SE NON TRIVELLIAMO SIAMO FRITTI - IL PREZZO DEL GAS SCHIZZA ALLE STELLE DOPO CHE GAZPROM HA TAGLIATO ANCORA LE FORNITURE IN EUROPA E RESPINTO LE RICHIESTE DI ENI: LE QUOTAZIONI SONO RADDOPPIATE IN SETTE GIORNI - IL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA CINGOLANI HA DETTO CHE BISOGNA AUMENTARE LA PRODUZIONE NAZIONALE DI METANO: "DOBBIAMO USARE SEMPRE PIÙ GAS DA GIACIMENTI" - L'ANNUNCIO HA FATTO INCAZZARE I 5 STELLE CHE LO HANNO SUBITO CONTESTATO...

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Paolo Baroni per “La Stampa

 

GAZPROM

Il prezzo del gas schizza alle stelle. Sull'onda del taglio delle forniture russe all'Europa deciso martedì da Gazprom, che ha colpito innanzitutto la Germania ed in misura minore Italia ed altri paesi europei, alla borsa di Amsterdam ieri si sono sfiorati i 150 euro per megawattora contro i 120 di mercoledì e gli 80 della scorsa settimana. A fine giornata l'asticella si è poi fermata a quota 135,16 facendo segnare un ulteriore aumento del 10,7% dopo il +24% di mercoledì.

 

gazprom

Dopo il governo tedesco, che l'altro giorno ha accusato Gazprom di voler devastare il mercato per far salire i prezzi, ieri è stata la volta di Mario Draghi che ha attacco Mosca parlando di «uso politico del gas, come del grano».

 

Il nostro premier, che si è detto «abbastanza tranquillo nell'immediato e per l'inverno» grazie al buon livello già raggiunto dai nostri stoccaggi già saliti al 52%, ha quindi definito «bugie» le scuse addotte dai russi per tagliare le forniture di gas all'Europa. Lui, come Scholz e gli altri partner europei, non credono infatti ai motivi tecnici addotti da Gazprom ed alla storia dei pezzi per la manutenzione che non arrivano a causa delle sanzioni.

 

GAZPROM GERMANIA

Da Mosca rigettano ovviamente ogni accusa. Le riduzioni delle forniture all'Europa «non sono premeditate» ha dichiarato ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov avvallando la tesi sostenuta da Gazprom, ovvero che «la riduzione dei flussi è legata a problemi con una turbina in manutenzione causati dalle sanzioni introdotte contro Mosca».

 

Gazprom martedì ha ridotto del 60% (passando da 167 a 67 milioni di metri cubi/giorno) i flussi destinati alla Germania attraverso NordStream 1, gasdotto che convoglia 55 dei 140 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno consuma l'Europa. Il giorno seguente ha poi annunciano un taglio del 15% delle forniture all'Italia.

 

trivelle

Ieri è invece toccato all'Austria, ma anche Repubblica Ceca e la Slovacchia hanno segnalato cali consistenti dei flussi destinati a loro nell'ordine del 30%. In Francia anche Engie ha denunciato un calo, ma senza che questo producesse impatti sull'utenza.

 

Per quanto riguarda noi, come hanno spiegato dall'Eni, «a fronte di una richiesta giornaliera di gas superiore di circa il 44% rispetto a quella avanzata ieri (mercoledì - ndr), incremento dovuto al recupero delle quantità non ricevute e alle normali dinamiche commerciali, Gazprom ha comunicato che sarà consegnato solo il 65% delle forniture richieste».

 

trivelle

La società statale russa, stando alla nota dell'Eni, ha spiegato che anche la mancata consegna all'Italia «dipende dai problemi alla centrale di Portovaya che alimenta il gasdotto Nord Stream attraverso il quale Gazprom trasporta una parte dei volumi destinati ad Eni».

 

Il risultato è che mentre mercoledì a Tarvisio abbiamo ricevuto circa 28 milioni di metri cubi sui 32-33 richiesti (e circa 200 milioni di mc immessi in rete e 160 consumati), ieri anziché averne 48 milioni come richiesto ne abbiamo ottenuti solo 32.

 

Nessun problema sull'erogazione di gas a famiglie e imprese, a soffrirne semmai sono stati gli stoccaggi con gli operatori, in questa fase di prezzi pazzi, certamente poco incentivati ad aumentare le scorte.

 

ROBERTO CINGOLANI

La situazione nei prossimi giorni potrebbe anche peggiorare. Stando all'ambasciatore russo all'Ue Vladimir Chizhov citato dal Guardian - i flussi di gas verso l'Europa attraverso il Nord Stream 1 potrebbero anche essere sospesi a causa dei problemi nelle riparazioni delle turbine nella stazione di pompaggio di Portovaya.

 

E questo, certamente, a suo dire provocherebbe una «catastrofe» per la Germania. Più che una previsione, una minaccia.

 

roberto cingolani

Per il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, «sono 24 ore che la Russia ha annunciato una diminuzione nelle forniture. I motivi possono essere diversi, tecnici o di altro genere. C'è un gruppo di monitoraggio con gli operatori, ci sentiamo 4-5 volte al giorno e stiamo seguendo l'evolversi della situazione: vediamo nei prossimi giorni se questa diminuzione si stabilizza o se è un evento, un episodio e in base a questo poi si prenderanno decisioni opportune».

 

ROBERTO cingolani

In caso di interruzione totale delle forniture il piano d'emergenza «è pronto», ha poi rassicurato il ministro. E come è noto prevede un maggior utilizzo delle centrali a carbone per produrre energia, la possibilità di sospendere le forniture di gas ai cosiddetti clienti interrompibili come pure quello di razionare a tutti la distribuzione di gas.

 

Intervenendo nel pomeriggio al question time in Senato il ministro ha poi sostenuto l'esigenza di aumentare la produzione nazionale di metano ed in questa logica, a suo parere, «forse è arrivato il momento di rivedere il Pitesai (la mappa delle zone idonee all'estrazione di idrocarburi - ndr) alla luce di quello che sta succedendo. Dobbiamo perseguire da un lato la riduzione dell'uso totale del gas e dall'altro, per quello che ci servirà ancora, usare sempre più gas da giacimenti nazionali». Un annuncio che ha fatto storcere la bocca ai 5 Stelle che ieri sera lo hanno subito contestato.