LA SCOMUNICA DI BEPPUZZO: “PD-M5S? LA PROSSIMA VOLTA VOTATE PER BERSANI”
1- PERCHÉ HAI VOTATO IL MOVIMENTO 5 STELLE?
Da beppegrillo.it
Perché hai votato il MoVimento 5 Stelle?
Per fare un governo con i vecchi partiti?
Per votare in Parlamento i meno peggio?
Per discutere con il pdmenoelle di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario?
Per spartire poltrone e posti di comando a partire dalle presidenze di Camera e Senato?
Per autorizzare l'esproprio del Parlamento che, dopo un mese, non ha ancora nominato le commissioni?
Per fare la Tav, la Gronda e gli inceneritori di Bersani?
Per legittimare una classe dirigente che ha fatto fallire il Paese?
Per seppellire MPS sotto il tappeto pdimenoellino, il più grosso scandalo finanziario della Repubblica?
Per delegare qualcuno a tuo posto e stare alla finestra e vedere l'effetto che fa?
Per mantenere i finanziamenti elettorali ai partiti?
Per erogare i contributi diretti e indiretti ai giornali di propaganda che infettano il Paese?
Per mantenere il segreto su chi ha usufruito dello Scudo Fiscale?
Per non fare nessuna legge anti corruzione?
Per non fare nessuna legge contro il conflitto di interessi?
Per partecipare a riunioni extra parlamentari di 10 saggi che sono parte del problema?
Per non mandarli tutti a casa?
Per mantenere una televisione pubblica indecente e mantenuta dalle tasse degli italiani, controllata dai partiti e in perdita di 250 milioni di euro?
Per permettere l'ingresso nel Tribunale della Repubblica di Milano dei parlamentari del Pdl a difesa di Berlusconi, un atto inaudito non sanzionato dalle Istituzioni?
Per vedere ogni giorno le solite facce degli esponenti dei partiti che hanno rovinato il Paese?
Se hai votato per il M5S anche soltanto per uno di questi punti, allora hai sbagliato voto. Mi dispiace.
La prossima volta vota per un partito.
2-GRILLO: BERSANI E MONTI SONO UGUALI
Andrea Malaguti per "La Stampa"
Giornata a Cinque Stelle divisa in tre momenti. Mattina: bacchettata violenta di Beppe Grillo sulle dita troppo svelte sul computer del suo capogruppo Vito Crimi, che in un interminabile e indigeribile post notturno sostiene tra l'altro che sarebbe stato meglio dare l'incarico a Bersani che la prorogatio a Monti.
Bestemmia? Bestemmia. Punita con poche e sentite parole vergate dal papa ligure in persona. Queste: «Breve riassunto per i distratti e/o in malafede. Il M5S non accorderà nessuna fiducia. Bersani non è meglio di Monti. E' semplicemente uguale a Monti. Il Parlamento è sovrano da subito e con un tratto di penna può eliminare il Porcellum e avviare la riforma di cui i partiti si riempiono la bocca (e solo quella) da vent'anni».
Perfetto. Se Grillo avesse sei anni si potrebbe dire che è un'imbronciatura. Ma il punto è che ha scavallato i sessanta e che non ce la fa a lasciare passare un giorno senza dare le pagelle ai suoi irrequieti parlamentari. Li scortica. Li provoca. Li richiama. Come se avesse paura di una loro fuga in avanti. O di una loro fuga e basta. Timore non infondato. Ma se neppure il portavoce interpreta la posizione autentica del MoVimento, di chi ci si deve fidare? Del papa ligure e basta? E la democrazia orizzontale che fine fa? Domanda non secondaria. Che riemergerà con prepotenza col passare delle ore.
Pomeriggio: visita discussa, e per la rete discutibile, se non dannosa, all'ambasciata americana, con strette di mani e inchini a David Thorne, inviato di Obama in Italia e dunque - secondo il web - sintesi plastica dei poteri forti. Tecnicamente un cattivo. Anzi, il cattivo. Che per spiegare il proprio invito se la cava con un comunicato secco: «Fa parte della nostra linea, sono normali consultazioni». Splendido.
Se non fosse che pochi giorni fa, in un liceo romano, lo stesso Thorne aveva detto: «Voi giovani siete il futuro dell'Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire. Come il MoVimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento».
Un'esca o un elogio vero? Il clima in ambasciata è disteso. Amichevole. Thorne vuole sapere come nasce il MoVimento. Chiede dei meet up, che negli Usa sono stati un fallimento (troppo politicizzati). Poi ci si sposta sui temi dell'ecologia, della sanità pubblica, dell'inquinamento. Cinquanta minuti di affetto purissimo. Domande sul Muos, il sistema satellitare di Niscemi odiato dai siciliani? Zero. Pare.
Eppure il mandato della pattuglia dei quattro grillini prevedeva anche una presa di posizione sulla presenza militare americana nel nostro territorio. «Non vi vogliamo». Avrebbero dovuto dire. Non l'hanno detto. «Meglio che eviti di commentare questo incontro», taglia corto il senatore Marco Scibona. Ha l'aria abbattuta. Gli occhi inespressivi. Non è l'unico a lasciare trasparire il disagio.
Sera: ennesima riunione plenaria - Camera, Senato - per discutere i nuovi orizzonti dopo avere votato lo sblocco di 40 miliardi per le piccole e medie imprese, perché il MoVimento è più forte sulla pratica che sulla teoria. Temi sul tavolo: Presidente della Repubblica ed eventuali nuove alleanze di governo. Aria tesa. Perché in mattinata un gruppo di una trentina di «trattativisti», deputati infastiditi dalla scelta del papa ligure di restar fuori dal campo, ha deciso di fare emergere le differenze.
«E' arrivato il momento di guardarci negli occhi. Siamo in Parlamento per confrontarci con gli altri. Sarebbe ora che anche Beppe Grillo si presentasse e discutesse con noi». Si vota. Trenta sì alla trattativa. Ottanta no. La cittadina-parlamentare Mara Muzzi esce dalla sala in lacrime. Quando si presenterà il papa ligure?