SE LA LEGA CROLLA NELLE URNE, SALVINI NON LO SALVA NESSUNO – GIORGETTI E I GOVERNATORI SI PREPARANO A FRIGGERE "IL CAPITONE", CHE CONTINUA A OCCHIEGGIARE A PUTIN E ORBAN, IN CASO DI FLOP ELETTORALE – IL CORPACCIONE LEGHISTA (E NON PARLIAMO DI DURIGON) CHIEDE UN CONGRESSO, FEDRIGA E' IN POLE PER PRENDERE IL POSTO DI SALVINI - GIORGETTI PUNGE LA MELONI: “È FACILE STARE ALL'OPPOSIZIONE, MA GOVERNARE SIGNIFICA RICERCARE UN EQUILIBRIO" (COSA HA FATTO IL GOVERNISTA GIORGETTI PER EVITARE LA CADUTA DI DRAGHI? NADA DE NADA)
-Estratto dell'articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”
(...) Ma siamo sicuri che Salvini abbia le credenziali per continuare a essere segretario della Lega anche dopo il 25 settembre? "Aspettiamo, vediamo: i sondaggi della vigilia non ci hanno mai sorriso. E io sto bene in Friuli Venezia Giulia", ride Massimiliano Fedriga.
Volto disteso, sicuramente il più ricercato dalle telecamere. Tutti a corrergli dietro per la solita domanda: toccherà a lei dopo Matteo? "Ma noi siamo l'unico partito leninista d'Italia, il capo non si tocca. Tuttavia un congresso prima o poi lo faremo", dice per esempio Cristian Invernizzi, deputato bergamasco uscente e ricandidato in posizione complicatissima. Più fuori che dentro. La pacchia è finita. Ma per un pezzo di parlamentari leghisti, altro che i migranti. "E' stata una carneficina: mi hanno messo quarto in lista, non ce la farò mai", ammette Felice Mariani,
già campione di judo, un tipo che non bisognerebbe far mai arrabbiare.
E' stato segato dalle liste pure Daniele Belotti, 32 Pontida all'attivo sempre con il ruolo di speaker. E comunque i veri voti sono rimasti quassù, al nord. C'era una volta la Lega nazionale.
Ecco Zaia: si presenta con un bandierone con il Leone di San Marco srotolato dai suoi consiglieri ("non si dice vittoria bulgara, ma veneta", maramaldeggia il governatore del 77 per cento). Fedriga ammonisce chi fa "promesse" e "invoca la serietà" della politica. Solo Giorgetti, dolorante per un brutto mal di schiena, prova a pungere con grazia pedagogica Giorgia Meloni, quando spiega che è "facile stare all'opposizione, ma governare significa ricercare un equilibrio". Tuttavia si è qui, nella valli bergamasche, per assistere al soccorso del popolo leghista verso il segretario che da un bel po' arranca.
In casa e in trasferta. "Qualcosa è stato fatto male", mette le mani avanti Salvini. Attento a non pronunciare mai la parola Ucraina, stando lontano dalla guerra se non quando parla di caro bollette, senza fornire soluzioni. "Non ho preso un euro dalla Russia", è costretto a ribadire Salvini che però occhieggia - così come il suo vice Lorenzo Fontana - alla cara Ungheria di Orbán. Alla vigilia era stata diffusa una succosa indiscrezione: a Pontida ci sarà una super sorpresa? E quale: una clip di Vladimir Putin o il saluto del Cav.? Si scoprirà che invece è l'intervento di Mauro Barbuto, presidente dell'Unione ciechi e candidato in Sicilia.
Altro piccolo fuoriprogramma: il bacino sul palco di Salvini alla figlia Mirta. Insomma, evviva la tenerezza. Magari servirà anche per superare un autunno che si preannuncia complicato per il segretario. Ma a una settimana dall'ordalia elettorale non gli resta che fantasticare. Dice che sarebbe "onorato" se il capo dello stato gli conferisse l'incarico di formare il governo. Anzi si sbottona: un ambasciatore agli Esteri, un medico alla Sanità, un avvocato alla Giustizia ("la Bongiorno sarebbe l'ideale"). E' un comizio, va ricordato. "Al primo Cdm aboliremo il canone Rai". Bum! E poi torneranno i decreti sicurezza e sarà cancellata la "diabolica" legge Fornero. Non parla tanto di esteri, se non per dire che rimpiange Trump. Incompenso assicura: il governo di centrodestra "saràpiù credibile dell'attuale". Capito Mario Draghi? E con Meloni? "Ci vado d'accordo quasi su tutto". Il fumo delle salamelle cotte sulla griglia avvisa che è ora di pranzo. Si possono smontare le tende.