PER SALVINI OGNI OCCASIONE È BUONA PER ATTACCARE L'EUROPA “GREEN”. ANCHE LA STRAGE DI MESTRE – IL MINISTRO DEI TRASPORTI: “QUALCUNO MI DICE CHE LE BATTERIE ELETTRICHE PRENDONO FUOCO PIÙ VELOCEMENTE DI ALTRE FORME DI ALIMENTAZIONE” – MATTIA FELTRI LO INFILZA: “DUE STUDI INFORMANO CHE C'È UNA PROBABILITÀ DI 90 VOLTE PIÙ BASSA CHE LE AUTO ELETTRICHE PRENDANO FUOCO RISPETTO A QUELLE TRADIZIONALI” – SORGI: “L’USCITA DEL MINISTRO È RIVOLTA ALLA LARGA PLATEA DI ITALIANI CHE NON POSSONO PERMETTERSI DI CAMBIARE AUTO ENTRO IL 2035 COME FISSATO DALLA NORMATIVA EUROPEA”
-1 – L’ASSALTO DI SALVINI ALL'ELETTRICO (E ALL'EUROPA)
Estratto dell’articolo di Fed. Cap. per “la Stampa”
«Non è un problema di guard rail». A Mestre le indagini sull'incidente sono appena iniziate, eppure il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il guard rail lo ha già assolto. Ha trovato persino un colpevole: «Qualcuno mi dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione». Poi, lancia il vero messaggio politico: «In un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico, uno spunto di riflessione è il caso di farlo».
Salvini muove da tempo la sua crociata contro l'idea che le auto elettriche diventino, entro il 2035, obbligatorie in tutta l'Unione europea. «Si farebbe solo un enorme regalo alla Cina», è il suo mantra. […]
2 – IL DOPPIO OBIETTIVO DELL’INVETTIVA LEGHISTA
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
A lume di naso, l'attacco a sorpresa di Salvini contro le batterie al litio usate per i veicoli elettrici […] ha un obiettivo principale e uno secondario.
Il principale è allontanare dalla sua competenza di ministro per i Lavori Pubblici le cause di un incidente che, pur non essendo ancora accertate, potrebbero essere fatte risalire al mancato intervento su una struttura che manifestamente aveva bisogno di essere rimessa a posto.
Se anche fosse confermato che la causa principale potrebbe essere stata un malore del conducente, un guard rail più solido oltre a un bordo in cemento più alto e più solido forse sarebbero riusciti a fermare l'autobus privo di guida. Ma il torpedone, appunto, era elettrico. E il magistrato che indaga, pur non avendo accertato alcun incendio, ha comunque sequestrato le batterie al litio per sottoporle a esame tecnico. Di qui il pretesto per la mossa di Salvini.
Il secondo obiettivo del leader leghista è entrare con una polemica, argomentata o meno, nella scia di impressione sollevata dall'incidente di martedì sera, per mostrarsi attento e in grado di fornire una spiegazione, vera o verosimile. E destinata al mondo dei social, dove non si va tanto per il sottile su qualsiasi terreno.
Salvini inoltre sa che la decisione a livello europeo di fissare al 2035 il termine per l'immatricolazione di automobili con motore a scoppio non solleva un grande entusiasmo nel popolo degli automobilisti italiani. L'Italia è un Paese con 40 milioni di veicoli circolanti, ma con un tasso di sostituzione vecchio/nuovo che tende al ribasso.
Soprattutto al Centro e nel Meridione, dove la maggior parte dei proprietari circolano con veicoli inquinanti che non rispondono neppure alle regole attuali (Euro 5 e 6). E lo fanno, anche a costo di rischiare multe salate, per la semplice ragione che l'acquisto di un'autovettura nuova non rientra nel budget familiare e i continui rincari dei carburanti rendono proibitivo, nella seconda parte del mese, anche l'uso di quella vecchia. È a questa larga platea, ancora una volta con un argomento sottilmente antieuropeo, che Salvini si è rivolto con la sua uscita contro le auto elettriche.
3 – L'ALTRA SPIEGAZIONE
Estratto dell’articolo di Mattia Feltri per “la Stampa”
[…] Tutti noi conosciamo l'avversione di Salvini, a mio parere non scandalosa, per certi furori della transizione green, i cui costi sono insostenibili soprattutto per chi già se la passa grama. Ma voglio assumermi il rischio di passare per deficiente pur di non cedere al sospetto che il ministro abbia preso spunto persino da ventuno morti – e morti da poche ore – pur mettere a profitto un'occasione di propaganda.
Ci deve essere per forza un'altra spiegazione, altrimenti tanto varrebbe arrendersi e ritirarsi in campagna. Intanto il National Transportation Safety Board (Stati Uniti) o la EV FireSafe (Australia) informano che le auto elettriche prendono fuoco meno facilmente di quelle ibride o tradizionali: c'è una probabilità di novanta volte più bassa. Così, per saperlo.
Per girare l'informazione ai frettolosi interlocutori di Salvini, di cui egli si fida un po' troppo ciecamente. E poi è subito intervenuto il procuratore di Venezia per precisare che non c'è stato alcun incendio prima dell'incidente: l'ipotesi più probabile rimane quella del malore dell'autista. E, ecco l'altra spiegazione, pure del ministro.