SE NON PUOI ATTACCARE I MAGISTRATI, ATTACCA I GIORNALISTI – LA MAGGIORANZA, IN IMBARAZZO PER LE DICHIARAZIONI CONTRO LE TOGHE DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, ORA INCOLPA I GIORNALISTI PER LA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI – L’IDEA PER SALVARE LA FACCIA AL GUARDASIGILLI? UNA NORMA CHE PREVEDA IL DIVIETO DI PUBBLICAZIONI DLELE INTERCETTAZIONI, ANCHE SE RICAVATE DA ATTI GIUDIZIARI, “QUALORA SIANO PREGIUDIZIEVOLI DELLA ONORABILITÀ DI UN NON INDAGATO”. TRADUZIONE DAL LEGALESE: BAVAGLIO!
-1. VOGLIA DI BAVAGLIO
Estratto dell’articolo di Fra. Gri. per “La Stampa”
Piuttosto che ingaggiare un micidiale corpo a corpo con i magistrati, foriero di molti guai, e sicuramente fuori dal comune sentire del popolo della destra, il governo di Giorgia Meloni immagina già una via di fuga dal vicolo cieco dov'è finito con le esternazioni del ministro Carlo Nordio.
E perciò, prima cosa, tutte le macchine legislative sono state fermate, quantomeno per un mese, fino alle elezioni regionali di Lombardia e Lazio. Secondo, se proprio si deve fare qualcosa sul tema delle intercettazioni, si colpisca l'anello debole, i giornalisti, e non quello forte, i magistrati.
Fonti autorevoli di maggioranza raccontano di un garbatissimo invito a Nordio affinché metta da parte per qualche settimana i bollenti spiriti. «Non serve a nessuno alimentare uno scontro con la magistratura tutta, che il Paese non capirebbe il giorno dopo l'arresto di Messina Denaro», dice un parlamentare influente. E un altro: «Le intercettazioni non si toccano. La maggioranza, o quantomeno la sua gran parte, è contro la grande criminalità come contro la piccola criminalità».
[…] Il mantra che può ricucire le divisioni del centrodestra a questo punto è la lotta ai presunti «abusi», come ripeteva ieri anche il vicepremier Antonio Tajani, che ledono «i diritti di cittadini sbattuti in prima pagina per poi risultare completamente estranei alle vicende». Solo che ora ad abusare delle intercettazioni non sarebbero più i magistrati, quanto i giornalisti.
[…] L'idea che piace dentro al governo, insomma, e che salverebbe la faccia al Guardasigilli, è un possibile divieto di pubblicazione delle intercettazioni tal quali, anche se ricavate da atti giudiziari, «qualora siano pregiudizievoli della onorabilità di un non indagato».
Spiegano: «C'è la nuova legge Orlando-Bonafede, ma non funziona, come anche ieri s'è visto nel caso Calovini […] Se pure qualche intercettazioni non rilevante penalmente sfugge al controllo dei magistrati, toccherà ai giornalisti valutare». Un eufemismo. Perché in caso di pubblicazione "proibita", scatterebbero multe salate.
Ma il terreno è scivolosissimo, perché gli atti giudiziari allegati a un processo, esaurita la fase della discovery, sono pubblici per definizione. […]
2. INTERCETTAZIONI, BAVAGLIO AI MEDIA IL GOVERNO STUDIA NUOVE SANZIONI
Estratto dell’articolo di Liana Milella per “la Repubblica”
«Provvedimenti disciplinari interni». Dell’Ordine dei giornalisti contro i colleghi che pubblicano intercettazioni senza valore penale e che riguardano persone non coinvolte nelle indagini. È l’ipotesi su cui lavora e che spiega a Repubblica il sottosegretario “meloniano” alla Giustizia Andrea Delmastro. Non vuol sentir parlare di “bavaglio”, come racconterà poi anche a Metropolis: «Nessun intento punitivo, noi vogliamo solo eliminare il tossico che esiste nei rapporti tra giustizia, informazione e politica».
Sarà. Ma dall’annunciata stretta sulle intercettazioni del Guardasigilli Carlo Nordio, eccoci alle misure anti stampa su cui lavora Delmastro. Sembra un perfetto amarcord berlusconiano.
[…] Dal governo è dunque in arrivo un pacchetto di norme affilate, pronte per colpire l’accoppiata micidiale che turba il Guardasigilli, pm e giornalisti. Stretta su due livelli: da un lato, il paletto ai magistrati, perché evitino di calare nelle misure — notificate anche agli avvocati, e quindi in grado di raggiungere la stampa — le captazioni ritenute “lesive della privacy” e non rilevanti ai fini delle indagini. Dall’altro, una sanzione per i cronisti che continuino a pubblicare riferimenti o conversazioni che esulano dall’accertamento di quei reati. […]