SASSOLI E MALE ACCOMPAGNATI - DIETRO AL MANCATO BIS DEL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO C’È MACRON (ALLA FACCIA DELLA COLLABORAZIONE CON L'ITALIA SBANDIERATA NEL TRATTATO DEL QUIRINALE) : È STATO IL GRUPPO DEI LIBERALI A NON DARE IL SOSTEGNO NECESSARIO PER PORTARE AVANTI LA CANDIDATURA, DA CONTRAPPORRE ALLA POPOLARE METSOLA - I SOCIALISTI RIMANGONO A BOCCA ASCIUTTA, MENTRE IL PPE AGGIUNGERA' LA PRESIDENZA DEL PARLAMENTO A QUELLE DI COMMISSIONE E EUROGRUPPO, E “RENEW EUROPE” HA IL CONSIGLIO EUROPEO…
-Marco Bresolin per "la Stampa"
David Sassoli non si ricandiderà alla presidenza del Parlamento europeo per la seconda parte della legislatura. Dopo aver tastato il terreno in queste settimane, l'esponente Pd ha capito che non ci sono le condizioni politiche per un bis. Dal gruppo dei liberali di Renew Europe, guidati politicamente da Emmanuel Macron, non è arrivato il sostegno necessario per portare avanti una candidatura alternativa a quella di Roberta Metsola, europarlamentare maltese del Ppe.
La vicenda priva così l'Italia di una posizione di prestigio a livello Ue, spegne il sogno di chi sperava di riproporre anche a Strasburgo una coalizione semaforo come quella di Berlino (verdi-liberali-socialisti) e apre qualche crepa all'interno del gruppo socialista, che ora rischia di trovarsi costretto a votare controvoglia per una candidata anti-abortista. Gli eurodeputati del Pd sono delusi per la gestione delle trattative da parte della capogruppo Iratxe Garcia Perez, che non è riuscita a incassare il sostegno dei verdi e dei liberali. «Ma anche Sassoli ha partecipato ai negoziati», ribatte seccata una fonte dei socialisti spagnoli.
Al di là delle accuse reciproche, il fatto è che ieri sera il presidente del Parlamento si è presentato nella riunione del gruppo per annunciare il suo passo indietro. O meglio: per dire che non farà alcun passo in avanti, visto che formalmente non aveva mai ufficializzato la sua candidatura, ma si era soltanto messo «a disposizione» del gruppo.
Sassoli ha però posto la questione della sottorappresentanza dei socialisti nelle posizioni di vertice dell'Ue: i popolari si apprestano a incassare la presidenza del Parlamento Ue, aggiungendola a quella della Commissione (Ursula von der Leyen) e a quella dell'Eurogruppo (l'irlandese Paschal Donohoe).
I liberali hanno la guida del Consiglio europeo (Charles Michel), mentre i socialisti restano a bocca asciutta. Iratxe Garcia Perez ha allargato le braccia, dicendo che le ambiguità di verdi e liberali non hanno permesso di ottenere le garanzie necessarie per poter presentare una candidatura socialista: «Troppo rischioso buttare un nome nella mischia».
Gli ecologisti hanno insistito sulla necessità di avere una donna alla presidenza del Parlamento, mentre i liberali - che sanno di essere l'ago della bilancia - vogliono alzare la posta con il Ppe. Tra gli eurodeputati socialisti c'è anche molta delusione per la mancanza di impegno da parte dei leader socialisti in questa partita. «Olaf Scholz, Antonio Costa e soprattutto Pedro Sanchez non hanno mosso un dito» si sfoga un eurodeputato socialista.
Lo stesso Macron, pur non essendo pienamente convinto della candidatura di Metsola, si è dimostrato scettico sull'operazione Sassoli-bis. Anche se nel frattempo è cambiato il governo in Germania, il presidente francese teme le conseguenze di una rottura dell'accordo di inizio legislatura che prevedeva l'alternanza tra socialisti e Ppe alla guida del Parlamento. Restano però l'insoddisfazione e soprattutto il disorientamento degli eurodeputati socialisti-democratici.
Più di uno, durante la riunione di ieri sera, ha ammesso che non voterà la candidata del Ppe per via delle sue posizioni estremamente conservatrici e in particolare per quanto riguarda il diritto all'aborto. Ma alla fine in molti hanno già capito che bisognerà ingoiare il rospo, visto che non c'è nemmeno l'intenzione di votare gli altri aspiranti alla presidenza.
Al momento in campo ci sono il conservatore polacco Kosma Zlotowski e Sira Rego, della sinistra estrema. I verdi non hanno ancora avanzato una candidatura, ma nelle prossime settimane potrebbero mettere sul tavolo un nome per cercare di raccogliere il malcontento socialista.