SBATTERE LA TESTA SU MADURO – L’ASSEMBLEA DELLA CGIL VOTA ALL’UNANIMITÀ UNA “MOZIONE URGENTE” A FAVORE DEL DITTATORE VENEZUELANO E CONTRO “LE INGERENZE ESTERNE” SU CARACAS CHE SAREBBERO DIETRO ALL’AUTO-PROCLAMAZIONE DI GUAIDÓ, POI SMENTISCE – LANDINI NON HA ANCORA PRESO POSSESSO DELLA SEGRETERIA GENERALE CHE GIÀ DEVE AFFRONTARE LE GAFFE DEL SINDACATO (AUGURI)
-Enrico Marro per www.corriere.it
Maurizio Landini non ha ancora cominciato a fare il segretario generale della Cgil, che già deve affrontare il primo caso di posizionamento politico del suo sindacato, il caso Maduro. Poco fa, infatti, mentre al congresso della Cgil in corso a Bari tutti erano presi dal voto del comitato direttivo e dell'assemblea generale che eleggeranno il nuovo segretario generale e la segreteria, è passata all'unanimità una «mozione urgente» sulla crisi in Venezuela che «condanna con estrema fermezza le ingerenze e le pressioni esterne, a partire dall'embargo imposto dagli Usa su farmaci e sistema finanziario» e censura le «prese di posizione a favore dell'auto-proclamazione a capo dello Stato del presidente del Parlamento, Juan Guaidó».
Immediata la reazione di Salvini: «Sto con il popolo venezuelano e contro i regimi come quello di Maduro, fondato su violenza, paura e fame. Quanto prima cade, senza ulteriori scontri, meglio è», ha scritto su Twitter il ministro dell'Interno, commentando quanto sta accadendo in Venezuela.
Una mozione che molti quindi hanno letto in favore di Maduro, chiedendosi se non fosse la degna inaugurazione del nuovo corso landiniano, influenzato dalle posizioni di estrema sinistra e terzomondiste della Fiom. Un'accusa respinta dall'estensore materiale del documento, Sergio Bassoli, responsabile delle relazioni con le Americhe latine del dipartimento internazionale della Cgil: «Sì il testo l'ho scritto io e non è pro-Maduro.
Testualmente: "La Cgil si appella a tutte e parti in capo per il rispetto dello stato di diritto e per la protezione dei diritti umani, evitando azioni violente, repressive e di non ritorno allo stato democratico"».
Ma secondo lei quello garantito da Maduro è un assetto democratico? «Guardi - risponde Bassoli - noi sappiamo di sindacalisti vittime della repressione di Maduro e quindi conosciamo la situazione, ma qui si rischia un golpe militare e quindi una situazione ancora peggiore». Il funzionario spiega di aver redatto la mozione anche perché il sindacato internazionale delle Americhe, «dove sono presenti anche i sindacati Usa, ha fatto un appello simile e ci ha chiesto solidarietà. Non capisco tutto questo clamore».
Bassoli, scritto il testo, lo ha portato alla segreteria generale, ancora quella di Camusso, che lo ha condiviso e lo ha sottoposto all'approvazione del congresso. Molti delegati, distratti, dalle operazioni di voto, hanno appreso solo dopo del caso scoppiato. «Certo, anche questa se la potevano risparmiare», commentavano tra loro due sindacalisti, stanchi di un congresso già stressato dalla lotta per la successione tra Landini e Vincenzo Colla. Stasera il primo verrà eletto segretario generale e il secondo vice (Cosa succede ora in Venezuela?).