, Salvini e la Meloni facciano in fretta a scegliere il candidato». Un desiderio esaudito a metà, visto che Fontana oltre a quello dei centristi di Noi con l' Italia (che era arrivato lunedì) ha incassato il via libera anche da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d' Italia: «Fontana è un ottimo profilo, un amministratore competente, capace, che a casa sua ha ben lavorato».
Sul caso ha detto la sua anche il predecessore di Bobo al Pirellone, Roberto Formigoni: «Rispetto la scelta di Maroni, anche se poteva farla con una tempistica più agevole. Fontana? Lo conosco bene, è una persona corretta che sa fare il suo mestiere. La Gelmini? È stata ministro. Sono due ottimi candidati. Ricordatevi però che governare la Lombardia è uno dei lavori più difficili al mondo. Per fortuna a sinistra Liberi e Belli (Liberi e Uguali, nome che Formigoni storpia scherzosamente) non ne vogliono sapere di correre con Gori».
A questo punto si attende solo il via libera di Forza Italia che, salvo imprevisti, dovrebbe essere stato chiuso nella serata di ieri e verrà annunciato oggi. L' accordo sul nome di Attilio Fontana è chiuso, non altrettanto quello sulle contropartite politiche chieste da Berlusconi a Salvini. Tra queste, oltre a qualche collegio in Lombardia e la richiesta di un maggior peso in giunta regionale, c' è anche la presidenza del Friuli Venezia Giulia, che era stata promessa al capogruppo alla Camera e fedelissimo di Salvini, Massimiliano Fedriga, e che invece potrebbe passare ad un esponete di Forza Italia.