SEI MERKEL E TI LANCIANO LE PETRY - L’EX MANAGER FRAUKE PETRY HA TRASFORMATO I POPULISTI DI “ALTERNATIVA PER LA GERMANIA” IN UN PARTITO ‘VOTABILE’: NEI TRE LAND IN CUI SI E’ ANDATI ALLE URNE HA FATTO INCETTA DI CONSENSI - LA POLITICA PRO-RIFUGIATI DELLA CANCELLIERA HA MESSO IL TURBO ALLA ULTRADESTRA


Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

ANGELA MERKEL - FRAUKE PETRY

Frauke Petry si è presentata anche ieri davanti alle telecamere in giacca e camicia — una sorta di rassicurante uniforme che indossa da anni in qualsiasi occasione pubblica — e ha annunciato con un grande sorriso la fine delle “Volksparteien”, dei partiti di massa.

 

Per lei, effettivamente, quello di ieri è un vero trionfo. E la fine di un percorso. La leader degli ex antieuro ha traghettato il monotematico “partito dei professori” Afd (“Alternativa per la Germania”) verso nuovi lidi, l’ha piegato dopo la fragorosa uscita del fondatore, Bernd Lucke, a un partito dichiaratamente di destra.

 

FRAUKE PETRY

E anche se l’ex manager e chimica si sforza di convincere l’elettorato tedesco che può essere un’alternativa seria per gli elettori conservatori delusi dalla “svolta umanitaria” di Angela Merkel, è sufficiente uno sguardo più attento al resto del partito per rendersi contro che dietro la “bella” Petry si nascondo molte “bestie”.

 

Ma a noi di Repubblica, la leader populista ha spiegato di essere «convinta» che il suo partito riuscirà prima o poi a diventare un partito di massa, come la Cdu e la Spd: «Tra i nostri membri ci sono esponenti di tutti gli strati della società, operai, accademici, studenti, pensionati, disoccupati. Ma anche tra i nostri elettori il quadro è simile. L’Afd raccoglie consensi in tutta la società, non solo in singoli gruppi».

 

PETRY

Lei stessa, però, offre di tanto in tanto spunti succulentissimi per le prime pagine dei giornali. Di recente hanno scritto che Petry avrebbe incitato a sparare ai migranti illegali alle frontiere. Con aria infastidita, lei puntualizza che «in quell’intervista, dopo ripetute insistenze, ho spiegato qual è attualmente la cornice legale in Germania. La questione era se si possono difendere le frontiere in generale o no.

 

Alcuni politici continuano a ripetere che non si possono difendere. Io ho semplicemente chiarito che i confini possono essere difesi, eccome, e che, anzi, è obbligatorio difenderli, se la sovranità nazionale è minacciata. La riproduzione sbagliata e fuorviante delle mie parole — “voglio sparare ai profughi” — è diffamante».

MERKEL PROFUGHI

 

Un altro che fa spesso discutere, che si è fatto notare anche alle manifestazioni anti-musulmane di Pegida, dove nessun partito dell’arco costituzionale tedesco si sognerebbe mai di farsi fotografare, è il vice, Alexander Gauweiler. Ieri sera passava raggiante da uno studio televisivo all’altro. Ma in un’intervista al settimanale Die Zeit ha seriamente affermato che bisogna smetterla di farsi ricattare «dagli occhi dei bambini», quando si discute di profughi.

 

protesta contro merkel degli anti musulmani di pegida

Ebbene, anche Petry sottoscrive: «Mostrare occhi di bambini può servire, purtroppo, a evitare qualsiasi riflessione su queste cause del fanatismo religioso e delle guerre. Allo stesso modo un’immagine del genere scongiura una discussione aperta e critica sulle politiche migratorie. Abbiamo già vissuto, in passato, un dibattito sull’immigrazione viziato dal tentativo di usare immagini del genere per promuovere la “willkommenskultur”, le politiche di benvenuto. Ma ogni decisione razionale ha bisogno che si usi il cuore, ma anche la testa. Altrimenti si rischia il ricatto. Peraltro, il 70% dei migranti sono giovani uomini».

 

È chiarissimo che è stata proprio l’agguerrita battaglia degli ultimi mesi contro la politica generosa di Angela Merkel a regalare l’ottimo risultato all’Afd. Un dubbio gigantesco che si tratti dunque di un voto di protesta, piuttosto volatile, scaturito da un dibattito monotematico, resta.

merkel orban migranti profughi

 

E sulla cancelliera, Petry è caustica anche parlando con noi: «Su Angela Merkel e i governi che l’hanno preceduta — sottolinea — grava la responsabilità di una politica migratoria catastrofica. Di questo passo, è una traiettoria che rischia di spazzare via l’Europa democratica e liberale degli ultimi decenni. Io penso che possiamo aiutare senza problemi i profughi veri, soprattutto coloro che provengono dalla Siria o i cristiani perseguitati dell’Iraq. Ma per frenare l’immigrazione clandestina, soprattutto i migranti economici, occorre mandare un segnale politico molto chiaro ai Paesi di origine: controlli alle frontiere, l’eliminazione di incentivi finanziari che possano attirarli qui e una riforma del diritto di asilo».

MERKEL CSU PROFUGHI 5

 

E poi ci sono le definizioni, ovviamente. Una volta, in conferenza stampa, ha detto che Marine Le Pen è troppo “socialista” — intendeva dire statalista, forse? Chissà. Dal punto di vista economico, l’Afd è liberista e somiglia piuttosto al Tea Party americano che alle destre europee classiche. Petry preferisce parlare di un partito “liberal-conservatore”. E ha una risposta pronta anche per chi si preoccupa per gli innumerevoli estremisti di destra che la votano e che ci sono anche tra rappresentanti importanti del suo partito. «Che l’Afd venga definita radicale è qualcosa di abbastanza tipico per un partito giovane ». Non molto convincente, per la verità.