SEJOURNE’, C’EST ARRIVE’! IL NUOVO MINISTRO DEGLI ESTERI DISLESSICO E I PLURALI SBAGLIATI CHE FANNO DISCUTERE LA FRANCIA - L’EX COMPAGNO DEL PREMIER ATTAL FA PARTE DEI “MORMONI” DI MACRON: SUOI COLLABORATORI-FOTOCOPIA, ABITI BLU, SECCHIONCELLI, PERFETTI GALLETTI COCCODÈ. MA IL FRANCESE È LA LINGUA MONDIALE DELLA DIPLOMAZIA. E I SUOI ERRORI NON PASSANO INOSSERVATI – “LA DISLESSIA? A FORZA DI RIEDUCAZIONE, HO QUASI CANCELLATO I MIEI DIFETTI NEL PARLATO. MA IL PROBLEMA RITORNA IN UN MOMENTO DI STRESS IMPORTANTE”
-Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti
Un granello di sabbia nell’ingranaggio della comunicazione macroniana: il nuovo ministro degli Affari esteri fa errori quando parla, e anche quando scrive, in francese, la lingua mondiale della diplomazia accanto all’inglese. Come migliaia di altri cittadini, il ministro è dislessico.
Stéphane Séjourné, 38 anni, sembrerebbe, almeno all’apparenza, uguale agli altri collaboratori della prima ora di Macron, «i mormoni», come vengono chiamati: giovani, preparati, aspetto curato senza eccentricità, snelli nei loro abiti blu e cravatta tinta unita, formalmente impeccabili e a loro agio davanti a microfoni e telecamere.
Ma poche ore dopo essere stato nominato capo del Quai d’Orsay, Séjourné ha dovuto sostituire l’esperta ministra uscente Catherine Colonna in un impegnativo viaggio in Ucraina. Tutto bene nella sostanza, meno nella forma: Séjourné ha detto di essere a Kiev per difendere i principes fondamentals — invece che fondamentaux — della democrazia e per vedere ce qu’ont besoin les Ukrainiens , cioè «quello che hanno bisogno gli ucraini».
Errori che non sono sfuggiti ovviamente agli utenti di X, per esempio Julien Odoul, deputato lepenista, che ha protestato contro la «decadenza del Quai d’Orsay».
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Séjourné però non è un «mormone» come gli altri.
Cresciuto nella classe media, figlio non di ambasciatori ma di un tecnico di France Télécom che per lavoro è stato trasferito in Spagna, Messico e Argentina e ha portato con sé la famiglia, è bilingue francese e spagnolo ma soprattutto, come ha avuto modo di ricordare in un’intervista al Parisien , «quando ero bambino mi è stata diagnosticata una dislessia molto forte.
Per esempio, qualche volta le parole si invertono. A forza di impegno e rieducazione, ho quasi cancellato i miei difetti all’orale. Ma il problema ritorna in un momento di fatica o di stress importante». E a Kiev Séjourné aveva dormito «cinque ore in tre giorni», dice.
Il ministro si rivolge ai dislessici come lui: «Milioni di persone sono nella mia situazione. Tengo a fare passare un messaggio: può sembrare un problema insormontabile ma, guardate me, tutto è possibile. Non perdete la speranza».
Alla fine, in un mondo di ossessione per la correttezza formale e per la prima impressione, l’imperfezione di Séjourné ha il vantaggio politico di renderlo più umano.