SALVINI-GIORGETTI, NE RESTERA’ SOLO UNO! - "MI DICONO CHE DEVO ENTRARE NEI POPOLARI. IO ENTRO DOVE CAZZO VOGLIO. IO MICA CITOFONO COME NEL GIORNO DI HALLOWEEN, CHIEDENDO DOLCETTO O SCHERZETTO. NON VOGLIO UN CENTRODESTRA ASSERVITO ALLA SINISTRA" - IL CAPITONE CONTINUA A PUNGERE IL MINISTRO: "IL CONFRONTO È BELLO, LA POLEMICA FASTIDIOSA - LA PIZZA GIORGETTI-DI MAIO? IO LA MANGIO CON LA MIA FIDANZATA”
-Marco Cremonesi per corriere.it
«Io, la pizza la mangio con la fidanzata...». Hai voglia a voler chiudere la polemica. Ma quando ti servono la battuta, resistere è dura. E così, quando i cronisti chiedono a Matteo Salvini dell’ormai celebre pizza tra Luigi Di Maio e il suo vice Giancarlo Giorgetti, la battuta arriva. Il segretario leghista, in realtà, non ha voglia di parlare («Per me le polemiche sono una fastidiosa perdita di tempo.
Il confronto è bello, la polemica no») né di quello né dell’intervista a Giorgetti fatta da Bruno Vespa , che infiamma la politica da giorni. Ma è stato lo stesso Vespa, ieri alla scuola di formazione politica della Lega di Armando Siri per intervistare i ministri del partito, a chiudere la questione: «È noto che Giorgetti ha una linea più favorevole al Ppe, forse il fatto di averlo scritto ha fatto un po’ di rumore. La novità non c’è. Devo dire che Giorgetti ha sempre detto: la Lega è una e il capo è Salvini. Punto e basta».
In ogni caso, sabato il ministro allo Sviluppo economico non era tra i suoi intervistati: si è limitato a un videomessaggio ai giovani della scuola. Va detto che Salvini non appare interessato nemmeno alla discussione sul (non) ingresso della Lega nel Ppe. Anche qui, taglia corto con una battuta:
«Mi dicono che devo entrare nei popolari. Io entro dove ca... voglio. Io mica citofono come nel giorno di Halloween, chiedendo dolcetto o scherzetto». Insomma, «se c’è un centrodestra asservito alla sinistra, il mio compito è portare l’alleanza a tornare a essere orgogliosamente centrodestra, conservatore, liberale rivoluzionario e costruttivo, in italia e in Europa». La strada però non è priva di ostacoli: nella Lega non è stato preso bene il fatto che FdI abbia già indicato il suo candidato sindaco per Como, Stefano Molinari.
Salvini è invece ormai tutto proteso a ridefinire i temi dell’identità leghista, dal sostegno alla natalità al ritorno al nucleare al lavoro («Il mio modello non è Amazon»). L’immigrazione resta. Salvini commenta l’appello di Sergio Mattarella, affinché l’Ue e l’Africa facciano di più sui migranti: «Io sono d’accordissimo. Da mesi attendo un incontro con il ministro Lamorgese. A questo punto non lo chiedo neanche più perché rischio di essere fastidioso».
Il nuovo corso della Lega partirà con l’assemblea programmatica di dicembre: «L’avremmo potuta fare una settimana dopo, non l’11 e 12 dicembre. Ma non potevo partecipare in contumacia». Il sabato successivo è infatti prevista l’udienza del suo processo per i fatti della Open arms : «Che il futuro candidato premier si colleghi dall’aula bunker di Palermo, dove è stato processato Totò Riina, non sarebbe stata una bella immagine...».