SE SALTA L’AUTONOMIA, PUÒ SALTARE LA MAGGIORANZA – LA RICHIESTA DI MORATORIA DI ROBERTO OCCHIUTO, SULLA RIFORMA CARA ALLA LEGA, È UNA MINA SOTTO LA POLTRONA DI GIORGIA MELONI: POTREBBE INNESCARSI UN EFFETTO DOMINO CHE RISCHIA DI METTERE IN DISCUSSIONE ANCHE PREMIERATO E RIFORMA DELLA GIUSTIZIA – MASSIMO FRANCO: “NELLA COALIZIONE RISPUNTA UN PROTAGONISMO DECLINATO IN TERMINI, SE NON DI OPPOSIZIONE, DI SCONTENTO ESPLICITO. CON EFFETTI NEGATIVI POTENZIALMENTE IN AUMENTO…”
-1. EFFETTO DOMINO SULLE RIFORME PER LE TENSIONI TRA ALLEATI
Estratto dell'articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
Lo smarcamento era in incubazione da mesi […]. Ma l’uscita del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, di Forza Italia, inserisce un elemento di rottura sull’autonomia regionale differenziata voluta dalla Lega.
A colpire non è solo la sua richiesta di una moratoria, di fatto un rinvio delle intese tra governo e Regioni […]. Occhiuto avverte che in caso di referendum, in Calabria e nel Mezzogiorno i «no» alla riforma oscillerebbero tra l’ottanta e il novanta per cento.
Non è la prima volta che dai berlusconiani, come anche da FdI, arrivano inviti alla prudenza. Ma questa volta la presa di distanze è netta. E fa capire che di rimbalzo potrebbe risultare non facile fare avanzare le tre riforme dei tre partiti della coalizione in modo indolore.
È noto che per Matteo Salvini l’approvazione dell’autonomia regionale è una sorta di polizza assicurativa contro i malumori delle sue regioni del Nord a guida leghista: malumori accentuati dalla scelta del generale Roberto Vannacci alle Europee e dal progetto per il ponte sullo Stretto di Messina.
Se […]monta l’ostilità del resto della maggioranza verso quella riforma, potrebbe verificarsi un effetto domino. Sarebbero messi in discussione anche il premierato della premier Giorgia Meloni, e la riforma della giustizia voluta da FI. Non che questo implichi rischi di una crisi, sebbene la Lega evochi possibili «agenti esterni» alludendo a magistratura e Ue.
È verosimile, tuttavia, che inserisca ulteriori tensioni tra forze che hanno presentato con enfasi modelli di sistema contraddittori tra loro. […] le parole di Occhiuto spezzano l’apparente armonia riformatrice. Spiegare di non essere contro l’Autonomia ma criticare un’approvazione «frettolosa» significa dare spazio alle polemiche delle opposizioni sulle forzature del governo.
E sostenere che sarebbe rifiutata da un Mezzogiorno già impoverito rivela timori diffusi tra FdI e FI. Costringe i gruppi dirigenti nazionali a fare i conti con una situazione di malessere sociale diffuso. C’è anche da chiedersi come mai proprio adesso riemergano resistenze tenute sotto controllo a lungo.
L’impressione è che siano la spia di un indebolimento dell’immagine dell’esecutivo. Siccità nel Sud, crolli a Scampia, critiche di Licia Ronzulli di FI sulle misure del governo per ridurre le liste di attesa nella sanità, e anche divisioni nell’Ue, sono una miscela corrosiva. Nella coalizione rispunta tra alleati un protagonismo declinato in termini, se non di opposizione, di scontento esplicito. Con effetti negativi potenzialmente in aumento.
2. AUTONOMIA, AL SUD APERTA UNA CREPA NELLA MAGGIORANZA
Estratto dell'articolo di Lina Palmerini per “il Sole 24 Ore”
[…] È vero che si attende la definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) per completare la riforma ma, in realtà, ci sono diverse materie in cui non sono necessari e su cui le Regioni possono già chiedere all’Esecutivo l’autonomia. Ecco, il rischio da evitare.
Se infatti i Governatori leghisti cominciassero a premere per aggiudicarsi alcune di quelle materie “libere” dagli standard minimi, si potrebbe arrivare a uno scontro nella destra. Non solo: si renderebbe concreta la legge con la conseguenza di una reazione emotiva e politica del Sud.
E si darebbe una formidabile arma nelle mani dell’opposizione già proiettata sulla raccolta delle firme. Questo vale sul piano pratico della riforma mentre ce n’è uno più politico perché la richiesta di Occhiuto va a impattare in quella guerriglia perenne che ormai c’è tra la Lega e il partito di Tajani.
Qualcosa che è cominciato con la gara per le europee e che continua. La faglia è proprio il rapporto con Bruxelles. Finora tra Salvini e Tajani sono volati gli stracci su chi sia più irrilevante dell’altro ma la Commissione Ue non ha ancora iniziato a lavorare quindi il difficile arriverà dopo.
È scontato infatti che tra i Patrioti della destra sovranista - di cui fa parte Salvini accanto a Orban e Le Pen - e i Popolari – gruppo a cui aderisce Forza Italia – sarà una continua resa dei conti a cominciare dalla discussione sulla revisione del diritto di veto. Da che parte starà Meloni? Intanto già l’autonomia – messa sul tavolo da Occhiuto - è un problema per il motore della maggioranza. E anche per gli equilibri interni di Forza Italia.