SCACCO ALLA REGINA - SEI PREMIER AUSTRALIANI FIRMANO UN DOCUMENTO PER ABBANDONARE LA CORONA BRITANNICA E TRASFORMARSI IN REPUBBLICA - IN SOSTANZA NON CAMBIEREBBE NULLA MA È UNA MOSSA CHE SERVE AI POLITICI LOCALI PER SVENTOLARSI CON UNA NUOVA “IDENTITÀ”


Stefano Stefanini per “la Stampa”

 

malcolm turnbull

Oggi è la festa nazionale dell' Australia. Il 26 gennaio 1788 il capitano inglese Arthur Phillip inaugurò a Sydney la prima colonia penale. Cosa, alla vigilia, ha spinto il premier australiano Turnbull e sei su sette premier di stato australiani, liberali e laburisti, a mettere in discussione la monarchia?

 

In soffitta ho ripescato la per gamena polverosa con cui, nel novembre del 1977, la Regina Elisabetta II mi autorizzava a svolgere le funzioni di Console in Australia Occidentale. Il territorio (otto volte l'Italia, popolazione - allora - poco più di un milione di abitanti) era ed è nominalmente sotto la corona britannica.

 

tony abbott

La finzione di dipendenza si manteneva nell' inno nazionale e nelle cerimonie ufficiali, sempre concluse con il brindisi alla Sovrana. Col tempo, imparai a farli alla «Regina d'Inghilterra» anziché alla «Regina d' Australia»: per non urtare alcune sensibilità locali. Uno dei tanti buoni consigli di mia moglie, australiana.

 

Dopo la dichiarazione dei premier, i repubblicani doc del Movimento Repubblicano (Arm) esultano, i monarchici della Lega Monarchica replicano che è un'iniziativa dei politici. Hanno entrambi ragione. Cosa cambia se l'Australia diventa una repubblica? Nulla nella politica; poco anche nelle istituzioni. Il Governatore Generale è un australiano. La Regina Elisabetta non fa che nominare la personalità designata dal primo ministro. Che poi rappresenta la Sovrana britannica in tutte le funzioni di Capo di Stato.

 

REGINA ELISABETTA IN AUSTRALIA

Cambia solo una piccola cosa: l' identità nazionale. Secondo il premier del Sud Australia, Jay Weatherill, diventare una repubblica è importante «per asserire la nostra identità nazionale». Eppure nessuno oggi vede nell'Australia un' appendice britannica. L'economia australiana è incardinata nell'Asia e nel Pacifico; più la Cina tira più esporta. Sicurezza e politica fanno di Canberra il principale alleato degli Stati Uniti nella regione.

 

REGINA ELISABETTA IN AUSTRALIA

La psicologia nazionale è una felice e inconfondibile combinazione di carattere, spirito d'avventura, tenacia, semplicità, divertimento e umorismo che fa degli australiani uno dei popoli più piacevoli e innovativi del mondo, basti pensare all' accoglienza delle Olimpiadi di Sydney del 2000. I molti giovani italiani che vi hanno soggiornato recentemente con visti di lavoro annuali ne conoscono l'attrazione.

 

Non ci sarebbe bisogno di smarcarsi dalla monarchia britannica se anche in Australia non si avvertisse la prepotente necessità di affermare la propria individualità in risposta agli appiattimenti della globalizzazione. Se il comunismo era lo spettro che si aggirava per l'Europa del 1800, la ricerca d' identità è quello che si aggira in Europa e nel mondo del XXI secolo. È un filo sotterraneo che attraversa populismi, secessionismi, fondamentalismi, estremismi etnici e religiosi, sorprendenti ribellioni politiche, da quella di Donald Trump ai vari movimenti anti-europei.

LA REGINA ELISABETTA E KEVIN SCARCE

 

Le lunghe radici democratiche, la protezione degli oceani e il cuscinetto economico delle abbondanti risorse mettono l' Australia, non per nulla «il Paese fortunato» (the lucky country), al riparo dai drammi e dalle tensioni che lacerano l'Europa. Ma non la risparmiano dalla domanda d'identità. L'Australia ha due strade per cercarla: tuffarsi nel futuro repubblicano o ancorarsi alla tradizione monarchica. I premier hanno additato la prima via. Sarà un referendum a dare la risposta, tutt'altro che scontata: nel 1999 una confortevole maggioranza (55%) scelse la corona britannica.

 

Astutamente, il premier Turnbull ha fatto capire che il referendum è improbabile prima della fine del regno di Elisabetta II. Troppo popolare. Col nuovo Sovrano si riapriranno i giochi. Nel frattempo, darei un consiglio al Console a Perth, mio attuale successore. Il premier dell' Australia Occidentale, Colin Barnett, è l'unico che non ha firmato la dichiarazione pro-repubblica. I brindisi alla Regina restano di rigore. Ma «d'Inghilterra» soltanto. Mi raccomando.