CON SCOLA NO PARTY – ALLA PASSERELLA DELLA CONSOB PRENDE LA PAROLA IL CARDINALE SCOLA EI FRATELLI DE BENEDETTI SI ALZANO E SE NE VANNO: “UN ORGANO DELLO STATO NON SI FA DARE LEZIONI DI ETICA DALLA CHIESA” - (MEJO LA COTICA DI SORGENIA!)

A palazzo Mezzanotte solo un po’ di banchieri e assicuratori, qualche ex frequentatore di salotti buoni, l'unico ospite d’onore è stato l'arcivescovo di Milano, Scola. Quando il cardinale ha però preso la parola, i De Benedetti sono usciti. Il primo a lasciare la sala è stato Franco e subito dopo il fratello Carlo, l'ingegnere…

Condividi questo articolo


Claudio Antonelli per "Libero"

Nonostante si celebrasse il quarantesimo anniversario della Consob, oggi guidata da Giuseppe Vegas, la giornata di ieri è stata sotto tono. Il momento più interessante del consueto evento in Borsa Italiana è stata un'uscita anticipata con tanto di presa di posizione contro la Chiesa.

Benedetto XVI con il cardinale Angelo ScolaarticleBenedetto XVI con il cardinale Angelo Scolaarticle

Presenti a palazzo Mezzanotte solo un po' di banchieri e assicuratori,qualche ex frequentatore di salotti buoni, l'unico ospite d'onore è stato l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola.Quando il cardinale ha però preso la parola, la famiglia De Benedetti si è alzata ed è uscita.

Il primo a lasciare la sala è stato Franco e subito dopo il fratello Carlo, l'ingegnere. Si sono persi l'omelia dedicata al momento di assoluta incertezza. «Vi è il rischio di una paralisi che rappresenta il contraccolpo di un lungo periodo di effervescenza finanziaria, in cui è prevalsa la convinzione che tutti i rischi potessero essere gestiti con strumenti finanziari sempre più innovativi», ha detto Scola.

MARIO MONTI LA MOGLIE ELSA E IL CARDINALE ANGELO SCOLAMARIO MONTI LA MOGLIE ELSA E IL CARDINALE ANGELO SCOLA

Sottolineando la necessità di portare l'etica nei mercati finanziari. «Bisogna fare in modo che tutta l'economia e la finanza siano etiche», ha concluso il Cardinale. L'aver abbandonato la sala non è stato un caso. Infatti, quasi in contemporanea con le parole dell'arcivescovo,Franco De benedetti twittava: «Parla il cardinale Scola. Un organo dello Stato non si fa dare lezioni di etica dalla Chiesa. E lascio la sala». L'uso della prima persona indica che la paternità del tweet spetta solo a Franco.

Ma l'uscita in contemporanea dell'Ingegnere difficilmente può essere vista come una coincidenza. Giusto a Dogliani, il giorno prima, intervistato da Giovanni Minoli per Mix 24, Carlo De Benedetti aveva elogiato Papa Francesco I perché tra le tante cose «vuole cercare di scardinare quella fogna che è il Vaticano».

CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERACARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA

Parole forti che si amplificano nel silenzio milanese di ieri. Il gesto di alzarsi e uscire per non ascoltare l'omelia di Scola non può essere solo simbolico.Non si limita probabilmente a un messaggio diretto allo Ior, ovvero: la Chiesa pensi a mettere a posto la propria banca. Il tweet di De benedetti fa rumore anche perché risuona nell'assenza non casuale della politica.

CARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIOCARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIO

All'evento in Borsa non si è fatto vedere il premier Matteo Renzi e nemmeno il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (che ha mandato il suo vice Enrico Morando).Gli anni prima, Saccomanni e Tremonti non avevano disertato il palco di palazzo Mezzanotte. Non si può non notare che Giuseppe Vegas, giurista esperto di bilanci, sia stato viceministro di Giulio Tremonti, nonché senatore di Forza Italia e del Pdl.

franco debenedettifranco debenedetti

Non è certo ben visto dall'attuale classe politica.Già con il governo Monti ebbe frizioni.La riduzione dei componenti di tutte le authority decisa a fine 2011 dal professore della Bocconi ha fatto scendere il numero dei commissari Consob da cinque a tre.Una scelta,probabilmente dettata da logiche non di sola spending review, che comunque ha sollevato perplessità su più fronti.

La collegialità delle decisioni e la presenza di commissari di diversa estrazione hanno contribuito a difendere l'autonomia dell'istituzione. Ora che sono scaduti i mandati dei due membri nominati nel 2006, al loro posto dovrà arrivare un unico sostituto che finirà con l'affiancare Vegas e Paolo Troiano, anch'egli nominato dal governo Berlusconi.

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOANMATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN

Chi sarà il terzo ancora non è dato sapere. Sicuramente Renzi penserà a una figura che faccia da contrappeso.Una figura che probabilmente non avrebbe gradito l'invito fatto da Vegas a Scola. Come non ha gradito la famiglia De Benedetti.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...