E SE TRUMP RITIRASSE LA CANDIDATURA? – I SONDAGGI CONTINUANO A ESSERE IMPIETOSI CON IL PRESIDENTE AMERICANO E PURE I REPUBBLICANI ORMAI TEMONO UNA SCONFITTA DEVASTANTE – I GUAI PER “THE DONALD” SONO GROSSI, CONSIDERATO CHE PERFINO NELLA ROCCAFORTE REPUBBLICANA DEL TEXAS APPARE TESTA A TESTA CON “SLEEPY JOE” BIDEN – E “FOX NEWS” COMINCIA AD AFFACCIARE L’IPOTESI DI UN PASSO INDIETRO...
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Massimo Gaggi per www.corriere.it
E se Trump dovesse ritirarsi dalla corsa per la riconferma alla Casa Bianca? Solo tre mesi fa moltissimi, anche in campo democratico, davano per scontato un secondo mandato del presidente del fronte conservatore.
Oggi, con i sondaggi che continuano a indicare un crollo apparentemente senza fondo della popolarità di The Donald, i repubblicani dichiarano ormai apertamente di temere una sconfitta devastante (il democratico Biden eletto con ampio margine mentre la destra perde anche il Senato, oltre alla Camera) e c’è addirittura chi ipotizza l’impensabile: il drop out, un improvviso ritiro di Trump dalla competizione elettorale.
Perfino la Fox, la rete ultraconservatrice, comincia ad affacciare questa ipotesi, mentre Charles Gasparino, un giornalista finanziaria molto ben introdotto negli ambienti repubblicani che contano, sostiene che questa ipotesi è ormai discussa dai leader del partito, anche se nessun ne parla in pubblico.
Perché tanto allarme? La Casa Bianca sdrammatizza, non dà alcun credito ai sondaggi che Trump ha a lungo etichettato come fake news. Del resto anche nel 2016 le rilevazioni lo davano perdente, e i livelli di consensi per il presidente erano bassi anche in inverno, quando tutti davano comunque Trump vicino alla rielezione.
Nelle ultime settimane, però, il gap dei sondaggi si è allargato enormemente e ormai Trump viene dato per perdente con ampio margine su Biden anche negli Stati-chiave (Pennsylvania, Wisconsin, Michigan, Ohio) e anche in alcuni Stati che fino a ieri sembravano dalla sua parte (Florida, Arizona, le due Caroline).
Colpito dal fatto che anche nella roccaforte conservatrice del Texas Trump e Biden appaiono testa a testa, Karl Rove, texano e stratega delle vittorie elettorali di Bush, sostiene che se Trump non cambia rotta e non presenta un programma convincente per il secondo mandato, andrà incontro a sconfitta sicura. Secondo lui i sondaggi più attendibili sono quelli di Real Clear Politics che in pochi giorni hanno visto il gap nazionale tra Trump e Biden allargarsi da 5 a 9 punti percentuali.
Trump è davvero con le spalle al muro? Mancano più di quattro mesi al voto, il presidente ha tempo per recuperare. La sensazione è che i media conservatori suonino l’allarme per scuotere Trump che non riesce a mettere in piedi una campagna elettorale ordinata, continuando coi suoi tweet rabbiosi che piacciono agli integralisti bianchi, ma gli fanno perdere consensi in tutti altri gruppi sociali. La Fox sta anche facendo una sorta di elettrochoc ai conservatori che si stanno allontanando da Trump. Il messaggio è: «Dopo di lui il diluvio, tra qualche mese saremo governati da un presidente-fantoccio, Biden, che risponderà agli ordini della sinistra radicale».
E se Trump dovesse ritirarsi davvero? Non ci sono precedenti, ma The Donald ci ha abituato a molte cose senza precedenti. Se rinunciasse all’incarico prima della convention repubblicana di agosto, probabilmente i suoi delegati passerebbero a Mike Pence che diventerebbe il candidato alla presidenza. Se dovesse rinunciare a settembre o ad ottobre (si vota il 3 novembre), una volta preso atto che la sconfitta è per lui sicura, toccherà all’Rnc, l’organizzazione del partito repubblicano coi suoi delegati, scegliere liberamente un altro candidato. Ma è uno scenario improbabile.