SENZA OMBRA DEL DEBBIO - SOLO IL CONDUTTORE METTEREBBE D’ACCORDO IL CENTRODESTRA PER IL DOPO PISAPIA MA LUI SI TIRA INDIETRO: “MI PRESSERANNO? E CHE PRESSINO, SI FARÀ UNA BELLA SOPPRESSATA” - ALLARME MARONI: SIAMO IN RITARDO - PASSERA IN CAMPO


Carlo Verdelli per “la Repubblica”

DEL DEBBIO BERLUSCONi

 

UNA ricostruzione certamente malevola vuole che Milano sia ancora senza un’ombra di candidato sindaco per il centrodestra per un motivo che non riguarda né le alchimie tra alleati né tanto meno i programmi elettorali. L’accordo in realtà ci sarebbe anche, e pure benedetto da tutti, ma è sospeso. E la frenata dipenderebbe, in una piccola ma non trascurabile parte, da una questione di soldi.

 

Un esempio a caso, Paolo Del Debbio, conduttore di “Quinta Colonna “ su Rete 4. Dicono che sia pigro, umorale, poco incline a prendere ordini. Dicono anche che ultimamente se la tiri parecchio, che pretenderebbe di essere insediato come un podestà, senza i fastidi di una corsa a ostacoli tra i capricci di troppi sodali.

BERLUSCONI DEL DEBBIO

 

In compenso, ormai riceve per strada e nei bar trattamenti da Madonna pellegrina, è furbamente bifronte (colto e pop insieme) e soprattutto è l’uomo su cui ha puntato Matteo Salvini, leader discutibile ma al momento indiscusso della Lega e quindi, per evidenza di numeri, di tutto lo schieramento.

 

L’intendenza seguirebbe, con Forza Italia a farsi bella nell’illusione di averla spuntata con una figura nata e cresciuta in casa. Dov’è il problema, allora? Il punto su cui batte la malevolenza è solo in apparenza meschino, al netto della passione per l’impegno civile che, come il coraggio per don Abbondio, non è cosa che uno si può dare se non ce l’ha.

Il cachet che Mediaset garantisce a Del Debbio balla tra i 500 e i 600 mila euro a stagione.

corrado passera (2)

 

Il primo cittadino, e vale anche per una metropoli, guadagna 121 mila euro lordi l’anno e senza benefit. Il netto è la metà, il che equivale a 4.500 euro al mese. Meno di un consigliere regionale, stipendio tra i 5 e i 6 mila euro, più 110 mila euro l’anno di rimborsi spese. Fedele Confalonieri, altre volte tirato in ballo per Palazzo Marino, la liquidava così: “Non sono abbastanza ricco per permettermi di fare il sindaco”.

 

Più articolata l’analisi di Gabriele Albertini, imprenditore nel ramo alluminio, che sindaco lo è stato per due mandati, dal 1997 al 2006: «Una responsabilità enorme, da ministro di serie A. Più un lavoro immane, esposto a rischi di ogni tipo, e con un compenso irrisorio rispetto all’impegno richiesto. Ci vuole un cireneo per accettare la sfida, possibilmente giovanotto. Io ho già dato, e poi nel 2016 avrò 66 anni e non sono bionico». Del Debbio ne avrà 59. «Perfetto, ma sta vivendo un momento magico in tv, credo guadagni parecchio, e poi non ha l’uzzolo del potere, come diceva anche di me Montanelli. Si è già tirato fuori? Mah, solo i paracarri non cambiano mai idea ». 

 

DEL DEBBIO

Milano, campo centrale. Senza scomodare i fantasmi di Mussolini e Craxi, è qui, con Formentini, che è decollato Bossi; e sempre qui, tra Albertini e la Moratti, s’è consumato il quasi ventennio berlusconiano. Anche il futuro prossimo del potere politico in Italia passerà dall’elezione del nuovo sindaco di una città che, da grande qual è, diventerà enorme con l’abolizione delle province, praticamente mezza Lombardia.

Renzi sa di non poter perdere, pena l’indebolimento di se stesso prima ancora che del suo governo.

corrado passera

 

Salvini e Berlusconi pure, pena il definitivo tramonto del secondo e uno scacco forse fatale per il primo. Eppure, poco o niente si muove. Se il centrosinistra, nonostante i tre candidati ufficiali più l’eletta schiera di candidabili illustri, non ha ancora risolto il nodo centrale, cioè trovare un nome gradito, o non troppo sgradito, all’azionista di maggioranza della ditta, Matteo Renzi, il centrodestra sembra non si sia ancora accorto che tra otto mesi si vota e aspettando si logora, tra sondaggi deprimenti, Berlusconi altrove, Salvini e Maroni slegati nella Lega, pulviscoli di sigle (Ncd, gli ex An di Fratelli d’Italia), il tutto tenuto insieme più per necessità che per amore.

 

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E pensare che la quadra, per dirla alla Bossi, l’avrebbero trovata, e anche più in fretta del movimentato fronte del post Pisapia: Paolo Del Debbio, appunto, filosofo prestato prima alla politica e poi alla tivù, dove è diventato in pochi anni acclamato tribuno della plebe. S’era persino già studiato il modo di sottolineare la sua appartenenza più alla società civile che all’inviso Palazzo: una rassicurante (per lui e gli elettori) “Lista Del Debbio”, ballottaggio garantito, possibilità di successo finale non trascurabili vista la popolarità del portabandiera, la sua conoscenza della città (è stato assessore alla Sicurezza nella giunta Albertini), e una concorrenza che fatica a trovare una figura di sintesi tra renziani e apostoli dell’arcobaleno che fu.

 

Il guaio del centro-destra è che la quadra non vuole quadrare. Il soggetto del desiderio, 57 anni, toscano di Lucca, professor giovane tra i primi saggi di Forza Italia, anche teologo con una puntatina in seminario, proprio non ci sente. “Grazie del pensiero ma il mio è un no, no, e ancora no. Mi presseranno? E che pressino, si farà una bella soppressata”. C’è ancora tempo, si vota a maggio, governare Milano è una cosa che ti cambia carriera e vita. “Appunto. Sto bene così”.

passera italia unica

 

Non è che poi finisce con una mozione degli affetti di Berlusconi e in extremis cede, oltre che alla sbrigativa insistenza di Salvini, al colpo di coda della grande sirena di Arcore? «Dovrebbero costringermi con un decreto legge». E ridendo di gusto pianta l’ennesimo chiodo nella croce di Mariastella Gelmini, ex ministro della Scuola (Berlusconi IV), che come coordinatrice regionale di Forza Italia ha l’ingrato compito di individuare il prescelto. Infatti ha l’aria triste, sfiduciata. «Diciamo che sono un’ottimista informata. Anche nelle condizioni in cui siamo, il lascito della giunta Pisapia ci lascia speranze serie di vittoria. A patto di trovare il nome giusto. Feltri mi ha mandata al diavolo. Sallusti non lascia Il Giornale. Claudio De Albertis, 65 anni, costruttore e presidente della Triennale, persona ultradegna, si è tirato indietro per evitare problemi aziendali di conflitto d’interessi ai figli. Anche Gianfelice Rocca si è dichiarato indisponibile».

 

Rocca è l’ottavo uomo più ricco d’Italia (e il 146° al mondo), ha attività che spaziano dalla siderurgia, alle tecnologie avanzate, alle cliniche Humanitas, è pure presidente di Assolombarda ma, a parte i 69 anni l’anno prossimo, non è sintonizzato con Salvini e viceversa, il che chiude la partita. Restano loro, i politici. Gelmini è donna, 43 anni, fedele alla linea: magari potrebbe toccare a lei. «Io sono fuori e poi vengo dalla bassa bresciana. Se la soluzione deve essere tra di noi, allora meglio Paolo Romani o Maurizio Lupi, milanesi doc ».

 

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Romani, berlusconiano della primissima ora, in marcia verso i 68 anni, non è esattamente il nuovo che avanza. Quanto a Lupi, oltre alla spina del Rolex regalato al figlio dall’imprenditore Stefano Perotti che gli è costato fin troppo onorevoli dimissioni da ministro delle Infrastrutture, ha un altro problema. Pur essendo caro a Roberto Maroni, che con lui al governo di Milano scongiurerebbe il rischio di avere mezza della sua Lombardia in mano a un amico di Salvini, e quindi a suo potenziale nemico, il ciellino Lupi patisce la schizofrenia di quel che resta degli alfaniani del Nuovo centrodestra: al governo nazionale con Renzi, al governo regionale con la Lega. Dovendo scegliere? Figlio di un muratore e di un’operaia della fu Alemagna, ramo panettoni, cristianamente Lupi per ora si defila: “Darò il mio contributo per ricomporre una coalizione non a trazione estremista”. Leggi Salvini. “Ma assolutamente non da candidato. Magari troviamo in casa un Pisapia giovane”.

MATTEO RENZI A QUINTA COLONNA DA PAOLO DEL DEBBIO

 

Un nome che gira basso ma gira (oltre a quello di Adriano Alessandrini, ex sindaco di Segrate battuto alle elezioni, che però piace lo stesso a Berlusconi) è quello di Giulio Gallera, 46 anni, milanese, avvocato come l’originale di sinistra, consigliere bis (sia in Comune che in Regione, dove Maroni l’ha nominato sottosegretario alla futura città metropolitana ), capo di Forza Italia in città, gran battitore di quartieri e periferie. “La disponibilità io la do, ma la battaglia per noi è più difficile che per loro. Rapporti con Maroni? Ottimi. Con Salvini? Pure.

pisapia

 

Abbiamo fatto il militare nella stessa caserma di fanteria in via Teuliè a Milano, giocato a calcio insieme, fatto nottate insieme. Non gliel’ho chiesto direttamente ma per quel che ne so non mi vedrebbe male. L’impressione, comunque, è che non arriveremo a un nome prima di San Valentino del 2016”.

 

La pensa così anche il navigato Ignazio La Russa, generale in loco dei Fratelli d’Italia della Meloni, tre figli tutti con un nome pellerossa (Geronimo, Lorenzo Cochis, Leonardo Apache) e una voce che sopravvivrà alle sue fortune politiche. “Il nostro unico trionfo a mani basse fu col primo Albertini, 1997, deciso a un mese dalle elezioni. Nel centrodestra, adesso, c’è un po’ di casino. Io stesso ho commesso un errore: ho indicato Del Debbio, poi mi sono morso la lingua.

 

paolo del debbio

Troppo presto, non creiamogli assillo, riparliamone a febbraio”. Esattamente il contrario, giusto per dare il senso dell’armonia che si respira a destra e dintorni, di quel che pensa Roberto Maroni, presidente della Regione: “Va scelto il migliore, e subito. La sinistra non rifarà l’errore della Liguria, si attrezzerà molto prima, anche perché Renzi qui si gioca il futuro. Sbaglio o D’Alema fu costretto a dimettersi da premier dopo le Regionali del 2000? Peccato per il no di Del Debbio ma guardiamo avanti. Nomi ce ne sarebbero, anche un eventuale mister x che potrebbe spuntare da sotto il cilindro di Berlusconi. Non mi risulta che ce l’abbia, però non si sa mai. Corrado Passera? La strada della politica è lastricata di fallimenti di persone di successo in altri campi, vedi la schiera di ex sindacalisti di grido. Ce l’ha fatta giusto Silvio, Passera ne dubito molto”.

 

A conferma dell’armonia di casa, il senatore Albertini, passato con Alfano, apre eccome all’ipotesi dello “straniero”: «A meno di un candidato unitario, io Passera lo appoggerei volentieri. Per quello che ha fatto alle Poste, per la lealtà istituzionale durante il governo Monti, per le capacità di visione e di azione, lo considero un potenziale grande sindaco. Ma da qui a diventarlo ce ne corre: prima si deve passare per l’impietoso calvario del consenso, che implica intese con altre forze. Da solo, rischia di non arrivare neanche al ballottaggio».

 

paolo del debbio

Al momento, Corrado Passera, 61 anni, comasco precocemente milanesizzato, è l’unico candidato ufficiale dell’area di centrodestra. Vero che ha fatto tutto da solo (partito compreso, Italia unica); vero che per alcuni sondaggi vale l’1 e mezzo per cento (mentre i suoi, di sondaggi, lo vorrebbero già al 10); vero anche che nessuno, per adesso, sembra filarselo. Ma lui è di ottimo umore: «Se fa certe cose, Milano può salvare l’Italia, e io ho un piano che è insieme anti renziano e anti leghista”. Perfetto, ma chi la voterà?

 

PAOLO DEL DEBBIO

“Per esempio, la maggioranza silenziata che non vota più o, quando lo fa, mette una crocetta per disperazione. Il centrosinistra qui è dominato da un’ideologia anti business, l’impresa vissuta come un male necessario. Il centrodestra è comandato da una Lega più di rabbia che di governo, che non si candida in città solo perché non può, avendo già la Regione. Sa cosa mi dicevano quando ero alle Poste? Eh no, questo non si può fare, quell’altro nemmeno. Si può, si può eccome”.

 

formigli del debbio

Da quando c’è la Repubblica, Milano ha avuto 12 sindaci: 9 di sinistra-centro (l’ultimo, Pisapia), 3 dall’altra parte. Il tredicesimo sindaco, quello chiamato a salvare l’Italia, e pure Renzi o Salvini a seconda della scelta, dovrebbe essere, oltre a un cireneo, un misto tra un mago e un fenomeno. A destra, un prototipo ce l’hanno, o l’avevano: l’eterno Silvio, che nel maggio prossimo avrà 80 anni. Succedaneo cercansi. Una ricostruzione certamente malevola vuole che Paolo Del Debbio dica no adesso per stare in video fino a inizio 2016 e sfruttare così l’onda breve ma forte della notorietà da star tv. Ma sono voci .

 

berlusconi a quinta colonna da del debbio