SE DEROGHI NON EROGO: AI PAESI EUROPEI CHE VIOLANO LO STATO DI DIRITTO NON SARANNO PIÙ EROGATI I FONDI. E ORA L'UNGHERIA SI METTE DI TRAVERSO A BILANCIO UE E RECOVERY FUND - IL 19 SI RIUNIRANNO NUOVAMENTE I VENTISETTE E SI CAPIRÀ SE ORBAN STA BLUFFANDO O MENO. CERTO NON HA LA COPERTURA DEL PPE: WEBER HA INDICATO CHE ''L'UNGHERIA NON PUÒ TENERE IN OSTAGGIO BILANCIO E PACCHETTO ANTICRISI''
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Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”
Nella giornata in cui la Ue ha deciso il via libera alle sanzioni commerciali da 4 miliardi contro gli Stati Uniti sul caso Boeing/Airbus, una mossa dovuta a tutela degli interessi Ue e che non va giudicata come uno stop preventivo alla futura nuova amministrazione americana, si sono compiuti i passi probabilmente finali del negoziato tra Consiglio e Parlamento Ue su bilancio 2021-2027 e regole di Next Generation Eu, lo strumento anticrisi.
Con dei progressi sostanziali, ma anche con delle sostanziali incertezze. I progressi riguardano la dotazione finanziaria del bilancio. Il capogruppo del Partito popolare Manfred Weber ha anticipato che dovrebbe essere prevista una disponibilità aggiuntiva di 10-15 miliardi (il tetto concordato a luglio è 1.074 miliardi). Anche se ieri sera la trattativa non era ancora chiusa: la presidenza tedesca ha indicato che la riunione definitiva è oggi pomeriggio.
Poi le commissioni bilancio e problemi economici hanno votato la posizione negoziale sul regolamento dello strumento per la ripresa e la resilienza: gli europarlamentari puntano al raddoppio al 20% degli anticipi sugli esborsi nel 2021. Per l' Italia si tratterebbe di 42 miliardi (attualmente prevede 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti). Occorrerà vedere il risultato della trattativa con il Consiglio. La cosa certa è che i governi non intendono per ora rafforzare la dotazione finanziaria ritenendo prioritario attuare quanto già deciso. La seconda ondata di contagi potrebbe far loro cambiare idea: il commissario Paolo Gentiloni ha indicato che è possibile immaginare, ma più avanti, il raddoppio di Sure, lo strumenti per il sostegno delle casse integrazioni.
LE INCERTEZZE
Le incertezze sostanziali derivano da altro: di fatto è riscoppiato il tema Stato di diritto. Il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato il veto su quanto Consiglio e Parlamento hanno concordato in via preliminare sul legame fondi Ue- rispetto dello Stato di diritto. Lo ha spiegato in una lettera ai presidenti Ue e Commissione Orban: l' accordo si fonda su «definizioni giuridicamente vaghe come violazione dello Stato di diritto», apre spazio «ad abusi politici», viene violato «il requisito della certezza del diritto».
L' accordo Consiglio-Parlamento prevede una procedura che può arrivare alla sospensione degli esborsi Ue (del bilancio come di Next Generation Eu) o al rimborso anticipato dei prestiti in caso di funzionamento non appropriato delle autorità che attuano il bilancio Ue inclusi i prestiti anticrisi (appalti, audit, gestione trasparenza), delle attività investigative e giurisdizionali relativi alle violazioni come frode e corruzione o alla protezione degli interessi finanziari della Ue.
Per violazioni delle regole del diritto vanno anche intese quelle contro «i principi di legalità, che implicano un processo trasparente, responsabile, democratico e pluralistico per l' emanazione delle leggi processo legislativo; certezza del diritto; divieto di arbitrarietà dei poteri esecutivi; tutela giudiziaria efficace da parte di tribunali indipendenti e imparziali, anche per quanto riguarda i diritti fondamentali; separazione dei poteri».
Un contesto non digeribile per l' Ungheria come pure per la Polonia, entrambi sotto tiro proprio per il mancato rispetto dello Stato di diritto. Il 19 si riuniranno nuovamente i Ventisette e si capirà se Orban sta bluffando o meno. Certo non ha la copertura del Ppe: Weber ha indicato che «l' Ungheria non può tenere in ostaggio bilancio e pacchetto anticrisi».