SALVINI SI CONFERMA IL MAGGIOR OPPOSITORE DELLA MELONI: SULLA NOMINA DI BONACCINI A COMMISSARIO PER LA RICOSTRUZIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA C'E' IL VETO DEL "CAPITONE" CHE RIMPROVERA AL GOVERNATORE COME LA GESTIONE DELL'ARGINE DEI FIUMI DA PARTE DELLA REGIONE NON SIA STATA BRILLANTE. MURO DA PARTE ANCHE DI PEZZI DI FRATELLI D’ITALIA: “SERVE UNA FIGURA SUPER PARTES” – IN BALLO 10 MILIARDI – IERI IL CDM HA APPROVATO IL PRIMO PACCHETTO DA 2 MILIARDI PER GLI ALLUVIONATI… - VIDEO
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Estratto dell'articolo di F.Oli. per La Stampa
È arrivato a Palazzo Chigi in grande stile, con una delegazione foltissima, nella quale ha radunato tutti: imprenditori, sindacalisti, banchieri. Il messaggio che Stefano Bonaccini ha inviato al governo è che il sistema Emilia Romagna è tutto con lui. Il presidente della Regione non l'ha detto, ma l'implicito significato contenuto in quella foto è che la figura più adatta per guidare la ricostruzione del dopo alluvione sia proprio la sua.
La partita del commissario è quella politicamente più delicata per Giorgia Meloni, vista la portata miliardaria della ricostruzione. La premier non ha deciso (il Consiglio dei ministri di ieri ha sorvolato sul tema) ed è combattuta perché nonostante la stima verso Bonaccini (che ieri lei ha rassicurato) ci sono molte forze che le chiedono di non concedere troppo potere a un esponente del Partito democratico, sebbene avversario della segretaria Elly Schlein.
(...) Il più attivo in questa fase è Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, che teme di dover gestire con un esponente, per giunta di peso, del Partito democratico, la gestione di alcuni dossier importanti del suo dicastero. L'altra preoccupazione è che quel ruolo così strategico possa essere un palcoscenico decisivo in vista delle elezioni regionali in programma tra un anno e mezzo (a meno che Bonaccini non decida di optare per un seggio in Europa, anticipando il voto).
Nel corso del Consiglio dei ministri Salvini ha alluso, piuttosto apertamente, al fatto che la gestione dell'argine dei fiumi da parte della Regione non sia stata brillante. Altre forti resistenze Meloni le sta trovando in casa. Ampi settori di Fratelli d'Italia si stanno opponendo all'ipotesi di una nomina di Bonaccini (...)
Fonti di governo indicano che la soluzione potrebbe arrivare da un nome terzo, non legato ai partiti. La nomina potrebbe essere rimandata di qualche giorno o persino settimane.
IL SALVA ROMAGNA
Estratto dell'articolo di Francesco Olivo per la Stampa
Si sono seduti accanto: premier e governatore. Un'unità di intenti esibita ancora una volta, che regge anche la prova di un decreto con molte misure e due miliardi di euro per finanziarle. Giorgia Meloni e Stefano Bonaccini, al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto Alluvioni, si sono scambiati complimenti e persino gesti complici. Nessuna domanda dei giornalisti, visto che le dichiarazioni sono arrivate solo attraverso una diretta trasmessa dai profili social.
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Il governo ha decretato una giornata di lutto nazionale per oggi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla di «una sofferenza che richiede un grande impegno di solidarietà da parte di tutta Italia che si sta manifestando in queste ore e in questi giorni».
Meloni nel descrivere il lavoro di questi giorni dice di essersi ispirata alla determinazione dei romagnoli che ha potuto incontrare durante il sopralluogo di domenica scorsa: «Mi ha molto colpito la reazione delle tante persone che ho incontrato. Di solito quando avvengono queste cose le sensazioni più diffuse sono la rabbia e la rassegnazione, invece io ho incontrato tantissima gente che mi diceva: "Ricostruiamo, ne usciamo più forti di prima"».
Per ripartire quindi il governo ha stanziato un pacchetto che nei giorni precedenti temeva di non riuscire a racimolare. Il merito, secondo la presidente del Consiglio, è dei ministri che hanno cercato nei loro dicasteri le risorse per non presentarsi a questo appuntamento a mani quasi vuote.
Per Meloni è la prima vera prova davanti a una grave emergenza da quando siede a Palazzo Chigi (la vastità del territorio colpito supera di molto quello di Ischia del novembre scorso). La reazione non è stata immediata, è passata più di una settimana dall'inizio del disastro in Romagna, ma la somma raggiunta, due miliardi di euro, ha lasciato soddisfatta la folta delegazione partita dall'Emilia Romagna con Bonaccini
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Dopo l'autocelebrazione del suo governo, la presidente del Consiglio ha elencato le misure contenute nel decreto: «Sospensione dei termini relativi agli adempimenti tributari e contributivi fino al 31 agosto e dei mutui, sospensione del pagamento delle utenze da parte di Arera, un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica, flessibilità per gli esami di maturità e didattica ed esami a distanza nelle università». Decisivo in questo senso è il rifinanziamento del fondo per le emergenze, «con 200 milioni di euro che vengono interamente destinati a questa alluvione». Una parte importante dei fondi trovati si deve alla Farnesina.
Si tratta di contributi a fondo perduto per le imprese esportatrici danneggiate dall'alluvione attraverso il fondo Simest con una copertura di 300 milioni. Il ministero degli Esteri ha destinato una quota da 400 milioni all'erogazione di finanziamenti a tassi agevolati per queste aziende. In Romagna sono arrivate squadre di soccorso straniere: «Si mobilita la protezione civile a livello europeo - dice Antonio Tajani -. L'Italia sta ricevendo un grande contributo di solidarietà. Contingenti slovacchi e sloveni sono già al lavoro vicino Ravenna, da stasera in azione ci sono anche le squadre francesi. Ai governi di questi tre Paesi il nostro grazie».