IL SENATO SALVERÀ IL TWITTAROLO CALENDA? – LA PROCURA DI ROMA HA CHIESTO A PALAZZO MADAMA DI DECIDERE SE CONCEDERE O NO L'IMMUNITÀ AL LEADER DI AZIONE, QUERELATO DA CLEMENTE MASTELLA PER UN TWEET IN CUI AVEVA PARLATO DI “CULTURA DELLA MAFIA” FACENDO RIFERIMENTO AL SINDACO DI BENEVENTO – IL “CHURCHILL DEI PARIOLI” RISCHIA DI ANDARE A PROCESSO CON L'ACCUSA DI DIFFAMAZIONE AGGRAVATA…
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(ANSA) - Indagato per un tweet, Carlo Calenda è appeso alla decisione del Senato. Il gip del Tribunale di Roma, Costantino De Robbio, ha chiesto a Palazzo Madama di decidere se concedere l'immunità al leader di Azione. In caso contrario rischia un processo con l'accusa di diffamazione aggravata ai danni di Clemente Mastella.
La notizia è stata pubblicata oggi da Repubblica. Tutto nasce il 3 aprile scorso quando, in vista della campagna elettorale per le elezioni europee, Calenda criticò su X la scelta di Emma Bonino di dar vita alla lista Stati Uniti d'Europa insieme a Matteo Renzi e ad altri centristi.
"Non ha alcun senso portarsi dietro, sia pure per interposta persona, Cuffaro, Cesaro e Mastella. La cultura della mafia è l'opposto dei valori europei", scrisse il senatore. Quel tweet fece infuriare il sindaco di Benevento e leader centrista Clemente Mastella.«Querelo Calenda», disse subito l'ex Guardasigilli.
Calenda è stato così indagato dalla Procura di Roma con l'accusa di diffamazione aggravata - scrive il quotidiano -. Davanti alla richiesta di dichiarare quel tweet insindacabile, il pm ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di valutare se considerare tali le espressioni oggetto della querela, dunque posizioni di un parlamentare nell'esercizio del suo mandato. Il gip De Robbio, però, ha ritenuto che al momento non sia possibile dichiarare d'ufficio l'insindacabilità delle opinioni espresse dal leader di Azione e ha chiesto al Senato di pronunciarsi sull'immunità.