SCOSTATI TU CHE MI SCOSTO ANCH’IO – PERCHÉ DRAGHI E FRANCO SONO CONTRARI A UN NUOVO AUMENTO DEL DEFICIT PER FINANZIARE NUOVI AIUTI A IMPRESE E FAMIGLIE? INNANZITUTTO RITENGONO CHE LA POLITICA DEI BONUS DEBBA ESSERE ABBANDONATA. MA PIÙ CHE ALTRO TEMONO CHE UN ULTERIORE RICORSO AL DEFICIT INDEBOLIREBBE ULTERIORMENTE L’ITALIA, SCATENANDO GLI SPECULATORI (CHE GIÀ SI STANNO SFREGANDO LE MANI….) – CHE COS’È, PERCHÉ SI USA E QUANTE VOLTE È STATO USATO LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO
-Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
1 Che cosa è lo scostamento di bilancio?
Lo scostamento di bilancio, per la precisione «scostamento dal pareggio di bilancio», è l'autorizzazione che il governo chiede al Parlamento per aumentare il deficit rispetto a quanto previsto nei documenti di finanza pubblica approvati in precedenza dalle Camere.
Secondo l'articolo 81 della Costituzione, come riformato nel 2012, il ricorso a un maggior indebitamento è consentito, «previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali». Questo strumento è stato molto utilizzato a partire dalla pandemia.
In base alle procedure previste dalla legge del 2012, attuativa del nuovo articolo 81, il governo ha trasmesso sei relazioni al Parlamento, di cui quattro nel 2020 e due nel 2021, per chiedere lo scostamento, sentita la commissione europea e indicando il piano di rientro verso il pareggio di bilancio, come previsto dalle procedure. In tutti i casi, le Camere hanno approvato l'autorizzazione a maggioranza assoluta.
2 Perché si usa?
Il governo ricorre all'aumento del deficit quando, «al verificarsi di eventi eccezionali», è costretto a varare misure di spesa o di riduzione delle entrate, per aiutare famiglie e imprese e sostenere l'economia e affrontare spese fuori dall'ordinario, come quelle sanitarie per contrastare la pandemia.
Quando, in queste circostanze, l'esecutivo non dispone di fonti alternative di finanziamento delle misure e non vuole ricorrere a tagli di spesa e a nuove entrate per trovare le risorse necessarie, chiede lo scostamento.
In questi casi, con il via libera della commissione europea e con l'approvazione del Parlamento a maggioranza assoluta, il governo si finanzia emettendo titoli del debito pubblico, quindi aumentando deficit e debito .
3 Quante volte è stato usato?
Il governo Conte bis è ricorso per cinque volte allo scostamento di bilancio per fronteggiare l'emergenza Covid: quattro volte nel 2020 per un aumento complessivo del deficit di quell'anno di 108 miliardi e una volta nel gennaio del 2021, per altri 32 miliardi. In tutto, quindi, 140 miliardi. Anche il governo Draghi ha fatto ricorso allo scostamento di bilancio una volta, per 40 miliardi di euro, sempre nel 2021, quando ha approvato il Documento di economia e finanza, portando il conto finale a 180 miliardi.
Successivamente e fino a ora l'esecutivo Draghi ha deciso misure di sostegno all'economia per 47 miliardi di euro senza ricorrere allo scostamento, ma finanziandole principalmente attraverso le entrate superiori alle attese e il varo della tassa sugli extraprofitti delle società del settore energia (10,5 miliardi, di cui finora incassati solo uno) .
4 Perché Draghi è contrario?
Draghi e il ministro dell'Economia, Daniele Franco, sono contrari da tempo ad aumentare ancora il deficit per finanziare nuovi aiuti a imprese e famiglie, per diversi motivi. Ritengono che la politica dei bonus ad ampio raggio debba essere abbandonata e che gli interventi debbano essere sempre più selettivi. Si sono impegnati con la commissione europea su un sentiero di risanamento dei conti pubblici, dopo l'enorme espansione del deficit e del debito pubblico dovuta alla crisi post-Covid (nel Def si prevede che l'indebitamento in rapporto al Pil, che era di appena 1,6% nel 2019, scenda dal 7,2% del 2021 al 5,6% del 2022, al 3,9% del 2023).
Infine, temono che un ulteriore ricorso al deficit indebolirebbe la posizione italiana nel negoziato europeo per la riforma del Patto di stabilità e vogliono evitare di esporre il Paese al rischio di speculazione sui mercati finanziari, già in fibrillazione per le incertezze legate al voto del 25 settembre.