LO SCIOPERO SUICIDA - BITTARELLI, BOSS DEI TAXI ROMANI, AMMETTE: ‘FERMARE IL SERVIZIO CI HA DANNEGGIATO. CI SIAMO INIMICATI LA GENTE E DATO PIÙ LAVORO A CHI VOGLIAMO COMBATTERE - CI SONO 21 ASSOCIAZIONI DI TASSISTI, AL TAVOLO DEL NEGOZIATO È UNA CAGNARA’ - CENTO IDENTIFICATI PER LE VIOLENZE DELL’ALTRO GIORNO
1. TAXI, CENTO IDENTIFICATI PER I TAFFERUGLI
Paolo Baroni per la Stampa
Dopo sei giorni di proteste i tassisti italiani sono tornati tutti al lavoro. L' intesa raggiunta martedì sera al ministero dei Trasporti ha ottenuto il suo primo obiettivo, ovvero riportare la situazione alla normalità. Continuano però le polemiche. «Non decidiamo su pressione della piazza», ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Idem il collega dei Trasporti Graziano Delrio che al Tg1 ha parlato di una «riforma seria senza cedere alla piazza».
«Abbiamo ripristinato la regolarità del servizio e abbiamo preso l' impegno contestualmente di una riforma seria che non si può fare con delle proroghe - ha dichiarato -. Uno Stato serio dà diritti a tutti quelli che hanno investito il loro denaro e ai cittadini che devono potersi muovere liberamente».
A grande maggioranza i delegati dei tassisti italiani che si sono riuniti ieri a Roma nella sede di Uritaxi hanno ratificato il protocollo di intesa che fissa in 30 giorni il termine per definire le nuove norme per contrastare l' abusivismo e mettere a punto il disegno di legge delega che dovrà avviare la riforma del comparto. A Fiumicino si è invece svolta una contro-assemblea indetta da Usb, Ugl e Federtaxi, uniche tre sigle che non hanno ratificato l' intesa e che ora minacciano nuove proteste.
Dopo gli incidenti di martedì a Roma, intanto, sono già un centinaio le persone identificate dalla Digos in base alle immagini delle telecamere. Il giudice del tribunale ha invece convalidato il fermo dei due manifestanti coinvolti negli incidenti scoppiati davanti alla sede del Partito Democratico. Dovranno rispondere di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.
2. BITTARELLI: "LO SCIOPERO È STATO DANNOSO BISOGNAVA ANDARE AL TAVOLO MA LE RAPPRESENTANZE SONO DIVISE"
Paolo Baroni per la Stampa
Loreno Bittarelli, lei ha preso subito le distanze dalle violenze e dalla manifestazioni, però guida la più grande cooperativa romana di tassisti, il Radiotaxi 3570. È la più importante associazione nazionale del settore: quelli che erano in piazza martedì con fumogeni e bombe carta era anche gente vostra.
«Certo, ci sarà stato anche qualcuno dei nostri».
Immagino tanti, vista la vostra forza. Ma la domanda è: c' era bisogno di scatenare tutto quel caos per arrivare a un' intesa col governo?
«Io è dal primo giorno che sostengo che il problema non si poteva risolvere col blocco del servizio, tanto più che non era autorizzato, perché si sapeva che l' emendamento al Milleproroghe sarebbe passato sia al Senato che alla Camera col voto di fiducia. La protesta non è servita a niente se non a inimicarsi la gente e passare ancora più lavoro a quelli che diciamo di voler combattere. È stata una battaglia non intelligente: per me l' unico modo di far pressione al governo era far partire il tavolo tecnico come era già stato deciso nel marzo scorso e poi magari arrivare anche allo sciopero».
Ma perché quel tavolo non è mai partito?
«Perché non c' è intesa tra le categorie e nemmeno al loro interno. C' è una parte oltranzista dei rappresentanti dei tassisti e una parte oltranzista della rappresentanza dei noleggiatori che non consentono di costruire con serenità un tavolo dove poter lavorare e costruire bene le regole dei due servizi. Questa è la realtà: da una parte ci sono i tassisti che sostengono che con il loro nemico allo stesso tavolo non ci si siedono, dall' altra parte invece c' è una frangia di noleggiatori che pretenderebbe di venire a lavorare a Roma con una licenza di Bagnara Calabra o di Agrigento. Però la strada ormai è tracciata e andiamo avanti con chi ci sta. Le frange estreme le lasceremo fuori se non ci vogliono stare».
Nessuna responsabilità del governo in questi ritardi?
«È un problema di tutti i governi. La politica preferisce non inimicarsi nessuno.
E infatti rinviare tutto a un tavolo tecnico con le associazioni è un modo per dirci "vedetevela voi, trovate un' intesa e poi noi una legge ve la facciamo"».
Al tavolo al Mit eravate 21 sigle, non sono troppe?
«Sono tantissime. E poi il noleggio ne ha altrettante. Con 40 sigle attorno a un tavolo che produci? Solo cagnara».
Ma perché la concorrenza e l' arrivo delle nuove tecnologie nel vostro campo sono così difficili da digerire?
«È giusto che anche i taxi si misurino con la concorrenza, perché porta a migliorare il servizio. Ed è giusto che ci siano le tecnologie, ma concorrenza e tecnologie vanno applicate in un mercato dove le regole valgono per tutti. Perché se noi le dobbiamo rispettare e gli altri no diventa solo concorrenza sleale».
Secondo lei questo governo reggerà per il tempo necessario a mandare in porto la vostra riforma?
«Io sono convinto che sino a settembre-ottobre regge sicuramente e noi ora abbiano la scadenza a un mese per cui dovremmo farcela. Sono ottimista, questa è la volta buona».